Cover 22 Digitalic: semplice e complessa

Bianco e nero, sono questi i colori che della copertina semplice eppure complicatissima. Seguendo lo stile di Jobs abbiamo cercato di realizzare qualcosa che appaia semplice, ma che ha avuto bisogno delle tecnologie più avanzate per raggiungere questa essenzialità Scarica il White Paper di Daniela Schicchi Un numero dedicato, nel soggetto, a un uomo che […]

Bianco e nero, sono questi i colori che della copertina semplice eppure complicatissima. Seguendo lo stile di Jobs abbiamo cercato di realizzare qualcosa che appaia semplice, ma che ha avuto bisogno delle tecnologie più avanzate per raggiungere questa essenzialità

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di Daniela Schicchi

Un numero dedicato, nel soggetto, a un uomo che ha saputo cambiare il mondo della tecnologia avvicinandovi tutti. Smanettoni, tecnici e neofiti. Un’edizione che ha voluto tentare di coniugare concetti come semplicità (nel colore), tecnologia (nell’immagine), professionalità e abilità (di tutti i partner delle arti grafiche che vi hanno preso parte). Un numero che è arricchito da un inserto che dà sfoggio di sé anch’esso con classicità e abilità tecnica. I colori sono gli intramontabili bianco e nero, le lavorazioni quasi di cesello ne fanno un piccolo e presuntuoso gioiello editoriale del quale siamo, ancora una volta, orgogliosi. Ecco il riepilogo chi ha fatto cosa, in modo che possiate leggere e seguire toccando con mano cover e inserto. Per la prima di copertina trovate ancora la carta firmata Arjowiggins Creative Papers, la stampa offset UV di Visual Project, la fustella laser di Ciemmeci Light Mark e gli inchiostri offset UV di Huber group. Per quanto riguarda l’inserto potete scoprire la carta firmata Stora Enso, ancora una volta Visual Project per la stampa offset UV, la vernice spessorata di Marabu  Italia e la serigrafia di Cover. E ora… buon divertimento.

Carta: bianco intramontabile

Questo numero meritava un colore unico, immacolato e perfetto e così, detto fatto. Ecco che Arjowiggins Creative Papers si presenta con una carta della gamma Curious Collection che trasforma il bianco in candore puro. Si tratta di Curious Touch Soft da 300 grammi qui nel colore Milk. Una sensazioneunica quella che offre al tatto. Morbida, setosa, accattivante. La sua superficie liscissima offre un’esperienza sensoriale splendida, in grado di esaltare qualunque soggetto e progetto per il quale venga scelta. Un altro successo di quella che resta la gamma più amata e conosciuta dai creativi di tutto il mondo. Curious Collection, punta di diamante del gruppo cartario francese, infatti, non smette di crescere e arricchirsi in continuazione, proprio per la sua ecletticità indiscussa.

Punti di vista

Il gioco di parole serve per raccontarvi l’incredibile lavoro fatto da Ciemmeci Light Mark. L’azienda, specializzata nella realizzazione di fustelle laser, ha provveduto – infatti – a fare le micro fustelle che vedete concretizzarsi nei forellini di dimensioni e distanze varie che tutti messi insieme sono in grado di offrire all’occhio dell’osservatore l’immagine perfetta di Steve Jobs, ancor più perfetta se osservata da una certa distanza. Non credete che sia tutto veloce e facile. Pensate che ogni foglio macchina viene introdotto singolarmente nel laser che effettua le fustelle. Se vi state domandando quanto tempo Ciemmeci Light Mark abbia impiegato a concludere il lavoro… sappiate che più o meno tutta la lavorazione ha richiesto circa tre settimane, per un risultato stupefacente. Il laser, al contrario delle fustelle meccaniche tradizionali, è in grado di garantire la precisione che vedete, senza sbavature e senza residui.

Offeset e UV, alleati da sempre

Copertina e inserto che ammirate su questo numero di Digitalic sono stati realizzati grazie alla tecnologia della stampa offset UV firmata Visual Project. La motivazione è semplice e nasce dagli indiscussi vantaggi che questa tecnica è in grado di garantire in molte occasioni. Caratteristiche necessarie quando si stampano supporti e colori che rischiano di non essere sottoposti a una corretta asciugatura. Tra tutti i vantaggi che la tecnologia offset UV ha, quelli che erano fondamentali per questo numero di Digitalic, sono stati senza ombra di dubbio l’asciugatura immediata, la brillantezza dei colori – dovuta al fatto che inchiostri e vernici non sono soggetti a fenomeni di assorbimento – e, infine, la resistenza a graffi, sfregamenti e usura.

Gli ink per la cover…

Complici della perfetta riuscita della stampa della copertina sono, ancora una volta, gli inchiostri. Quelli della cover, come dicevamo, sono firmati Hubergroup e sono ink UV perfetti per la stampa della quale vi abbiamo parlato poco fa, quella offstet. Come di consueto, la qualità elevata di prodotti usati, come gli inchiostri dimostrano che la resa finale è frutto di cooperazione, valutazione dei partner giusti, scelta, prove e studio dei consumabili che, di volta in volta, vengono utilizzati per realizzare un progetto. Non è possibile tralasciare alcun dettaglio quando si affronta un progetto, sia esso di poche copie o a larga diffusione. Per quanto ci riguarda… ci sembra splendido.

… e quelli per l’inserto

La semplicità del nero e l’incisività di parole – quelle di Steve Jobs – che non necessitano di troppi fronzoli, ma di un effetto visivo incisivo e forte ci è sembrata la strada migliore da seguire per realizzare l’inserto nero che vedete nella vostra copia di Digitalic. Ed ecco, dunque, che sul nero è stata stampata la frase del papà della “mela morsicata” che prende vita grazie al fatto che il testo viene letteralmente “bucato” sul fondo nero reso ancor più prezioso dalle vernici firmate Marabu. Si tratta di una vernice lucida e spessorata in grado di donare quell’effetto tipico di rilievo e profondità che altrimenti non sarebbe mai possibile con vernici e inchiostri tradizionali. Appoggiate il dito e vi renderete conto dell’effetto finale, tutto tattile.

Luce e volume black effect

La vernice spessorata della quale vi abbiamo parlato è stata usata anche sulla prima di copertina per rendere lucida e materica la testata Digitalic, ma anche per creare un contrasto con la morbidezza della carta grazie ai semicerchi lucidi. Questo effetto abbellisce anche l’inserto. In questo caso la vernice è stata utilizzata in un modo un po’ insolito rispetto alla maggior parte dei progetti che è possibile vedere in giro. Di norma, infatti, sono le lettere, le scritte e i piccoli particolari ad essere verniciati per acquisire spessore. In questo caso, invece, Cover ha fatto l’opposto. Ha steso sull’intera superficie dell’inserto lo strato omogeneo di vernice spessorata e poi ha scavato la superficie con le lettere dell’aforisma di Steve Jobs. Fondamentale, in questo caso, è che la vernice venga stesa in modo uniforme e nel giusto quantitativo e che non venga “scalfita” la superficie, oppure che le copie siano ben pulite da residui di lavorazioni precedenti come la polvere in eccesso, che rischierebbero di rovinare la piacevolezza dell’effetto lucido e uniforme, tanto alla vista quanto al tatto.

Illuminata ad arte

Per l’inserto è stata utilizzata la carta LumiArt di Stora Enso, una superpatinata senza legno nata per dare il massimo nella stampa delle fotografie, alle quali offre una profondità assoluta del nero. Questa sua incredibile qualità è stata scelta per dare all’inserto che doveva essere nero e luminoso, brillante e lucido, in forte contrasto con la carta bianca e softouch della copertina. La grammatura scelta è 250gr/mq per sostenere l’importante serigrafia. Il risultato è la famosa frase di Steve Jobs lucida, su un fondo ancora più lucido e materico.

 

 

 

 

 

 


Cover 22 Digitalic: semplice e complessa - Ultima modifica: 2013-11-03T23:20:07+00:00 da Francesco Marino
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