Quotazione Snapchat: il fantasmino cresce ed entra in Borsa

È arrivato il momento: la social chat dalle immagini effimere entra in Borsa, la quotazione Snapchat è una realtà e sarà di grande impatto sul mercato.

È arrivato il momento: la social chat dalle immagini effimere entra in Borsa, la quotazione Snapchat è una realtà. Il social media di Evan Spiegel – che tanto piace agli adolescenti – ha un valore che si aggira tra i 20 e i 25 miliardi di dollari. Ma c’è di più, Snapchat ha rilasciato la tanto attesa dichiarazione ufficiale che conferma le voci che giravano da tempo: verrà quotata in borsa, la quotazione Snapchat, la Ipo è qui.

La quotazione Snapchat tanto annunciata

La società vorrebbe puntare a raggiungere i 3 miliardi di dollari di offerte e verrà quotata alla Borsa di New York con il titolo SNAP. Si tratta di uno dei debutti più impattanti sul mercato per una società tecnologica, nata soltanto 5 anni fa. Il social network, con sede a Los Angeles, spopola tra i teenager e i giovani adulti e vanta un successo senza precedenti. Evan Spiegel l’ha creata a soli 26 anni, poco dopo il conseguimento della laurea alla Stanford University.

Ora tutti ammirano Snapchat, ma prima …

Ma non sempre Snapchat ha goduto di così tanta ammirazione, c’è stato persino un tempo in cui venne etichettata come applicazione per il sexting (sesso via messaggi telefonici).
Ma, ovviamente, è molto di più. Tra gli utenti di spicco ci sono Kim Kardashian, DJ Kahled e John Mayer. Il meccanismo è diverso da quello di Facebook, nel quale i post vengono salvati cronologicamente nella timeline, quello che si condivide su Snapchat scompare dopo un certo periodo di tempo. A Snapchat si deve la rivoluzione del concetto di social networking, avendolo reso un social più casual, temporaneo, in completa antitesi con quello di Zuckerberg.

Tutto con la fotocamera

“Così come avvenne per i computer desktop, nei quali il cursore con la sua freccetta rendeva ogni azione possibile, in Snapchat il punto di partenza è lo schermo della fotocamera” la società ha scritto nella presentazione ufficiale “Questo significa che siamo disposti a correre dei rischi nel tentativo di creare prodotti innovativi, ma anche fotocamere concettualmente differenti, in grado di riflettere e migliorare le nostre esperienze di vita”.

La quotazione più importante degli ultimi anni

Sebbene si sia parlato del debutto pubblico con il più alto profilo che il settore tecnologico abbia visto negli ultimi tempi, la quantità di denaro cui Snap sta puntando fa impallidire in confronto alla ultima grande IPO tecnologica, quella del gigante cinese di e-commerce Alibaba. Quell’offerta nel 2014, aveva raccolto quasi $ 22 miliardi di dollari. Facebook si aggiudica il secondo posto, dopo aver raccolto 16 miliardi di dollari nel 2012.
Snap ha fatto sapere di poter contare su 158 milioni di utenti al giorno, ottenendo $ 404,5 milioni di vendite nel 2016, partendo dalle 58,7 $ nel 2015.

La quotazione di Snapchat apre nuovi scenari

Ma nel corso degli ultimi mesi, Spiegel & Co., hanno anche aperto la loro visione, che va ben oltre quello che siamo abituati a fare con Snapchat. Lo scorso settembre sono stati presentati gli Spectacles, degli smart glass che costano circa 130 dollari, equipaggiati con una videocamera, che sono stati progettati per postare su Snapchat. Attualmente non hanno ancora riscosso il successo auspicato in termini di guadagni, ma la distribuzione del prodotto è ancora limitata.
Anche se il fascino enigmatico di Snapchat – che ha presa in particolare con gli adolescenti – è stato la sua arma segreta fino ad ora, se Snap vorrà crescere come azienda pubblica, deve espandersi oltre i suoi giovani, anche se gode già di una base di utenti demograficamente invidiabile.
nuovo design quotazione snapchat


Quotazione Snapchat: il fantasmino cresce ed entra in Borsa - Ultima modifica: 2017-02-04T16:50:38+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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