Google lancia la sfida ad Amazon e implementa la sua piattaforma per e-commerce

La società di Mountain View sta implementando la sua piattaforma per competere in modo più efficace con l’attività di e-commerce di Amazon.

Google scende in campo nel settore e-commerce in maniera strutturate, pianificando una serie di attività pronte a fare concorrenza a Amazon leader mondiale nel settore delle vendite online, proprio come già provato nel 2013, 2014, 2017 e 2019. Dopo Facebook con il suo shops, anche Google si struttura per ritagliarsi la sua fetta nel settore delle vendite online.

Cosa spinge ora Google a investire in maniera importante nel settore e-commerce? Come oramai ben sappiamo,  la pandemia di coronavirus che partendo dalla Cina ha colpito l’Europa e poi l’America (ancora oggi i numeri di contagiati in Nord e Sud America non cessano di diminuire), ha dato una forte spinta alle vendite online, generando un numero di transazioni online senza precedenti.

Google ha dichiarato che rinuncerebbe alle commissioni di vendita su Google Shopping e consentirebbe ai rivenditori di utilizzare i servizi di gestione degli ordini e dei pagamenti di terze parti.

La crescita degli e-commerce a causa della pandemia

Ovviamente in questo scenario, Amazon la fa da padrone, ma sono tanti i nuovi negozi online o il potenziamento di e-commerce esistenti, che stanno cercando di ritagliarsi una fetta nel mercato in forte espansione dello shopping online generato a causa di consumatori che evitano i negozi fisici per rivolgersi a internet per soddisfare maggiormente le loro esigenze di acquisto.

È di pochi giorni fa l’annuncio di Google sula cambio di politica nella gestione di google shopping, con azioni che puntano adaumentare il numero di più venditori e prodotti, e quindi l’offerta,  sul suo sito di shopping rinunciando alle commissioni di vendita e consentendo ai rivenditori l’utilizzo di servizi di terze parti  di largo uso per la gestione dei pagamenti e degli ordini come Shopify  e Paypal, invece dei sistemi propri dell’azienda. Attualmente, le commissioni su Google Shopping vanno dal 5% al ​​15% a seconda del settore e dei prodotti venduti.

I volumi di ricerca per incrementare la piattaforma Shopping

Come ben sappiamo, Google è il riferimento, il punto di partenza per la ricerca di informazioni su Internet: ma molto spesso non è così quando i consumatori cercano un prodotto da acquistare.

È sempre più ampio il pubblico che in Europa e negli Stati Uniti si rivolgono ad Amazon per trovare prodotti che intendono acquistare, senza passare da una ricerca su Google o comunque da un motore di ricerca. Ciò ha permesso all’azienda di Bezos di costruire un’attività pubblicitaria in rapida crescita, che rappresenta una seria minaccia per il fatturato di Google.

Dando uno sguardo al passato, non è la prima iniziativa di Google col tentativo di scalfire il dominio di Amazon nel settore e-commerce.  Tutto ha inizio 7 anni fa, quando nel Google nel 2013 avvia Google Shopping Express, un servizio che offriva la consegna gratuita entro 24/48h in base al prodotto acquistato e alla spesa. Nel tempo Goggle offrì anche abbonamenti annuali di $ 95 per una consegna più rapida, e successivamente, ha integrato nel suo catalogo prodotti anche il settore food, con cibi freschi e non.

I flop nel settore e-commerce di Google 

Google Express negli anni si è ampliato nel mercato statunitense, arrivando ad ospitare veri e propri colossi della grande distribuzione americana come Target e Best Buy. Nel 2017 aderì anche un altro grosso player in questa sorta di grosso “centro commerciale virtuale”: Walmart. Ma la partnership ebbe breve durata, e Google poco dopo decise di concentrarsi su un nuovo progetto, molto più ambizioso e alla portata di tutti. Appunto, Google Shopping.

Google Shopping cambia l’esperienza di navigazione delle persone, consentendo di completare l’acquisto senza mai uscire dalla piattaforma e di utilizzare le carte di credito archiviate con l’azienda per completare la transazione. Che in fondo, è quanto già prevede Amazon.

Un nuovo team dedicato al settore e-commerce

Quest’anno Google ha ingaggiato Bill Ready, ex dirigente di PayPal, come presidente del ramo Commerce di Google, assicurandosi un top manager per competere con maggiore successo con Amazon. Il primo cambiamento importante avviene ad aprile, quando Google annuncia che avrebbe consentito a chiunque di inserire il proprio catalogo  prodotti gratuitamente proprio su Google Shopping: sicuramente una svolta rispetto alla precedente politica che prevedeva solo l’acquisto di annunci sponsorizzati per ottenere visibilità dei prodotti.

Senza dimenticare, che gli annunci gratuiti appaiono anche nei risultati di ricerca su Google Search, andando ad eliminare così una fetta importante di costi per gli e-commerce. Con questa nuova politica verso i negozi online, Google mira a rendere più attraente per i rivenditori la sua piattaforma per la vendita dei prodotti a catalogo, senza dimenticare l’enorme mole di traffico generato quotidianamente grazie al motore di ricerca, che sicuramente gioveranno gli e-commerce che aderiranno.

Uno strumento che possa soddisfare tutte le esigenze

In un’intervista il nuovo dirigente Bill Ready, ha affermato che la maggior parte dei rivenditori è in forte in ritardo rispetto alle esigenze del settore e-commerce, grazie alla crescente domanda generata dalla pandemia.

Ed è ormai dato di fatto, che è sono sempre di più consumatori che scelgono i negozi online per i loro acquisti, come dimostrato anche dai primi giorni di saldi con negozio che lamentano la scarsa presenza di clienti. Il paradosso però, è che a fronte di una domanda in forte crescita, sono pochi i negozi davvero strutturati e completi pronti a rispondere alle esigenze e domande d’acquisto.

In questo scenario quindi, Google pensa al suo progetto come grande aggregatore di negozi in grado di soddisfare la quasi totalità delle domande di prodotto, offrendo uno strumento economico e di facile utilizzo.

Entro fine 2020 il nuovo strumento in tutto il mondo

Le modifiche al progetto Google Shopping con l’introduzione di nuovi strumenti, vedranno la luce inizialmente negli Stati Uniti per poi essere lanciati in altri paesi entro la fine del 2020. Google ha anche sottolineato che i negozi con catalogo prodotti su Amazon, potranno spostarlo su Google senza di fatto modificare il formato dei dati.

La sfida è aperta, e dal punto di vista dei consumatori questo va visto sicuramente come un segnale positivo: nuovi prodotti, nuovi sistemi che stimoleranno tutti gli attori in gioco a proporre prodotti di livello sempre più alto e sempre più competitivi.


Google lancia la sfida ad Amazon e implementa la sua piattaforma per e-commerce - Ultima modifica: 2020-07-27T15:17:15+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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