Carlo Rienzi: la sicurezza dei consumatori passa dal web – intervista

I consigli di Carlo Rienzi, fondatore e Presidente di Codacons: non fidarsi mai, dubitare su siti web e proposte mail, reperire info sui venditori online.

Carlo Rienzi, avvocato di origine salernitana da anni residente nella Capitale, 70 anni da poco compiuti sempre da guerriero, nel 1986 fonda il Codacons (coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti), la più importante e potente associazione dei consumatori italiani, di cui è anche Presidente.

di Ilaria Galateria

Carlo Rienzi, agguerrito difensore dei contraenti deboli, Carlo Rienzi ha dato grande impulso alle lotte corporative tanto da guadagnarsi l’appellativo de “il più grande rompiscatole d’Italia”, da cui è nato anche il suo seguitissimo blog. “Se rompiscatole vuol dire ripristinare la legalità – sostiene Carlo Rienzi – allora sono onorato di esserlo… Da sempre il mio, il nostro obiettivo è quello di sollecitare la controparte a fornire risposte concrete, utili e a tutelare il consumatore in ogni aspetto”.

Oggi i cittadini si sentono maggiormente tutelati rispetto al passato, hanno ritrovato un po’ di fiducia?
Certamente. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti grandi passi avanti sul fronte dei diritti dei consumatori, con tutele aumentate e più strumenti per la difesa delle categorie deboli. Al tempo stesso, però, si sono anche moltiplicate le opportunità di truffe e raggiri ai danni degli utenti, anche in relazione all’evolversi della tecnologia e ai cambiamenti della società.

Sono aumentate anche le insidie. Come vi state “attrezzando” in proposito?
Lanciando numerose azioni risarcitorie attraverso il web. Se proprio il mondo di Internet ha contribuito in modo massiccio ad aumentare scorrettezze e raggiri nei confronti dei consumatori, noi utilizziamo lo stesso strumento a favore degli utenti, pubblicando moduli da scaricare e azioni legali alle quali è possibile partecipare attraverso un semplice click, rendendo così più facile la partecipazione dei cittadini alle iniziative di autotutela.

Quali sono i campi dove si annidano i maggiori rischi?
Il mondo del virtuale è sicuramente quello che al momento fa registrare il maggior numero di insidie. Si pensi all’e-commerce o alle tante truffe che viaggiano via mail, tese a carpire dati sensibili dei consumatori o i numeri delle carte di credito. Anche la telefonia negli ultimi anni ha registrato un incremento abnorme dei raggiri – spesso legalizzati – per spillare soldi dai conti telefonici degli utenti.

In un’epoca così altamente tecnologica, quali sono le più efficaci forme di difesa?
Informarsi e non fidarsi di nessuno. Conoscere quali sono le principali truffe diffuse sul web o via mail e reperire informazioni sui venditori quando si fa un acquisto online. Diffidare da proposte di regali o sconti mirabolanti, perché nessuno regala niente e se un prodotto che costa 100 viene venduto a 10, essere consapevoli che potrebbe trattarsi di
una fregatura.

Quali sono le insidie nelle operazioni online?
I principali rischi riguardano la cessione dei propri dati sensibili – come numeri di carte di credito, codici bancari, ecc. – a perfetti sconosciuti. Ogni giorno riceviamo mail-spam di fantomatiche banche che ci chiedono di confermare i nostri dati e in molti ancora ci cascano, fornendo numeri di carte e bancomat e ritrovandosi poi prelievi non autorizzati sul conto. Anche lo shopping online cela grandi insidie, sono in crescita i casi di cittadini che acquistano sul web regalando letteralmente soldi a truffatori che non invieranno mai la merce promessa.

Quali sono gli strumenti per non cadere vittime del cyber crime?
Prima di tutto, ricordarsi che nessuna banca o ufficio postale chiederà mai via mail i vostri dati sensibili, né vi inviterà a inviare i numeri delle vostre carte di credito. Qualsiasi mail con richiesta di denaro per concorsi o promesse di bonifici da gente che risiede all’estero, va cestinata senza nemmeno leggerla. Gli acquisti online vanno fatti attraverso siti sicuri, che utilizzano transazioni protette e solo se viene espressamente indicato il nome, la sede legale e il numero telefonico del venditore. Importantissimo reperire online le opinioni di altri utenti che hanno effettuato acquisti prima di noi su un determinato sito, per valutarne correttezza, rispetto dei tempi di consegna e affidabilità.

Ci indica le truffe più comuni di cui cadiamo vittime?
Le più comuni truffe viaggiano su mail, perché i messaggi possono essere mandati indiscriminatamente a tutti: dalle finte vincite di denaro alle offerte di lavoro eccezionali, salvo poi iscriversi a servizi a pagamento per ricevere informazioni e scoprire che è una balla; la truffa del prestanome, con un ricco residente all’estero che ci chiede aiuto per sbloccare ingenti somme di denaro; e poi ancora finte agenzie immobiliari o raccolte di solidarietà inesistenti: tutte tese a sottrarre soldi ai malcapitati che abboccano.

Nel nostro Paese, diversamente dagli Stati Uniti, la class action non ha trovato applicazione. Quali sono a suo parere i motivi?
La legge italiana sulla class action è lontana anni luce da quella in vigore negli Usa. Da noi è un’arma spuntata, costosa, dai tempi lunghi e gli esiti incerti e non ha portato finora ad alcun successo utile in favore dei consumatori. Meglio le azioni risarcitorie collettive avviate dal Codacons su diversi fronti (banche, pensioni, stipendi bloccati, vittime del “dieselgate”, ecc.) che mirano a mettere insieme soggetti lesi nelle loro sacrosante richieste dinanzi la giustizia.


Carlo Rienzi: la sicurezza dei consumatori passa dal web – intervista - Ultima modifica: 2017-02-13T08:00:35+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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