Questo è quello che mi è rimasto in mente degli interventi che ho seguito al DoLabCamp di Roma, in 5 punti.
/ Questo è quello che mi è rimasto in mente degli interventi che ho seguito al DoLabCamp di Roma. Sicuramente i relatori hanno detto molte più cose e magari più interessanti di quelle che ricordo io, senza guardare gli appunti. Ma è proprio qui il primo insegnamento della giornata di oggi:
1) Quello che i lettori capiscono o ricordano dipende da te, da come lo comunichi. Il lettore ha sempre ragione insomma. Se non interagisce con un account social, se scappa dal sito web la colpa è tua. (Insegnamento dagli interventi di Valentina Falcinelli ed Emanuela Zaccone).
2) Non bisogna fingere di essere qualcos’altro o qualcun altro. Puntare ad aver una community ad ogni costo, non serve e non funziona. Se si hanno dei valori, delle idee, delle esperienze da condividere allora sì. (Emanuela Zaccone).
3) Non bisogna fingere 2, ovvero non mentire a se stessi. Siamo quasi tutti “immigrati digitali”, non siamo nati in un mondo hi-tech, ma ci siamo trasferiti; anzi è il mondo digitale che è spuntato sotto i nostri piedi. Il digitale, quindi, non è la nostra lingua madre, bisogna sempre essere disposti ad imparare. (Futura Pagano)
4) La forma è contenuto. La forma che si dà ai contenuti (su qualsiasi media) è parte del contenuto perché modifica il modo in cui percepiamo, capiamo e ricordiamo. Un testo senza aria, senza spazi, senza margini soffoca quello che vogliamo dire (Valentina Falcinelli).
5) Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto te. Se vuoi interazione, interagisci; se vuoi rispetto allora rispetta le persone che ti seguono e ti leggono, se ti piacerebbe avere una comunità viva, rendi vive le comunità a cui partecipi (Emanuela Zaccone).
Ho anche imparato che se devi fare un elenco puntato meglio fermarsi a 5, altrimenti le persone faranno fatica a leggere e ricordare.