Green leadership: preserva la #socialorg

La green leadership come metafora verde della funzione dei leader nelle organizzazioni e abilitatrice di contesti generativi per la #socialorg

#socialorg

Una metafora verde della funzione abilitante della leadership nelle organizzazioni.

*di Alessandro Donadio

La #socialorg è un “progetto” che ha l’ambizione di liberare energie, idee, contributi. In una parola: le persone, per generare valore economico e sociale.
In sistemi complessi, come di fatti sono le organizzazioni, vi sono diversi fattori abilitanti che reiterano le condizioni di base anche quando occorrono turbolenze o spinte esterne. La leadership può essere uno di questi, a patto che si facciaun grande lavoro di continua bonifica.

#SOCIALORG COME ECOSISTEMA
Per entrare nella metafora della green leadership dobbiamo cominciare con il guardare alle organizzazioni come a degli ecosistemi complessi, formati da nodi di base (persone, contenuti) e da fitti collegamenti fra questi. Tutta la letteratura sociologica, nemmeno troppo giovane peraltro, ha evidenziato molto bene come le organizzazioni siano dei sistemi di network, prima informali che formali, che collegano ognuno di questi nodi.
Alcuni sistemi di analisi, primo fra tutti la Sna (social network analysis), sono in grado di cogliere la dimensione di network, dando evidenza non solo di come il sistema sia davvero “vivo” e pulsante, ma anche di come si presenti in quella organizzazione specifica.
Naturalmente in questo ecosistema di relazioni le tecnologie sono oggi uno dai grandi abilitanti di base: consentono la connessione, il passaggio informativo, le conversazioni permanenti, che sono la linfa della socialorg.
In ogni caso, le social technologies non sono l’unico abilitante possibile.

socialorg green leadership

LA LEADESRHIP OLTRE IL CARISMA
Di leadership si parla da tempo. In tutto il pensiero organizzativo del ‘900 si è cercato di comprendere come questa si manifesti, si esprima e con che effetti sulle organizzazioni.
La letteratura si è articolata in due filoni antagonisti:
1. Quello della leadership carismatica, che promuove l’idea di una competenza innata, per pochi, caratterizzata da una fortissima dinamica d’influenzamento nei confronti dei follower. Una competenza, in questo paradigma, che non s’insegna essendo nel codice genetico della persona che la possiede.
2. Una visione più moderna e pragmatica di leadership che mette al centro un modello di relazione più adulto, in cui leader e follower interagiscono su scopi, cercando soluzioni. Il leader in questa versione accompagna e si occupa della crescita della persona.

Dovremmo dire che il secondo filone sembra aver vinto, in qualche modo, non solo perché è forse vero che a guidare s’impara anche, ma soprattutto perché in determinate condizioni la capacità di leadership va oltre il carisma e si fonda su condizioni davvero abilitanti che possiamo riassumere in:
·        Capacità di leggere il contesto
·        Capacità di rappresentarlo al team
·        Attitudine allo sviluppo dell’autonomia delle persone
Sono condizioni, soprattutto l’ultima, senza le quali la socialorg non emerge in alcun modo, generabili attraverso una forma che si concepisce più come agente che abilita piuttosto che come ruolo di comando e controllo.

LA GREEN LEADERSHIP
Mettiamo in pratica un passaggio ulteriore rispetto ai tre punti di cui abbiamo detto, cercando di tenere “pulito” e funzionante il sistema sopra descritto, attenti a preservarlo con azioni costanti di supporto e attenzione.
Il green leader promuove costantemente le relazioni che nella socialorg sono conversazionali. Pone costante attenzione alla qualità delle interazioni fra le persone, valorizzando i migliori contributi, le forme di muto supporto che generano valore organizzativo. Opera anche sul piano del contenimento dei conflitti che possono minare la fiducia reciproca delle persone, “intossicando” l’ecosistema.
Agisce un po’ come gli epatociti del nostro fegato. Quest’organo non è mai fra i nostri primi pensieri, eppure ha una funzione centrale, fra le altre, nella depurazione continua delle tossine presenti nell’organismo, facendolo funzionare meglio.

Il green leader ha questa fa lo stesso:
·        rimuovendo ostacoli sia tecnici che di processo
·        intervenendo quando ci sono da sciogliere nodi che impediscono il miglior flusso d’informazioni
·        catalizzando le interazioni, generando esperienze dalle quali le persone apprendono.

SULLA LEADERSHIP TOSSICA
La leadership non è solo, se ben praticata, abilitatrice di contesti generativi per la #socialorg. Ne esiste anche una forma tossica che s’inocula piano nel sistema, attraverso parole chiave che s’insinuano generando danni importanti.

Frasi tipo:
·        “si è sempre fatto così”
·        “questo non fa parte del tuo ruolo”
·        “grazie dell’idea, ma d’innovazione si occupano altre persone in azienda”
·        “ok la community, ma abbiamo cose più importanti da fare qui”
Potremmo andare avanti ancora, ma il senso è chiaro. Sono frasi, queste, che se anche pronunciate con cordialità ed educazione introducono dei bachi importanti in un sistema che invece dovrebbe avere l’ambizione di aprire e far partecipare.
Una leadership con queste parole è da estirpare il prima possibile dalla cultura organizzativa e da sostituire con una realmente green, che preservi persone e conversazioni.

*Ha iniziato a lavorare in azienda in ambito organizzazione e HR per poi passare alla consulenza. Appassionato dell’approccio etnologico, affronta l’azienda con un occhio attento alle sue “tribù”: le community. Esperto di Social business e SocialHR è founder del noto hashtagbrand #socialorg, con cui segue progetti complessi di digital transformation. Il suo blog “Metaloghi organizzativi 2.0” è punto di riferimento di divulgazione sul tema della Social Enterprise.

Mercato_SocialOrg Green Leadership


Green leadership: preserva la #socialorg - Ultima modifica: 2016-07-18T07:01:50+00:00 da Cecilia Cantadore
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