DoLabCamp, a scuola di social

Qualche ora al DoLabCamp è preziosa per capire i trend, sono solo dei social media, ma più in generale della comunicazione digitale

Di Daniela Schicchi

“Community manager siete gli eroi del digitale, con la maschera del brand andate in battaglia” (Futura Pagano, digital strategist)

In un tempo in cui formazione e cultura digitale vengono date per scontate, restare qualche ora ad ascoltare il social media team di DoLabCamp è stata davvero un’occasione preziosa. Una giornata per riflettere, scoprire, imparare e azzerare molti concetti. Futura Pagano, digital strategist di DoLabSchool ha aperto le danze con una bella serie di domande, in apparenza banali, che hanno delineato il profilo attuale dei professioni in rete.

Quadro che divide nettamente i nativi digitali e coloro che del digitale hanno dovuto (volenti o nolenti) fare parte fondamentale della loro vita. “Il concetto stesso di digital education ci dice che il 90% dei lavori odierni necessita di competenze digitali”. Impossibile, dunque, chiamarsene fuori, bisogna buttarsi nella mischia.

Attenzione, però, perché non tutto ciò che pubblichiamo in rete è interessante, non serve pubblicare a tutti i costi se non si ha niente da dire e, soprattutto, non sono il numero di like a fare la differenza per un bravo social media manager.

Grande rivoluzione, dunque, se anche voi vi ritrovate ad avere clienti che parlano solo di successi in base ai like che, peraltro, si possono anche acquistare annientando totalmente l’abilità di un professionista della rete.

Ma questa è un’altra faccenda. Alcune questioni ovvie, ma mai scontate come la digital strategy e la stesura di un piano editoriale (questo sconosciuto) sono stati altri due aspetti che Futura ha evidenziato con incisività ai presenti. In sostanza, apri i canali social, ti chiami social media manager, lavori in rete, ma ce l’hai un programma? Un sistema di contenuti, di idee, di progetti regolarmente programmabili da dare in pasto alla rete? Perché se la tua risposta è “no”, allora è meglio non avere i canali social, come ha ricordato più volte la giovane strategist. “E mi raccomando – ha aggiunto – se li aprite, non mollateli più i canali!”.

In sostanza, che siate nativi digitali o digital immigrant, sappiate che il mondo digitale va studiato, sperimentato e non può essere affidato al “cugino di turno che è bravo con internet”. Detto questo, allora, c’è da affrontare poi la questione della scrivania.

Ovvero pensare che il lavoro è dove c’è una scrivania. Niente paura, a chiarire questo concetto ci ha pensato Emanuela Zaccone, con la sua bionda e inarrestabile energia. Parliamo dunque di nomad working, come sinonimo di smart working, di lavorare ovunque, purché esista un device e una connessione wi-fi. Argomento che mi è sempre particolarmente caro, visto che per me è diventato un mantra.

“Imparate a essere flessibili, a lavorare con sistemi di social collaboration e a esser curiosi. Sempre”. Ma allora, è possibile avere qualche consiglio rapido per svoltare la propria strategia online o, per lo meno, per smettere di compiere alcuni devastanti errori? Ecco alcuni consigli che Emanuela ha ripetuto a lungo: “Se pubblicate cose intelligenti, non sparirete dalla rete; aggiornate subito quell’assurda biografia su Linkedin; non lasciate la vostra foto in costume da bagno a dicembre, cambiatela; sperimentate su voi stessi prima di sperimentare sui vostri clienti e utilizzate degli hashtag in base al periodo, al lavoro o al vostro cliente per rintracciare quanto pubblicate su tutti i canali social”.

 


DoLabCamp, a scuola di social - Ultima modifica: 2014-09-25T19:54:58+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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