Digital Champions, oltre al bollino c’è di più?

Sui social è un fiorire di Digital Champions e molti (non tutti) si mettono il bollino “Digital Champion” nella foto-profilo, perché?

Sui social è un fiorire di Digital Champions e molti (non tutti) si mettono il bollino “Digital Champion” nella foto-profilo, perché?
Viene da chiederselo. Cos’è? Una certificazione, un attestato, forse una medaglia da mettersi sul petto o semplicemente vogliono fare bella figura con i loro follower?
È un dettaglio, certo, in fondo chi se ne importa di un bollino in una foto, ma è dai dettagli che si capiscono le cose.
In Italia esiste un solo Digital Champion che ha ricevuto ufficialmente questa carica (prevista a livello europeo) ed è Riccardo Luna; guarda caso, lui il bollino Digital Champion, nella foto profilo, non ce l’ha.
Il Digital Champion ha il compito di partecipare alle riunioni della commissione europea, monitorare i programmi sul digitale e favorire l’applicazione delle normative europee sull’agenda digitale.
Riccardo Luna, rispetto ai suoi predecessori, ha scelto un approccio diverso a questo ruolo, molto “social”, ovvero ha deciso di nominare a sua volta altri Digital Champions, prima 8, poi 100 ora ne cerca 8.000 (uno per ogni comune italiano).
Non si tratta di una vera nomina, Luna non può trasferire ad altri la sua carica, né un pezzetto di essa, ma il suo blasone sì.

Così è nata l’associazione Digital Champions, che, come tutte le altre associazioni, seleziona i propri membri in base a dei criteri, come la residenza in un comune. Sostanzialmente se nel proprio comune di residenza non esiste già un membro dell’associazione Digital Champions allora ci si può candidare.
L’associazione, nella persona del suo presidente Luna, decide se si può entrare a farne parte e a qual punto, finalmente, ci si può mettere il bollino nella foto-profilo.
L’idea di avere una medaglietta nella foto sembra voler dire “siamo tutti uguali, ma io sono un po’ più uguale degli altri nel digitale”; anche il nome favorisce gli entusiasmi “Champions”… si sente già la musica “We are the champions” dei Queen in sottofondo, ma il nome è stato scelto a livello europeo e non ci si può far nulla.
Le persone che fanno parte dell’associazione Digital Champions hanno deciso di donare gratuitamente parte del loro tempo alla promozione del digitale in Italia, che è bello, è una nobile attività pro bono ed è molto utile, sia chiaro.
Solo che quei bollini lasciano pensare che qualcuno la interpreti per la propria promozione sociale e social, quasi come ci si mettesse un simbolo nobiliare, un araldo digitale. Il senso qual è? Quello di volersi accreditare presso il proprio “pubblico”, di ricevere da un logo l’influenza che non si ha?
Lo so bene perché l’ho fatto anche io.
Avevo 19 anni e lavoravo per un settimanale locale del Nord Milano che si chiamava Città Nostra. Mi avevano affidato le interviste al mercato: in pratica dovevo raccogliere le opinioni delle persone riguardo ai fatti di cronaca.
“Cosa ne pensa del suicido di Raul Gardini? E dell’arresto di Totò Riina?” Insomma queste domande.
Solo che non ne cavavo un ragno dal buco. Nessuno (o quasi) mi rispondeva… allora ebbi un’idea. Con grande pazienza ritagliai la testata del giornale e con lo scotch (quello super trasparente che all’epoca era una novità), la incollali su un registratore, sì quello a cassette. Col registratore in mano e tanto di logo del giornale, pensai, sarà più facile. Tutti mi riconosceranno come giornalista e risponderanno volentieri alle mie domande.
Stavo usando un logo per accreditarmi presso il mio “pubblico”, usavo uno stemma per avere più influenza.
Non ha funzionato. Nessuno mi dava retta, uguale come prima.
Le cose sono cambiate quando invece di fare domande ho cominciato ad ascoltare, a sedermi accanto alle persone a sentire (davvero) di cosa stavano parlando, poi ho cominciato a dire la mia e infine, certo, ho anche fatto le mie domande.
Il mio consiglio ai “Digital Champions” è di togliere quel logo dalla foto-profilo: non serve; oppure tenetelo (fate voi), ma prima di mettere un logo, uno stemma, un araldo, ascoltate le persone. Solo questo vi darà le risposte.

P.S. Se avete messo il bollino nella foto per qualche buon motivo che io ho trascurato potete raccontarmelo qui, se vi va
DigitalChampion


Digital Champions, oltre al bollino c’è di più? - Ultima modifica: 2015-03-30T10:56:52+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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