Eugene Kaspersky fa ricorso contro Trump

Eugene Kaspersky ha fatto ricorso alla Corte federale del Dipartimento della Sicurezza Usa contro il bando Trump per i suoi prodotti nelle agenzie federali

Trump continua nella lotta contro l’azienda di cyber security Kaspersky Lab e Eugene Kaspersky fa ricorso contro la decisione del governo Trump di bandire dalla agenzie Federali il suo software.

Trump contro Kaspersky, Kaspersky contro Tump

Già in settembre aveva intimato a tutte le agenzie governative degli Stati Uniti di rimuovere i prodotti di Kaspersky dai loro sistemi informatici. Ora conferma il divieto. Proprio questa settimana il presidente Usa ha firmato una legge per la difesa del Paese, che include il divieto di utilizzare gli anti-virus dell’azienda russa. Questo rende la decisione di settembre ufficiale e le agenzie federali che non hanno ancora cambiato fornitore di anti-virus sono obbligate a farlo.

Kaspersky fa ricorso in appello contro la decisione di Trump

L’azienda di cyber security nell’ultimo anno è stata accusata di lavorare per l’Intelligence russa. Secondo il New York Times, Israele avrebbe denunciato il furto dei dati nei pc della NSA da parte di hacker russi, per rubare informazioni segrete agli Usa utilizzando i software anti-virus. Kaspersky Lab avrebbe trovato accidentalmente i file segreti rubati all’ NSA per poi cancellarli.

Eugene Kaspersky si è detto pronto a mostrare i codici sorgente

Eugene Kaspersky, fondatore dell’azienda, ha più volte negato qualsiasi coinvolgimento e in passato si è dimostrato pronto a mostrare i codici sorgente per dimostrare che la sua compagnia di sicurezza non fosse il cavallo di Troia delle spie russe. Kapersky si era detto pronto a testimoniare anche davanti al Congresso per dimostrare che la propria impresa fosse super partes. Queste azioni per il momento sono state inutili e quindi l’azienda ha deciso di passare all’azione legale.

Kaspersky Lab fa ricorso contro il divieto nelle agenzie federali Usa

Eugene Kaspersky fa ricorso contro Trump

Kaspersky fa ricorso contro la decisione di Trump di bandire il software per la sicurezza dalla Agenzie federali USA

Kaspersky Lab ha annunciato che sta presentando ricorso alla corte federale del Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (DHS) contro la decisione relativa alla Binding Operational Directive 17-01, che vieta l’uso dei prodotti dell’azienda nelle agenzie federali. Kaspersky Lab ha presentato ricorso per far valere i propri diritti processuali costituzionali e contestare la Binding Operational Directive che vieta l’uso dei prodotti e delle soluzioni della società da parte delle agenzie governative degli Stati Uniti. La società afferma che la decisione del DHS è incostituzionale e basata su fonti pubbliche soggettive e non tecniche, come resoconti fatti dai media, dichiarazioni e rumor non avvalorati e spesso anonime. Inoltre, il DHS non è stato in grado di fornire alla società un adeguato processo che le consentisse di contestare le accuse infondate alla base della direttiva e non ha fornito alcuna prova di illecito da parte della società.

La volontà di Eugene Kaspersky di collaborare con il DHS

A metà luglio, Kaspersky Lab si è rivolta direttamente al DHS, offrendosi di fornire qualsiasi informazione o supporto che riguardasse l’azienda, le sue operazioni o i suoi prodotti, ribadendo il proprio impegno costante alla trasparenza, allo sviluppo affidabile delle proprie tecnologie e servizi e alla cooperazione con i governi e l’industria della sicurezza IT di tutto il mondo per contrastare le minacce informatiche. A metà agosto, il DHS ha confermato di aver ricevuto la lettera da parte dell’azienda e di aver apprezzato l’offerta di fornire informazioni e ha manifestato interesse per future comunicazioni con Kaspersky Lab in merito alla questione. Tuttavia, la successiva comunicazione ricevuta da Kaspersky Lab da parte del DHS è stata la notifica dell’emissione della Binding Operational Directive 17-01, in data 13 settembre 2017.

Di conseguenza, le azioni del DHS hanno causato un danno indebito sia alla reputazione dell’azienda nel settore della sicurezza IT che alle vendite negli Stati Uniti. Ha ingiustamente messo in discussione i principi fondamentali di Kaspersky Lab che consistono nel proteggere i propri clienti e combattere le minacce informatiche indipendentemente dalla loro origine o scopo. Presentando ricorso, Kaspersky Lab spera di proteggere il diritto di ottenere un giusto processo ai sensi della Costituzione degli Stati Uniti e della legge federale e rimediare al danno causato alle proprie operazioni commerciali, ai propri dipendenti e partner commerciali con sede negli Stati Uniti.

Le dichiarazioni e le iniziative per la trasparenza

“Poiché a Kaspersky Lab non è stata fornita la dovuta opportunità di rispondere alle accuse e non sono state fornite prove tecniche per convalidare le azioni del DHS è nell’interesse dell’azienda difendersi da queste accuse. Indipendentemente dalla decisione del DHS, continueremo a fare ciò che conta davvero: rendere il mondo più sicuro dal crimine informatico”, ha dichiarato Eugene Kaspersky, CEO di Kaspersky Lab.

A testimonianza del proprio impegno per la fiducia e la trasparenza, il 23 ottobre Kaspersky Lab ha lanciato la Global Transparency Initiative. Questa iniziativa includerà una revisione indipendente del codice sorgente dell’azienda, degli aggiornamenti del software e delle regole di rilevamento delle minacce; una revisione indipendente dei processi interni per verificare l’integrità delle soluzioni e dei processi dell’azienda; l’apertura di tre centri di trasparenza entro il 2020, in Asia, Europa e Stati Uniti; l’aumento della ricompensa fino a 100 mila dollari per la scoperta di vulnerabilità nei prodotti Kaspersky Lab.


Eugene Kaspersky fa ricorso contro Trump - Ultima modifica: 2017-12-19T17:14:35+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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