HP: lo storage software-defined che cambia le aziende

HP: lo storage Software-defined che cambia le aziende. Tutte le strategie in campo.

Una nuova struttura, un nuovo stile nell’IT oggi è possibile grazie allo storage software defined. Una tecnologia che consente di portare su un nuovo livello virtualizzato le risorse storage creando un’infrastruttura in grado di rispondere in ogni momento alle esigenze delle imprese adattandosi istantaneamente ai bisogni e alle nuove opportunità.

Lo storage è la nostra memoria collettiva. Grazie ai dati immagazzinati (a una velocità e una quantità sempre crescente) negli ultimi anni siamo stati in grado di analizzare avvenimenti del passato e, grazie al continuo sviluppo dei software, di fare “intelligence” sui dati, abbiamo la possibilità di comprenderne nel dettaglio i contenuti traendone competenze ed insegnamenti, che vanno ad arricchire la nostra capacità di interpretazione. La tendenza sarà sicuramente quella di “liberare” il dato e quindi renderlo leggibile ovunque ci si trovi e da qualsiasi dispositivo, dal telefono cellulare al forno a microonde intelligente.
Yari Franzini, Country Manager HP Storage and Networking Italy, e Fabio Di Dionisio, Country Category Manager- Primary Storage Solutions HP, raccontano lo stato dell’arte del mercato Storage e le sfide quotidiane che le tecnologie HP si trovano ad affrontare.

Come si sta evolvendo il mercato dello storage, quali sono le tendenze in atto?

Il mercato Storage sta vivendo un periodo di grande fermento, tematiche di cui si parla da tempo oggi sono ormai realtà. Si possono individuare due macro temi all’interno di questo settore: il flash e il Software-defined Everything. Lo storage ottimizzato per flash accelera le applicazioni consentendo di fare un salto in termini di performance, che tradotto in business vuol dire offrire la possibilità di accelerare le operazioni e ottenere i risultati desiderati. Favorisce un cambio in termini prestazionali, rendendo le performance “Enterprise” a portata di tutte le categorie di utenti business. Le soluzioni HP stanno già cambiando paradigma, spostando il focus dal disco tradizionale al supporto SSD, permettendo di abbattere il costo per giga con tecnologie intelligenti che fanno risparmiare spazio su dico, con la possibilità di deduplicare i dati. Un aspetto estremamente interessante che riguarda lo sviluppo delle infrastrutture è legato alla diffusione crescente delle architetture “Software-Defined”, che in prospettiva promettono un salto quantico nella gestione dei data center. Sotto questo aspetto HP è un pioniere, avendo portato già da anni sul mercato la propria soluzione software-defined storage.

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Oltre alla capacità, quali sono le esigenze più sentite nella gestione dei dati?

La sicurezza rappresenta un punto fondamentale nella gestione dei dati. Rendere disponibili enormi volumi di informazione in tempo reale e da qualsiasi punto di accesso va di pari passo con la costruzione di architetture di sicurezza che rendano il dato inespugnabile. Contestualmente, anche l’aspetto delle performance viene tenuto in altissima considerazione: poter elaborare in tempo reale l’informazione necessaria, cambia radicalmente il “Time-to-Market” e quindi la capacità di un’azienda di essere efficace nel proprio mercato di riferimento. Grazie alla possibilità di usufruire dei dati in qualsiasi momento senza limiti geografici, le architetture Cloud sono tra le tecnologie emergenti e un fenomeno in continua crescita.

Come si può mettere a frutto la grande mole di dati che accumuliamo?

Accumulare informazioni significa acquisire conoscenza, non esistono dati inutili ma solo modalità differenti di utilizzo degli stessi. Per sfruttarli al meglio è necessario disegnare la giusta architettura che consenta di accedere con estrema velocità al dato “caldo” e che consenta di poter depositare, per esempio su dei dispositivi a basso costo ma ad alta capacità di archiviazione, tutti quei dati che dovranno essere consultati a distanza nel tempo.

 

Parlando di architetture storage, i temi legati al Flash sono molto innovativi

Oggi è possibile pensare e proporre soluzioni Storage All Flash a dei costi paragonabili a quelli dei dischi tradizionali. Sicuramente è necessario un cambio di approccio anche da parte dei responsabili delle infrastrutture, che inevitabilmente dovranno considerare le tecniche di efficienza di scrittura del dato come una componente fondamentale delle logiche di costruzione delle proprie infrastrutture. E con queste logiche dovranno “sfidare” il vendor chiedendogli di dimostrare su carta come le tecnologie Flash possano cambiare l’accesso alla propria base dati, consentendo allo stesso tempo un miglioramento del Total Cost of Ownership. Questo è esattamente il messaggio che HP sta portando sul mercato: “Flash everywhere” grazie alla strategia “Converged Storage”, il tutto a performance eccellenti con costi di accesso ai Drive SSD pari a quelli dei dischi tradizionali, mantenendo al contempo la semplicità di gestione e una grande attenzione al ritorno dell’investimento.

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Storage software-defined, cosa significa?

È lo Storage completo senza la necessità di un hardware dedicato, è la capacità di estrarre le funzioni tipiche di uno Storage enterprise e slegarle dal supporto, superando quello che è stato l’approccio tradizionale usato fino a oggi. La possibilità di slegare le funzioni Storage o Networking da dispositivi fisici dedicati abilita un livello di flessibilità di gestione delle infrastrutture senza precedenti. Lo Storage diventa macchina virtuale, portando con sé tutti i vantaggi della virtualizzazione, a cominciare da quelli di flessibilità e mobilità. Può essere inserito all’interno di realtà virtuali già esistenti, può muoversi anche geograficamente permettendo di sfruttare a pieno tutte le risorse. Ad esempio, un’azienda può avere a disposizione e controllare tutti i dati delle sue filiali, siano esse a Roma, Sondrio, Parigi o in qualsiasi punto del mondo. È possibile mettere in sicurezza i dati, anche quelli “fisicamente” lontani. Software-defined mette in connessione tutti i server di un azienda mantenendo le caratteristiche dello Storage enterprise.

Perché un’azienda dovrebbe scegliere la tecnologia HP?

La scelta può essere considerata da due punti di vista: HP come partner tecnologico a tutto tondo, ottimizzando il valore della convergenza che questo brand offre, o come fornitore di tecnologie Storage.  Convergenza per HP significa combinare le differenti parti dell’infrastruttura tecnologica governandole da un unico punto di ingresso, con il vantaggio di interfacciarsi con una realtà che produce e sviluppa tutte le componenti. A questo si affianca la capillarità dei servizi di supporto. L’approccio tecnologico è sempre Open, le infrastrutture si integrano e creano valore aggiunto all’interno dei data center dei clienti. Scegliere lo Storage HP significa invece fare convergenza all’interno di questo mercato, con un approccio che permette di aggiungere capacità di calcolo e spazio su disco solo quando ce n’è il reale bisogno, garantendo quindi più  controllo sui costi del data center e dell’infrastruttura, stressata da richieste di business che cambiano continuamente.

 

Oltre che per i big del mercato, Software-defined Storage è adatto anche a Pmi e startup?

“SDS è indiscutibilmente la soluzione ideale per startup e PMI: le prime per la necessità di introdurre sul mercato nuovi servizi appoggiati a infrastrutture fortemente flessibili e scalabili, capaci di crescere al crescere del servizio stesso.. che in fase iniziale è scarsamente predicibile in termini di andamento, il tutto al più basso impatto di costo possibile. Per quel che concerne le PMI, le soluzioni Software-defined Storage non necessitano di data center enterprise gestiti da team di ingegneri: al contrario, anche una piccola realta, con queste architetture può creare un data center con tutte le caratteristiche enterprise ad un costo molto più limitato.”

Come si inserisce nella convergenza di HP?

Il Software-defined Storage è il motore dell’iper convergenza, naturale evoluzione del Software-defined Data Center e del Software-defined Everything. Permette di avere un solo blocco virtualizzato, che presenta al suo interno tutte le funzioni di cui si ha bisogno. Si può gestire la sua capacità andando a scalare all’infinito e sapendo esattamente quanto costa ogni blocco e che capacità permette di raggiungere. E quando la capacità aumenta, rimane invariata la gestione dell’infrastruttura. Inoltre il software OneView permette in maniera graficamente piacevole di comprendere cosa succede in tempo reale all’interno di un data center.

 

Che ruolo hanno i partner HP nello sviluppo della vostra strategia e nel diffondere la tecnologia “software-defined” ?

HP da sempre punta sul canale, i partner sono una forza vendita estesa, in grado di raccontare la tecnologia a 360° e di trasferire il nostro know-how ai clienti. È un grande momento per i partner che hanno una visione tecnologica: la possibilità di slegarsi sempre più dall’hardware permette al canale di diventare estremamente creativo in fase di ingegnerizzazione delle soluzioni. La capacità di virtualizzazione consente di pensare in modo molto differente, di reingegnerizzare con software-defined i dati esistenti dando la giusta prospettiva di crescita al cliente. Il partner diventa da tecnico a “designer”.

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Il software-defined Storage è utile anche in fase di analisi dei dati?

Sì, è una piattaforma su cui basare qualsiasi tipo di architettura Storage e strumenti di analisi di business. Il dato permette di trarre un beneficio business se viene ospitato all’interno di dispositivi che lo rendono ricercabile, leggibile e lo mettono in sicurezza. Anche quello che non si consulta quotidianamente, nel momento in cui ce n’è la necessità, deve essere trovato velocemente. La sfida è comprendere il dato, tirar fuori l’informazione necessaria per l’esigenza specifica, abilitare l’utente finale a comprendere ciò che serve per la sua attività. Non ci sono vincoli per accedere ai dati, è possibile analizzare quello di cui ho bisogno in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, per questo si parla di “Data liberation”.

Uno sguardo sul futuro: quali sono le sfide che HP si prepara ad affrontare dal punto di vista tecnologico e di mercato?

Il prossimo dicembre a Barcellona, in occasione dell’evento HP Discover, i clienti toccheranno con mano la visione HP e assisteranno a importanti annunci di prodotto. La strategia è semplice e chiara: abilitare il business. Intendiamo proporre tecnologie umane, in grado di interfacciarsi con l’utente finale, chiamato a occuparsi del suo business avendo la sicurezza che la sua infrastruttura sia costantemente monitorata, solida e sicura.


HP: lo storage software-defined che cambia le aziende - Ultima modifica: 2014-11-27T17:14:38+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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