Riccardo Donadon: “Ecco com H-Farm aiuta l’imprenditoria”

di Ilaria Galateria Riccardo Donadon è il fondatore di H-Farm, una piattaforma nata nel 2005 per supportare le imprese innovative e le aziende, rendendo possibile lo sviluppo e l’accelerazione del loro business. Il mondo digitale è da sempre nei suoi pensieri. Nel 1990 a soli ventitré anni e dopo qualche esame alla Facoltà di Psicologia […]

di Ilaria Galateria
Riccardo Donadon è il fondatore di H-Farm, una piattaforma nata nel 2005 per supportare le imprese innovative e le aziende, rendendo possibile lo sviluppo e l’accelerazione del loro business.

Il mondo digitale è da sempre nei suoi pensieri. Nel 1990 a soli ventitré anni e dopo qualche esame alla Facoltà di Psicologia di Padova e una breve esperienza nell’Azienda di famiglia, Riccardo Donadon decide di seguire la sua vera inclinazione e la passione di sempre. Entra così in una società del Gruppo Benetton per creare una vetrina virtuale sulla realtà sportiva del gruppo. Dopo pochi mesi nasce il primo centro commerciale virtuale italiano, il Mall Italy Lab.
Tre anni dopo, fonda E-TREE, che in poco tempo diventa un punto di riferimento nei servizi Internet.
E, finalmente, nel 2005 la grande intuizione: H-FARM, un unicum a livello internazionale.
Nato a Treviso, sposato con tre figli, appassionato di cinema, Riccardo Donadon può sicuramente essere considerato un grande innovatore italiano.

– Come è nata l’idea di creare il primo Venture Incubator italiano?
Dopo due esperienze positive, una nel ’95 nel gruppo Benetton e l’altra nel ’98 con la fondazione di E-TREE, ho pensato a una piattaforma per la creazione di nuovi modelli d’impresa per i giovani e la trasformazione ed educazione delle aziende italiane in un’ottica digitale. In realtà, forse, avrei potuto aspettare qualche anno ma ero giovane e avevo tutto l’entusiasmo, la positività e la percezione che le cose andassero subito in modo rapido. L’ iniziativa è andata subito molto bene anche se nel nostro Paese queste attività sono piuttosto lente. Con H-Farm, comunque, siamo stati i pionieri anche a livello internazionale. Un “unicum.

– In quali aree opera H-Farm?

In questi undici anni ha progressivamente evoluto il suo posizionamento. Inizialmente abbiamo lavorato principalmente nella ricerca delle migliori iniziative imprenditoriali nell’ambito di internet. In seguito, ci siamo indirizzati soprattutto nell’ambito della digital transformation, nella parte della formazione e degli investimenti. Di questi ultimi ci avvaliamo dell’ esperienza e della professionalità di Roberto Bonanzinga, dal 2015 responsabile area investimenti


– La location di H-Farm è molto originale, una grande area nella campagna di Cà Tron, di fronte alla laguna di Venezia. Una piccola Silicon Valley italiana?

In qualche modo e in dimensioni ridotte ha alcuni elementi che possono ricordare la Silicon Valley. H-Farm è una tenuta agricola di circa 14.000 mq in cui lavorano cinquecento persone. Nei nostri progetti c’è anche l’idea di ampliarla con una costruzione di 27.000 mq così da arrivare a un’azienda in cui possano lavorare tremila persone. H-Farm è una sorta di villaggio dell’innovazione: giovani, start upper, inventori, educatori digitali ogni giorno sfornano progetti e aiutano il tessuto imprenditoriale italiano nella sua trasformazione digitale.


– Quale sarà il Business Model di H-Farm nel futuro?

Quello attuale è il modello di riferimento. Le tre aree in cui opera, Industry, Investments ed Education, hanno lo scopo di far emergere startup innovative e di aiutarle a posizionarsi nei rispettivi mercati.
Abbiamo deciso comunque di continuare a investire su alcune iniziative, a nostro giudizio valide, nonostante il rischio.
L’area della formazione, inoltre, sta crescendo moltissimo. Un settore in cui crediamo fortemente e investiamo già dal 2010 e che oggi dopo il recente collocamento in Borsa, abbiamo potenziato dando vita a un percorso scolastico completo di formazione dai 6 ai 25 anni. Oltre alla possibilità di frequentare Summer Camp e Master.
Al termine di quest’anno, garantiremo dieci Master specifici.

– Quali sono i criteri per individuare le migliori imprese su cui investire?
In Italia, un po’ come in altri Paesi, far nascere e far sviluppare un’impresa su Internet in Italia richiede grande competenza, passione ma, soprattutto, una notevole parte finanziaria. E non è cosa facile perché mancano i capitali sufficienti per far decollare un’iniziativa.
Il nostro scopo è quello di utilizzare le idee vincenti dei giovani e inserirle nella realtà consolidata di una grande Azienda che avrà maggiore facilità di produrle e distribuirle.

– Quali saranno i trend principali su cui punteranno innovatori e aziende?
C’è una grandissima accelerazione nei vari settori: finance, education, industry.. Il macro trend di quest’anno è la realtà virtuale che sicuramente in futuro assumerà un peso rilevante.. Altri settori come web, benessere e food, invece, stanno avendo brusche accelerazioni A mio avviso, comunque, non si può dire che esista un trend cui prestare maggiore attenzione perché tutto sta cambiando e si sta evolvendo velocemente.

– Qualcosa si sta muovendo in Italia sul fronte startup?
Sì, certamente. Negli ultimi anni c’è stato un grande passo avanti anche grazie alla politica italiana. L’attuale Presidente del Consiglio presta molta attenzione a queste cose.. Non possiamo però dire di essere al livello di altri Paesi, come ad esempio la Spagna, dove invece c’è stata un’accelerazione rapidissima con grandi investimenti da parte dello Stato spagnolo, o la Germania o ancora il Regno Unito. Io, però, rimango molto fiducioso nel nostro futuro…

– Il segreto di una startup di successo…
E’ lo stesso di un’impresa di successo: passione di imprenditori, tempo, energia e investimenti adeguati. Altri ingredienti importanti sono un bel team, l’ascolto reciproco e il timing giusto. Quest’ultimo è fondamentale… A volte però le cose vanno diversamente da come ci si aspettava…

– Il Cloud ha rappresentato una rivoluzione – tuttora in corso – nel mondo di Internet, sia per le persone che per le aziende. Come sta cambiando il modo di lavorare?
Il Cloud è una virtualizzazione degli spazi delle proprie cose che può solo favorire il consumatore finale dal punto di vista della gestione dei suoi documenti e della sua conoscenza. Sta accelerando qualsiasi tipo di processo di sviluppo. In futuro sarà impossibile pensare di aver vissuto senza.
Rischi non ne vedo in quanto io credo che se ci sono dei problemi nel digitale sono gli stessi della vita reale. Il progresso è progresso.
Riccardo_DonadonRiccardo Donadon H-Farm


Riccardo Donadon: “Ecco com H-Farm aiuta l’imprenditoria” - Ultima modifica: 2016-04-14T08:55:38+00:00 da Francesco Marino
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