Luca Parmitano, “Volare – 166 giorni con @astro_luca”

L’astronauta italiano Luca Parmitano racconta la sua esperienza nello spazio e nei social, da qui è nato il libro “Volare – 166 giorni con @astro_luca”

Nello spazio Internet va ad intermittenza, ma l’astronauta italiano è riuscito a raccontarci la Terra e l’uomo visti da lì: “di giorno, l’uomo – e il suo operato – sono del tutto invisibili. E in questo si prova un grande senso di umiltà, che mi piacerebbe poter trasmettere. Di notte invece, le mille luci delle città e della civiltà creano fantastiche costellazioni: quasi a ricordare che l’uomo è capace di innalzarsi al di sopra della sua natura animale.

di Ilaria Galateria

Maggiore dell’Aeronautica Italiana e astronauta, 38 anni, siciliano di Paternò in provincia di Catania, sposato con due figli, Luca Parmitano come militare ha oltre duemila ore di volo su più di quaranta tipi diversi di velivoli. Come astronauta, invece, nel 2009 ha compiuto la sua prima missione nello spazio ma ha anche collezionato due “passeggiate spaziali” (la prima il 9 luglio 2013, la seconda il 16 luglio dello stesso anno che, però, si è dovuta interrompere per un problema tecnico), diventando così il primo astronauta italiano a effettuare attività extraveicolari. I suoi scatti fotografici hanno fatto il giro del mondo e il suo libro “Volare – 166 giorni con @astro_luca” scritto nello spazio, ha avuto un grande successo. Tante le definizioni a lui attribuite: “L’uomo delle stelle”, Iron Man, ma anche il primo Social astronauta.

“In realtà è la prima volta che sento questa definizione”, ci risponde Parmitano. In genere non amo le definizioni, perché sono necessariamente limitate a un unico contesto. In questo caso, sottolinea il mio lavoro di comunicazione: ho utilizzato tutti gli strumenti a mia disposizione, e le piattaforme social mi hanno certamente aiutato nella divulgazione. Ma nella vita e nel lavoro di un astronauta l’aspetto social ha una rilevanza limitata”.

  • 166 giorni, 06 ore e 19 minuti, tanto è durata la sua missione nello spazio: come era scandita la sua giornata?

Sull’ISS la giornata inizia intorno alle 6.00 am, orario di Greenwich. Di solito gli astronauti hanno il tempo di fare colazione, vedere i cambi al programma della giornata e, in genere, prepararsi al lavoro. Si comincia intorno alle 7.30, con un giro di teleconferenze con i centri di controllo (negli Stati Uniti, Europa, Giappone e Russia), poi ogni astronauta segue la propria tabella: scienza, manutenzione, esercizio fisico e così via, fino alle 19.30. La sera, dopo cena, c’è tempo per un po’ di relax, qualche telefonata a familiari e amici.

  • Durante la permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale ha scritto la sua esperienza sul blog che poi è diventato anche un libro “Volare – 166 giorni con @astro_luca”. Come è nata l’idea?

L’idea del blog nasce dalla volontà, o forse necessità, di condividere un’esperienza talmente fuori dal comune da essere un privilegio. E a ogni privilegio deve corrispondere una responsabilità: la mia, in questo caso, era di portare il punto di vista di un astronauta direttamente a portata di mano del pubblico.

  • Il nostro Pianeta osservato da molto “lontano”, dallo Spazio, assume un fascino diverso?

Dipende da cosa si intende per “lontano”. L’ISS viaggia a “soli” 400 km di quota, per cui un occhio addestrato riesce a scorgere moltissimi dettagli, anche senza teleobiettivi. Non abbiamo una visione della Terra nella sua interezza, come gli astronauti delle missioni Apollo. Però è interessante vedere cosa svanisce e cosa resta: di giorno, l’uomo – e il suo operato – sono del tutto invisibili. E in questo si prova un grande senso di umiltà, che mi piacerebbe poter trasmettere. Di notte invece, le mille luci delle città e della civiltà creano fantastiche costellazioni: quasi a ricordare che l’uomo è capace di innalzarsi al di sopra della sua natura animale.

Luca Parmitano Spacewalk

Lo Spacewalk di Parmitano

  • Quanto è stato importante Internet per rimanere in contatto con il resto del mondo?

Sicuramente è utile, ma non tutti gli astronauti ne fanno uso. La tecnologia è ancora tale che il collegamento è molto lento e dipendente dalla copertura satellitare – che è intermittente. Però è il sistema migliore per interagire direttamente con il grande pubblico. Certo, un filmato può essere di grande effetto, ma si perde il contatto con chi è dall’altro lato dello schermo.

  • Attraverso i social si sentiva meno solo?

Non siamo mai soli a bordo. E “sentirsi” soli è comunque molto diverso dall’essere fisicamente isolati. Non è per quello che utilizzavo le piattaforme social.

  • Skype è stato un mezzo per vivere comunque all’interno della sua famiglia, per vedere crescere le sue due bambine?

Ho utilizzato vari sistemi di videoconferenza per poter vedere le mie bambine e la mia famiglia, non solo durante la permanenza in orbita ma anche e soprattutto nei lunghi anni di addestramento. Di certo è un ottimo palliativo.

  • Ha postato diverse foto su Facebook: come sono stati accolti questi suoi “messaggi”?

Ho cercato di pubblicare foto che dessero un’idea a 360 gradi di quello che è la vita in orbita, dal quotidiano allo straordinario. La risposta del pubblico è sempre una sorpresa: alcune foto, che per me potevano essere meno interessanti, hanno riscosso un notevole successo, in termini di commenti e numero di rinvii. Altre, che credevo potessero destare un grande interesse, erano invece quasi ignorate.

  • Oggi, che è tornato sulla Terra, usa quotidianamente i social? Quali?

La vita di ogni giorno interferisce molto di più sulla Terra che in orbita, per cui non sono altrettanto presente sulla scena social. Anche perché sono d’accordo con chi ha detto che, se non è possibile migliorare il silenzio, è meglio tacere. Ma quando ho qualcosa da raccontare mi piace condividerla.

  • Progetti futuri?

Sono un astronauta e spero presto di poter volare nuovamente. Fortunatamente, nell’ambiente spaziale, i progetti interessanti non mancano mai.


Luca Parmitano, “Volare – 166 giorni con @astro_luca” - Ultima modifica: 2015-07-15T10:07:51+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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