L’Europa meglio della Silicon Valley per le start-up hi-tech

Secondo i dati di Atomico, in Europa ci sono sempre più hub tecnologici, investimenti e la partecipazione dei grandi della tecnologia nelle startup.

A dominare la scena tecnologica europea ci sono tre nuove tendenze: il deep tech, un numero sempre maggiore di hub tecnologici ovunque nel continente e la partecipazione dei giganti della tecnologia nelle startup.
Atomico si è occupata di condurre una ricerca in materia e i numeri che vengono citati nel report sono sbalorditivi. Con l’aiuto di società come LinkedIn, Meetup, Stack Overflow, Dealroom.co e il London Stock Exchange, è stato possibile sottoporre un sondaggio a circa 1.500 addetti ai lavori del settore.
Le compagnie di deep tech – le startup che si avvalgono dell’AI e che studiano VR, droni, robot, nanosatelliti, IoT, case smart, wearable e simili – attraggono business per almeno 2.3 miliardi di dollari in investimenti, per circa un migliaio di startup fondate nel corso degli ultimi 22 mesi.
Le startup che si avvalgono dell’AI son concentrate attorno a Zurigo, tra cui spiccano la Teralytics, che si occupa di big data e ha partecipazioni da parte di Horizons Ventures e Lakestar, ma anche la Climeworks, che ha scoperto come aspirare ogni anno 1.000 tonnellate di anidride carbonica dall’aria dovute all’effetto serra con un impianto collocato in un’area contigua a Zurigo.
Ma un numero sempre crescente di startup sono distribuite in altri hub. Nel corso degli ultimi anni ci sono stati investimenti per circa 582 società di deep tech solo in Francia, in Germania se ne sono contate 480, in Finlandia 137, 332 nei Paesi Bassi. 282 tra queste sono nate nel corso del 2016, mentre l’anno precedente se ne contavamo soltanto 55. Non si tratta di numeri paragonabili a ciò che avviene nella Silicon Valley, ma il divario, anno dopo anno andrà ad assottigliarsi.
Come Atomico fa notare, un numero crescente di società americane ha sedi in Europa e come avviene in America, tra questi dipendenti, molti di loro aprono una propria startup nel corso del tempo. La Alphabet adesso ha sedi sia a Zurigo che a Londra, Facebook è a Parigi, Londra e a Somerset. Apple è a Cambridge, Berlino, Lund e Grenoble.
Tom Wehmeier di Atomico commenta: “Non stiamo semplicemente assistendo alla crescita organica di alcuni team in lungo e in largo per l’Europa, ma assistiamo all’acquisizione di numerose società europee da parte di investitori asiatici. Basti pensare a SkyScanner diventato della cinese Ctrip. L’accordo di Tencent per acquisire la finlandese Supercell Oy. Oppure Softbank per ARM Holdings”.
Come avviene negli Stati Uniti, l’Europa ha cominciato a veder sorgere un numero crescente di fondi di corporate venture aziendali, con un incremento di interesse verso i fondi pensione. Atomico stima che ci siano almeno $ 2,7 miliardi di capitale investito nelle aziende.
“Molti dei fondi pensionistici sono – per loro natura – conservatori” ha dichiarato Siraj Khaliq della The Climate Corp. (acquisita da Monsanto). “E quindi otterranno un 5 o 6% in ritorno, annualmente, e non è possibile in questo modo far quadrare i bilanci. Gli investitori professionali hanno impiegato un po’ di tempo a comprendere che la tecnologia non porta soldi falsi e quindi si stanno proponendo a queste nuove opportunità. La tecnologia è assolutamente reale e altrettanto reale lo sono i suoi numeri”.


L’Europa meglio della Silicon Valley per le start-up hi-tech - Ultima modifica: 2016-12-02T09:00:29+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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