Spotify si quota in borsa direttamente

Spotify si quota in Borsa e lo fa in maniera originale. Spotify ha scelto la quotazione diretta, niente Road Show o offerte iniziali d’acquisto

Spotify si quota in Borsa. A fine dicembre scorso, Il gigante dello streaming musicale Spotify ha depositato alla SEC, in maniera riservata, la documentazione necessaria a una IPO (Initial Public Offering, necessaria all’eventuale vendita delle azioni), in base a quanto riportato da Axios, che ne ha avuto notizia da più fonti.

Tutti dettagli sull’IPO Spotify QUI

Spotify si quota in Borsa, in modo originale

spotify si quota in borsa

Spotify si quota in Borsa

Spotify sta perseguendo una quotazione diretta, facendo sì che sia la Silicon Valley che Wall Street prestino molta attenzione. In caso di successo, potrebbe cambiare il modo in cui alcune aziende tecnologiche diventano pubbliche, senza il clamore e le operazioni pubblicizzate preventivamente.

Spotify quotazione diretta

La quotazione diretta non implica alcun road show o altre attività tipiche delle IPO, delle quotazioni in Borsa nel campo tecnologico, incluse alcune delle attività tradizionali per questo percorso a  Wall Street, sono comunque coinvolte diverse banche di investimento. Spotify non si è ancora espressa in merito e non ha confermato direttamente questa scelta.

Spotify quotata entro marzo

Tutto fa pensare che Spotify voglia essere quotata nel primo quarto e le tempistiche del deposito della documentazione confidenziale confermano questo intervallo temporale. Nel frattempo però è arrivata la notizia che la compagnia è stata citata in giudizio per $1,6 miliardi per violazione del copyright; non è chiaro in che modo la causa influenzerà i piani di quotazione diretta di Spotify, al di fuori del bisogno di aggiungere un nuovo fattore di rischio ai documenti riservati.


Spotify si quota in borsa direttamente - Ultima modifica: 2018-01-05T07:11:16+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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