White Spots, la mappa dei luoghi in cui Internet non esiste

White Spots è un’applicazione che mostra la mappa geografica del mondo connesso a Internet, al GPS, a satelliti e onde radio e mostra i luoghi non connessi

Senza Internet, completamente. White Spots è un’applicazione che mostra la nuvola elettromagnetica invisibile, all’interno della quale viviamo. Si tratta di un’accurata mappatura della distribuzione del segnale Internet, delle unità GPS, dei satelliti e delle onde radio. Il suo creatore, Il designer olandese Richard Vijgen, era già noto per Architecture of Radio, un’app per iPad che permette di visualizzare la rete delle reti, l’Infosfera, termine indicante il sistema intricato di segnali, wired oppure wireless dell’intero globo.

Vijgen, da sempre affascinato dalla struttura nascosta di Internet, ha reso questa esperienza “una bussola capace di condurci in un viaggio verso la fine di Internet. Non solo per chi volesse informarsi in caso di esigenze di copertura, ma anche per chi desiderasse l’esatto opposto: raggiungere località sperdute del globo nelle quali liberarsi della Rete” e continua: “Chi vive senza Internet non produce dati, non è rintracciabile via Google e non è parte di una visione del mondo che è sempre più mediata da Internet.”

Così come Architecture of Radio, White Spots (macchie bianche) carica una prospettiva di realtà aumentata in cui viene mostrato il modo in cui si è connessi nel mondo, delineando quali siano le onde radio che ci circondano.

È sufficiente puntare il proprio smartphone, da quel momento l’app evidenzia il ripetitore del gestore più vicino, mostrandone sul display una distanza metrica. Attraverso l’uso delle Mappe di Google, è possibile viaggiare attraverso il mondo online e offline attraverso la Realtà Virtuale.
Cliccando su “Get Me Out Of Here” (Portami via da qui) nella parte bassa della schermata, White Spots mostra la realtà: ovvero, vengono visualizzati gli spazi non connessi, o mai stati connessi, del mondo intero.
Alla maggior parte di queste macchie bianche corrispondono gli oceani, ma anche escluse queste aree, la mancanza di copertura terrestre lascia senza parole.

Vijgen spiega: “Non pensiamo mai a Internet come a qualcosa di spaziale, ma nella realtà lo è. Speriamo che l’app possa offrire una nuova prospettiva in termini di connettività, come fenomeno geografico. Più remoto sarà un luogo, più sarà costoso installare un network di infrastrutture. E dove la gente non avrà la possibilità e mezzi adeguati per permettersi di pagare la connessione dati, ogni possibilità di investimento verrà compromessa”.

Al fine di rendere White Spots un’esperienza multimediale, Vijgen ha fatto squadra con la regista documentaristica, Bregtje van der Haak, e la fotografa Jacqueline Hassink. Ci sono più di 30 storie originali inserite nell’app, storie all’interno delle quali si racconta come vivono gli individui all’interno dei White Spots, per scelta o per caso, inclusi artisti che stanno creando volutamente delle aree Internet-free e attivisti impegnati alla costruzione di una rete di infrastrutture in Africa.

Per accedere a questi contenuti è sufficiente impostare l’app in modalità VR (Virtual Reality), lo scanner delle reti mostrerà così i segnali digitali invisibili tra i quali navigare e attraverso i quali poter accedere a storie immersive a 360°. Ma non è tutto, gli utenti hanno la possibilità di aggiungere le proprie storie e le proprie fotografie, aggiornando costantemente i dati contenuti nell’app.

white spots app Richard Vijgen

Le White Spots sono una sorta di territorio inesplorato del 21esimo secolo, una terra ancora ignota, conclude Vijgen “queste macchie bianche di territorio, prive di copertura, sono i nostri punti ciechi”.

White Spots sarà disponibile da maggio 2016 a dicembre 2017, e sarà costituito dall’applicazione interattiva White Spots, una trasmissione televisiva, un libro e un’esposizione itinerante.


White Spots, la mappa dei luoghi in cui Internet non esiste - Ultima modifica: 2016-07-26T16:02:04+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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