Pokémon Go, 8 business a cui può insegnare qualcosa

Pokémon Go è un fenomeno dilagante ma può trasformarsi in un indotto per aziende. Ecco 8 esempi di come il gioco abbia migliorato il business e la società

Dite quello che volete ma con 100 milioni di download Pokémon Go non è solo un fenomeno dilagante, ma può trasformarsi in uno strumento di business, un indotto per aziende, strutture pubbliche, luoghi di interesse e persino privati? Una semplice app di mostricciattoli può diventare il mezzo per azioni volte al miglioramento di alcuni aspetti della società?

*di Erica Maiorana

Qualcuno storcerà il naso, forse perché sfinito dalle orde di zombie armate di smartphone che attraversano la strada senza guardare, causano incidenti, affollano luoghi di culto o attrazioni turistiche con un unico scopo: Catch’em all! Acchiapparli tutti, ad ogni costo.

In molti nutrono scetticismo, persino fastidio nei confronti di questi pupazzetti colorati, altri però si sono strofinati le mani rendendo questa mania un’occasione proficua. I migliori fra tutti hanno aguzzato l’ingegno nel più incoraggiante dei modi: coinvolgendo i giocatori a fin di bene.
Di certo chi gongola più di ogni altro sono Nitendo-Niantic-Google in attivo di 6 milioni di dollari dal lancio di Pokémon Go, ma vediamo insieme in che modo questo gioco stia già influenzando la nostra società.

1. Turismo

Monumenti, sculture, parchi ed edifici sono i luoghi di ritrovo in cui le attrazioni si trasformano in Pokéstop. In rete ogni giorno vengono pubblicati migliaia di contenuti in cui vengono condivise mappe aggiornate di dove sia possibile recuperare Pikachu e i suoi amici. Agenzie di promozione turistica di New York non si sono lasciate scappare l’occasione per monetizzare questo trend, dando vita a tour della Grande Mela mirati a visitare i luoghi in cui si segnala la massima concentrazione di mostriciattoli.
L’esempio è diventato virale al punto da coinvolgere a macchia d’olio tantissime altre città statunitensi. Un’idea dei prezzi? Si va dai 25-30 dollari di Austin ai 10 dei sobborghi di Chicago.

2. Centri commerciali e supermercati
I retailer da sempre si ingegnano per sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia mobile, così da rendere l’esperienza instore più coinvolgente, ma spesso i risultati sono stati dei flop. App inutilizzate, risorse sprecate, campagne di marketing fallimentari. Niantic invece ha fatto sì che Nintendo potesse far rendere la sua app in modo ampio e versatile.
I supermercati possono inviare messaggi push attraverso la tecnologia beacon per inviare testi o avvisi riguardo ad offerte o nuovi prodotti. Pokémon Go vibra quando un Pokémon si trova nei paraggi. La stessa tecnologia viene usata per evidenziare banchi con offerte. In molti si sono avvalsi della capacità di attrarre dei Pokémon per invogliare i consumatori a spendere, sia nel gioco che in negozio.
Ma in che modo si collega l’app al commercio? Per mezzo delle ads, la più grande risorsa dell’universo di Internet. A breve Niantic lancerà degli inserimenti pubblicitari nell’applicazione, la quale è riuscita, senza sforzo, in tutto quello che i retailer hanno sempre sognato: far spostare le persone e indirizzare verso un luogo.

3. Ristoranti e locali pubblici
Ristoratori, negozianti, hotel e proprietari di piccole attività stanno cercando di migliorare il proprio business attraverso i PokéStop che – il caso ha voluto – si trovassero nei pressi delle loro attività commerciali. All’interno dei propri spazi, attraverso la vendita di merchandise, piatti o bevande dedicate, stuzzicando la curiosità nel giocatore si accrescono i consumi e con essi il giro dei propri affari. Basta poco, una locandina accattivante, una segnaletica efficace e il resto lo faranno gli smartphone e l’applicazione.

4. Società web
Su scala globale, il metamotore di ricerca Trivago ha offerto una lista di strutture Poké-friendly alle quali i giocatori si rivolgono più volentieri. Tripadvisor è tempestato di recensioni che sottolineano la presenza di Pokémon. Yelp ha lanciato un filtro che permette la ricerca di checkpoint collegati all’applicazione. Ma non è tutto: dai Pokémon potrebbe persino nascere l’amore. I siti di online dating hanno colto la palla al balzo, organizzando incontri sulla base di questo interesse reciproco. Il fenomeno sta creando sì una mania dilagante, ma ci sono ambienti in cui gli adulti che giocano con l’app subiscono un’autentica forma di emarginazione. I siti di dating aprono le porte proprio ai timidi, a chi non oserebbe, a chi non riesce ad esternare e condividere questa passione con nessuno della propria cerchia di affetti e conoscenze.

5. Nuove professioni (a tempo determinato)
Su ProntoPro.it, Loris,  un 27enne di Ravenna si è offerto per acchiappare Pokémon a pagamento a fronte di un compenso di circa 15 euro l’ora. A Milano si noleggiano risciò per i più pigri. A Prato un esercente ha organizzato dei tour della città per stranieri noleggiando i segway che già possedeva.
Basta avere un po’ di intraprendenza e l’applicazione diventa redditizia. Su eBay si trovano in vendita account con il gioco in fase ampiamente avanzata, ma quando si tratta di questo tipo di transazioni la prudenza deve essere altissima, in quanto la frode è all’ordine del giorno.

Passati in rassegna gli aspetti di business, quelli più imprenditoriali e monetizzabili, pensiamo che sia opportuno citare tre casi, meno tecnologici, ma sicuramente più propositivi e ispiranti del buon uso di Pokémon Go.

6. Reparti pediatrici
Un ospedale del Michigan ha lanciato un’iniziativa volta ad incoraggiare i bambini, invogliandoli a svolgere attività fisica e a socializzare con altri. L’applicazione Pokémon Go li spinge a muoversi, a camminare, ma va oltre, li porta a uscire dalle loro stanze e a sfruttare ogni risorsa messa a disposizione dalla struttura ospedaliera, accrescendo l’interazione anche con medici e infermieri.
Visitando il sito dell’ospedale, nella sezione “City & Family Life”, viene fornita una lista di punti di interesse all’interno della struttura, in cui è stato facilitato l’incontro tra giocatori, il tutto corredato da delle linee guida che illustrano come giocare in modo da non invadere la privacy degli altri pazienti.
Una risorsa a costo zero che si potrebbe mettere in pratica anche da noi, soprattutto in previsione del mese di agosto in cui con personale ridotto e iniziative interrotte, le lunghe degenze saranno più impegnative da gestire.

7. Salute e benessere
Chi gioca a Pokémon Go deve muoversi, è costretto a uscire di casa e andare a caccia di personaggi nel mondo reale. La fotocamera del proprio dispositivo diventa lo scenario in cui il Pokémon appare sullo schermo e in quel momento inizia l’interazione. Molti sistemi operativi danno in dotazione applicazioni legate al fitness, come personal trainer virtuali o anche solo semplici contapassi. Lanciare una di queste app in contemporanea a quella destinata alla caccia potrà risultare un incentivo per rimettersi in forma, per valutare quanto ci si sia spostati e anche il consumo di calorie.

8. Canili e passeggiate
In Indiana, un canile ha proposto ai giocatori di Pokémon Go l’opportunità di portare a passeggio un cane durante le loro lunghe sessioni di caccia ed esplorazione. La risposta è stata un autentico successo e i volontari hanno perso il conto delle persone che si sono offerte di portare fuori un cane approfittando delle loro lunghe passeggiate solitarie. Ne sono nate circa 250 adozioni, un risultato incredibile per quella comunità.
Un cane ha bisogno di interazione con chi lo conduce al guinzaglio, questo si sa, e sarebbe opportuno tenere in tasca il telefono quando si è a passeggio, ma per gli ospiti forzati dei canili anche solo una passeggiata un po’ più lunga è un dono inestimabile. E’ incredibile poi pensare che da una passeggiata nasca una forma di complicità capace di sfociare in un affetto disinteressato. Allora ben vengano i Pokémon, se possono fare del bene!
Pokemon Go App Business


Pokémon Go, 8 business a cui può insegnare qualcosa - Ultima modifica: 2016-08-02T08:24:50+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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