Olimpiadi Rio 2016 – come gli atleti utilizzano la tecnologia per vincere

Dalla stampa 3D agli smart glasses, dai data analytics alle analisi del gioco di squadra, la tecnologia sarà accanto agli atleti alle Olimpiadi Rio 2016

A partire dalle prime applicazioni alle Olimpiadi di Londra 2012, la tecnologia ha fatto passi da gigante nel mondo dello sport. Anno dopo anno, ricerca e sviluppo hanno saputo prevenire infortuni, migliorare le prestazioni e innovare le tecniche di allenamento. Anche alle Olimpiadi di Rio 2016 la tecnologia sarà accanto agli atleti

*di Erica Maiorana

Attraverso l’analisi dei dati è possibile prevedere le tecniche di gioco, confrontare schemi tattici, allenarsi per mezzo di risorse ottimizzate ed è indiscusso l’impatto dei big data su ogni sport.
“L’analitica in real-time ha un potenziale innovativo: rende possibile il superamento di tanti nuovi record” dichiara il Dottor Helen Meese, a capo del servizio di prevenzione sanitaria dell’Istituto di Ingegneria Meccanica, ente con sedi in tutto il mondo.
Lo sport sta cambiando e i big data influiscono in modo impattante sui risultati e sui posizionamenti nelle classifiche. Molti sono i fan entusiasti dalle statistiche in gara, basti ricordare gli ultimi Europei di calcio o il recente Tour de France. Attraverso i siti web dedicati è possibile consultare migliaia di dati, spesso condivisi in tempo reale. I fanatici delle statistiche e delle prestazioni hanno di che essere soddisfatti, ma anche i meno esperti – grazie ad una condivisione semplificata delle informazioni condivise – possono curiosare tra aspetti del proprio sport preferito in base a standard mai presi in considerazione abitualmente, come la distanza percorsa a seguito di un tiro, la velocità raggiunta, l’efficacia di una tattica di gioco, o il confronto tra gare avvenute in passato.

I wearable già ben diffusi tra gli amanti del fitness e dello sport amatoriale, vengono utilizzati in campo per monitorare l’affaticamento, il battito cardiaco e le prestazioni degli atleti. In questo modo allenatori e fisioterapisti possono lavorare in un ambiente in cui sanno far fronte ai bisogni del singolo in funzione della squadra. In questo modo si accresce esponenzialmente la qualità in quanto a prevenzione e diventa costante il monitoraggio delle condizioni di salute degli sportivi.

Vediamo degli esempi in cui la tecnologia sia diventata l’allenatore in seconda di molte squadre e di singoli atleti, con particolare attenzione verso alcuni sport che a breve vedremo sui campi, le piste, le piscine e il mare di Rio 2016

iBoxer per i combattimenti
Il software iBoxer, realizzato in collaborazione con l’Università Hallam di Sheffield, si è messo a disposizione degli atleti del Regno Unito. Il sistema di analisi delle prestazioni, prendendo in esame i dati dei propri boxeur e degli avversari, analizza i punti di forza e debolezza per raffinare le tattiche ottimali per ogni incontro.

olimpiadi Rio 2016 il campione olimpico di box Nicola Adams userà i data analytics per vincere sul ring

L’Istituto Australiano dello Sport (AIS) ha sviluppato un database attraverso il quale è avvenuto un monitoraggio di circa 2.000 atleti ogni settimana. “Nei gruppi di atleti nei quali c’è un alto impatto di inserimento di dati, è stato possibile fornire agli allenatori istruzioni sui carichi di allenamento, riducendo drasticamente malattie e infortuni” racconta Nick Brown, vicedirettore dell’AIS -“Il database rappresenta la soluzione tecnologica per la prevenzione affidata all’analisi dei dati, in abbinamento all’uso di sensori wearable che ricevono informazioni in fase di allenamento”.

Rio 2016 Istituto australiano sport

Ciclismo
Il Professor Steve Haake, del centro di ricerca Sheffield Hallam, ha collaborato con le associazioni sportive fin dal 2000, impostando l’analisi delle prestazioni in base a criteri data-driven. Ad esempio, nel ciclismo c’è sempre meno bisogno di concentrarsi sugli aspetti meccanici dei mezzi, perché le biciclette sono ottimizzate al punto da essere diventate efficienti al 99%. Le questioni da risolvere sono ancora legate alle competizioni e a come ottenere prestazioni da record.
Il Team USA si è avvalso degli occhiali per realtà aumentata della Solos, in collaborazione con il Cloud IBM, e i ciclisti in pista sono stati sottoposti a test per raccogliere dati sulla potenza, la velocità e persino l’impatto delle pedalate.
I ciclisti potevano tenere sotto controllo il percorso, senza distrazioni, in quanto i dati venivano trasmessi direttamente sulle lenti. Feedback in tempo reale venivano inviati per aggiustare la strategia di allenamento.
Ad esempio, nella simulazione di una gara individuale a cronometro, il ciclista ha la possibilità di vedere se il giro che sta compiendo sia migliore di quello dei suoi avversari, in base alla posizione e al tempo visualizzato (comprensivo di step intermedi), l’atleta valuterà così se compiere sforzi ulteriori o se destinarli al giro successivo. Le statistiche ottimizzeranno gli sforzi, che verranno ridotti nei momenti in cui non sarà necessario sprecare energie. Questo tipo di tecnologia serve in fase di allenamento, e non potrà essere utilizzata in gara.

Rio 2016 _ciclismo con smart glasses

Gioco di squadra
Il Team Germania di Vela nel 2011 ha stretto una partnership con SAP – che si occupa di software aziendali – nel tentativo di interrompere il rovinoso declino delle prestazioni in questa disciplina, a seguito dei pessimi risultati delle Olimpiadi di Sydney del 2000.
Imparare più velocemente attraverso allenamenti mirati, basati su modelli virtuali concepiti per mezzo dei real data, simulazioni di venti e correnti, preparando gli atleti alle condizioni più avverse. In previsione delle Olimpiadi di Rio, sono state eseguite 3,000 misurazioni per costruire una serie di modelli di corrente sui quali allenarsi.
I dati non servono a molto se non si ripone il loro alcuna fiducia e – a volte – le squadre tendono a far prevalere intuizioni, schemi consolidati e sesto senso, a discapito delle analisi computerizzate: cosa che avvenne nella Finale dei Campionati Mondiali in Spagna nel 2014.
Il velista Buhl aveva accesso alle informazioni, ma il coach non diede fiducia ai dati ricevuti dal computer che, in base ad un’analisi delle condizioni marine, avevano suggerito di prendere una direzione precisa per conseguire la vittoria. Venne dato l’ordine di invertire la rotta e la squadra perse.

Rio 2016 _sap analytics per squadra di vela

Andare oltre: la tecnologia per gli atleti paraolimpici
Ad esempio, la BAE Systems, solitamente dedita all’industria aerospaziale, ha collaborato con la Federazione Sportiva del Regno Unito per consentire agli atleti su sedia a rotelle di accrescere la propria accelerazione del 20%.
Autodesk, che si occupa di software di progettazione, ha lavorato con la campionessa di paraciclismo Denise Schindler, per creare la protesi di una gamba – stampata in 3D in policarbonato – capace di migliorare la potenza in uscita, in previsione di Rio 2016. Il risultato è stata una protesi ultraleggera e incredibilmente aerodinamica, altamente performante.

Rio 2016 Autodesk protesi stampata in 3d

Pari opportunità
L’accesso alla migliore delle tecnologie possibili non è forse una discriminante, che mette tra le mani dei soli ricchi un vantaggio scorretto? In che modo per i meno abbienti (e per gli atleti che a malapena possono permettersi la partecipazione a manifestazioni a livello mondiale) sarà possibile giovarne?
Tendere al miglioramento di sé è parte della natura umana. Una visione equa e sportiva prevede che lo sviluppo di alcune tecnologie possa essere l’inizio di standard qualitativi che diventino poi fruibili a tutti. Di certo, spetterà alle singole federazioni stabilire una regolamentazione relativa all’apporto tecnologico lecito e a quello che va oltre correttezza e sana competitività. Si va verso il “doping tecnologico”?


Olimpiadi Rio 2016 – come gli atleti utilizzano la tecnologia per vincere - Ultima modifica: 2016-08-05T07:55:18+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

e-book guida ecm

Non rimanere indietro, iscriviti ora

Ricevi in tempo reale le notizie del digitale

Iscrizione alla Newsletter

controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy

Grazie! Ora fai parte di Digitalic!