Digitalic n. 22 – Siamo figli di Jobs

Costruire ponti, questo significa “pontefice”: unire, tracciare una strada dove prima c’era una divisione, un solco (così spiega il ruolo degli innovatori Carlo Alberto Carnevale Maffè di SDA Bocconi). Gli innovatori devono unire mondi che sono separati, liberando, in questo modo idee, energie e quindi valore. In fondo è quello che ha fatto Steve Jobs […]

Costruire ponti, questo significa “pontefice”: unire, tracciare una strada dove prima c’era una divisione, un solco (così spiega il ruolo degli innovatori Carlo Alberto Carnevale Maffè di SDA Bocconi). Gli innovatori devono unire mondi che sono separati, liberando, in questo modo idee, energie e quindi valore. In fondo è quello che ha fatto Steve Jobs unendo l’arte alla tecnologia: ha messo in comunicazione due universi che sembravano non dovessero avere nulla in comune. Questo gli ha permesso di avere un successo globale inimmaginabile… ha costruito un ponte, fatto di prodotti, che ha unito cultura, design, estetica e bit.
Non mancano certo i solchi nel nostro mondo. Internet, i social network, i prodotti consumer come gli smartphone fanno segnare crescite da capogiro, affianco, sull’altra sponda del fiume il mondo IT che si contrae, che perde entusiasmo, che si sente periferico. Sono così vicini queste due valli eppure hanno un aspetto (apparentemente) così diverso. Basterebbe poco per metterli in comunicazione e liberare tutte le energie inespresse, la solidità dell’IT più tradizionale e il tumulto del consumer. Unire tecnologie complesse (e spesso considerate noiose) come la Business Intelligence, al mare tempestoso dei social. Chi riuscirà a trovare i mattoni giusti per realizzare questo ponte avrà un futuro radioso. Digitalic da sempre lavora a questa idea: portare il design nel mondo della tecnologia professionale, unire la bellezza alla razionalità dei numeri, l’economia alle idee rivoluzionarie. Per fortuna non siamo soli, l’Italia è piena di “figli di Steve Jobs” che creano App dirompenti, ma anche dispositivi incredibili, dai braccialetti interattivi, ai robot, agli smartwatch. Non è un paese per innovatori, racconta nella sua intervista Silvia Vianello, ma è pieno di innovatori. Bisognerebbe essere capaci di “zoomare all’indietro” i pensieri, vedere il quadro generale, capire che la tecnica è fondamentale, ma non è nulla senza una visione. Guardare oltre, capire che facendo sempre le stesse cose non cambierà mai nulla, seguire la strada meno battuta. Bisogna essere cacciatori di mondi che non dialogano fra di loro e metterli in comunicazione. Fate l’inaspettato, siate pontefici.

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Digitalic n. 22 – Siamo figli di Jobs - Ultima modifica: 2013-10-23T17:10:18+00:00 da Francesco Marino
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