Un’enciclica che vale la pena ricordare

PuntoG Papa Francesco, spiega il legame tra uomo e ambiente e dedica grande attenzione alle grandi potenzialità della tecnologia di Antonella Tagliabue* Albert Einstein non doveva avere grande considerazione per la memoria. Pensava che fosse “l’intelligenza degli idioti” e che non bisognasse mai memorizzare quello che si può trovare in un libro. Però potrebbe essere […]

PuntoG

Papa Francesco, spiega il legame tra uomo e ambiente e dedica grande attenzione alle grandi potenzialità della tecnologia

di Antonella Tagliabue*

Albert Einstein non doveva avere grande considerazione per la memoria. Pensava che fosse “l’intelligenza degli idioti” e che non bisognasse mai memorizzare quello che si può trovare in un libro.

Però potrebbe essere cosa buona e giusta ricordare, appunto, quello che in certi libri si può trovare. Ci sono libri di cui si è parlato molto ma dentro i quali probabilmente si è cercato troppo poco. Tra questi il premio del testo più citato e meno letto dell’anno potrebbe forse vincerlo “Laudato si'”, l’enciclica verde di Papa Francesco. L’enciclica andrebbe innanzitutto letta alla luce dei contenuti di fede. È un appello ai cristiani in quanto tali sulla “cura della casa comune”, oltre che un manifesto ecologista. Parte dal presupposto che la natura abbia carattere divino e che bisognerebbe parlare di “creazione”, quale progetto dell’amore di Dio. La capacità di impatto mediatico, la semplicità divulgativa del documento, la costruzione logica degli argomenti e la volontà di condivisione la rendono un’ottima lettura e occasione di riflessione anche per chi la guarda laicamente e trova nel Pontefice una sorte di eroe dei tempi moderni per sostenere una causa, quella ambientale, che ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.

Nel documento ci sono tutte le frasi sulle banche, la finanza, la politica e la proprietà privata che sono state riportate da molti commentatori. Ma la forza del documento sta nella semplicità con cui si spiega il legame tra uomo e ambiente.

“Quando parliamo di ambiente facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. L’ecologia umana è inseparabile dalla nozione di bene comune“. L’accesso alle risorse naturali è allora un diritto inalienabile di ogni uomo, come il diritto alla vita e alla dignità. E la dignità dell’uomo è collegata all’uso delle risorse del Pianeta.

“L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme” e la preoccupazione per la Terra è innanzitutto amore per gli uomini.

“Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone. Ciò mette a rischio il senso di lotta per l’ambiente”. Per lottare per l’ambiente bisogna allora amare gli uomini, anche quando sbagliano. Papa Francesco non ha dubbi in questo senso. L’attuale crisi ecologica ha “natura umana. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene e che la verità sboccerà spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia”.

L’enciclica dedica grande attenzione alle grandi potenzialità della tecnologia e al pericolo di una fede acritica nel progresso.

La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose”. Non si può negare la forza del richiamo. Probabilmente Papa Francesco sa che la tecnologia è alla ricerca delle relazioni tra le cose, ma la dimensione del mistero rimane una faccenda di uomini ed eventualmente di Dio.

La soluzione è “un’ecologia integrale che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali. Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia. Se la crisi ecologica è un emergere o una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità, non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali. Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso”.

Forse Einstein aveva ragione a dire che non bisogna ricordare ciò che si può trovare nei libri.

Ed è troppo presto per valutare se questa enciclica avrà un impatto, con i suoi richiami a tutti gli uomini, inclusi quelli che ci governano.

Forse basterebbe ricordare una frase che parla a ogni uomo, indipendentemente da ciò in cui crede e che rappresenta la sintesi più felice di “Laudato si’”: lo scopo finale della altre creature non siamo noi. Proprio così.

*Amministratore delegato della società di consulenza strategica di Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”.

Enciclica Papa Francesco


Un’enciclica che vale la pena ricordare - Ultima modifica: 2015-12-06T09:51:12+00:00 da Francesco Marino
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