Verso un diritto Costituzionale di Internet e IoT

“L’accesso alla rete per tutti i cittadini è condizione essenziale per un’effettiva parità di condizioni e per un pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Potrà rendere più effi cienti i servizi da parte delle pubbliche amministrazioni e porterà a benefici in termini di crescita sociale ed economica del Paese” di Ilaria Galateria Internet ed oggetti […]


“L’accesso alla rete per tutti i cittadini è condizione essenziale per un’effettiva parità di condizioni e per un pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Potrà rendere più effi cienti i servizi da parte delle pubbliche amministrazioni e porterà a benefici in termini di crescita sociale ed economica del Paese”

di Ilaria Galateria

Internet ed oggetti connessi, tra privacy e diritto costituzionale: un tema tanto delicato quanto attuale, che abbiamo affrontato con il Professor Alberto Gambino, Ordinario di Diritto Privato all’Università Europea di Roma, avvocato, autore di numerose e prestigiose pubblicazioni sul diritto dell’informatica e della comunicazione e Presidente dell’Iaic, l’Accademia Italiana del Codice di Internet.


Cos’è Iaic?

L’Iaic – l’acronimo viene dalla traduzione inglese, Italian Academy of the Internet Code – è un’associazione scientifica senza fini di lucro, luogo di studio e di incontro di respiro internazionale, nel quale esponenti del mondo universitario, delle istituzioni e della società civile contribuiscono alla lettura giuridica degli scenari del mercato delle comunicazioni e delle tecnologie digitali. Nel complesso mondo di Internet, punta a definire assetti regolatori rispettosi dei diritti degli utenti. L’Accademia è nata alla fine del 2014 da un grosso lavoro legato a un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale, finanziato dal Ministero della Ricerca, dal titolo “La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Tic) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure”.

Quali sono gli studi e le iniziative dell’Accademia?
Pensiamo alla privacy, alla libertà di manifestazione del pensiero e alle possibilità che le tecnologie offrono per favorire l’esercizio di determinati diritti di cittadinanza tramite l’E-Government: sono solo alcuni degli esempi di quanto il rapporto tra innovazione, mercato, istituzioni e diritti si stia trasformando. Crediamo sia importante che l’Accademia si metta al servizio del legislatore, delle imprese e del cittadino per trovare le soluzioni che contemperino tutti gli interessi in gioco, in un momento in cui le agende digitali di Italia e nell’Unione Europea marciano spedite per ridisegnare il contesto in cui viviamo. Come testimoniato i materiali caricati sul nostro canale Youtube, puntiamo a far dialogare più soggetti. Il modello è quello del multistakeholder, che non deve riguardare solo la governance di Internet ma permeare il dibattito e la ricerca di soluzioni su tutti i nuovi fronti aperti dallo sviluppo tecnologico. Partecipiamo e promuoviamo corsi di formazione, conferenze, tavole rotonde, iniziative istituzionali e gruppi di lavoro. Non ultimo, l’impegno sulle tematiche della cybersecurity, sempre più urgenti.

Il diritto all’accesso a Internet deve essere costituzionalmente sancito?
L’accesso alla rete per tutti i cittadini è condizione essenziale, nell’attuale contesto tecnologico, per una effettiva parità di condizioni e per un pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. In quest’ottica, l’esplicito riconoscimento del diritto d’accesso a Internet nell’ambito della Costituzione darebbe una cornice giuridica alle molte – ma spesso poco sistematiche – iniziative per superare i gap infrastrutturali, tecnologici e culturali dei quali l’Italia soffre rispetto alla media dei Paesi europei. La nostra Accademia ha proposto alla Commissione Affari Costituzionali del Senato la costituzionalizzazione del diritto di accesso ad Internet. Citiamo anche la dichiarazione dei diritti in Internet messa a punto dalla Commissione istituita presso la Camera dei Deputati e presieduta dal Prof. Stefano Rodotà.

Il nostro Paese è in presenza di un gap?
In Italia abbiamo purtroppo diversi gap: infrastrutturali, di digitalizzazione della pubblica amministrazione, di alfabetizzazione informatica. In ogni campo si registrano eccellenze ed esperienze di incredibile arretratezza. Questi divari devono essere vissuti come una possibilità di crescita sociale ed economica e la politica sembra aver letto questa possibilità.

L’accesso a Internet tra i diritti sociali è un bisogno essenziale per tutti i cittadini italiani?
La costituzionalizzazione di questo diritto è propedeutica a far sì che le istituzioni non trascurino l’ambiente digitale come luogo di sviluppo della persona umana, così da evitare che si protraggano situazioni “limite”, come quella rappresentata da un terzo di cittadini italiani che non ha mai utilizzato la rete.

Alberto GambinoIotInternet e la privacy: come conciliare il diritto all’accesso alla rete con quello alla privacy?
Il tema è vasto e complesso tant’è che l’Accademia se ne sta occupando con convegni, workshop e seminari. L’anonimato che Internet assicura si presta a facili distorsioni che portano a situazioni paradossali in cui il rispetto da parte delle autorità pubbliche delle libertà fondamentali degli utenti della Rete – come il diritto alla riservatezza, all’inviolabilità delle comunicazioni e del domicilio informatico – rende vulnerabili i Paesi occidentali.


L’Internet of Things sta conquistando un po’ tutti gli aspetti della vita delle persone. Quali, a suo giudizio, i lati negativi di questo sviluppo tecnologico?

Il principale rischio è l’inconsapevolezza da parte degli utenti della veicolazione dei propri dati. Diventa sempre più pressante l’esigenza che tecniche di criptazione dei dati e di sicurezza informatica vengano diffuse e impiegate da chiunque. L’insidia più grande, tuttavia, è “disumanizzare” le tecnologie, delegare cioè alle stesse non solo compiti che non vogliamo più svolgere fisicamente, ma anche sul piano etico e morale.

Quali oggetti connessi dovrebbero entrare a titolo defi nitivo nelle nostre case?
A oggi non possiamo dire quali sono gli oggetti “utili” e quelli “non utili”, se il frigorifero che ci dice cosa comprare o l’impianto di riscaldamento che si accende automaticamente. Non bisogna pensare all’oggetto connesso, ma ai dati che vengono captati e all’uso che ne verrà fatto, il che ci riporta al tema dell’alfabetizzazione informatica quale reale presupposto per l’informatizzazione della società.

IoT: come cambierà il modo di vivere, di lavorare e di comunicare?
Difficile fare oggi previsioni sugli sviluppi della tecnologia. L’accelerazione che i processi innovativi hanno avuto negli ultimi dieci anni espone ogni indicazione a una rapidissima obsolescenza. L’Accademia vuole offrire il proprio contributo alla realizzazione di uno sviluppo socialmente sostenibile e rispettoso dei diritti fondamentali di tutti. La complessità delle questioni suggerisce di considerare anche strade alternative agli strumenti normativi, in particolare usando a favore della collettività accorgimenti tecnici e divulgativi: strumenti di carattere informativo che potrebbero essere in grado di finalizzare più concretamente le intenzioni del legislatore.


Verso un diritto Costituzionale di Internet e IoT - Ultima modifica: 2015-12-28T09:00:47+00:00 da Francesco Marino
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