IoT: il Giappone è già connesso

Lo share del Giappone, paese chiave nello sviluppo del campo IoT, rappresenterà all’incirca il 5% del totale, ovvero un valore di 761 miliardi di dollari.

Dalla rivoluzione digitale che ha preso luogo negli ultimi anni, l’Internet of Things è sicuramente uno dei fenomeni in via di sviluppo più interessanti. Secondo un’analisi di Cisco il valore generato in questo settore si aggirerà intorno ai 14.4 trilioni di dollari nel solo settore privato dal 2013 al 2022. Lo share del Giappone, paese chiave nello sviluppo del campo IoT, rappresenterà all’incirca il 5% del totale, ovvero un valore di 761 miliardi di dollari.

*di Manuel Maiorelli

La connessione di un oggetto fisico alla rete e l’analisi dei dati a distanza è alla base di ogni dispositivo IoT in qualsiasi settore. Dalle macchine escavatrici, ai dispositivi per il fitness, dagli elettrodomestici agli animali domestici. L’Internet of Things è ormai entrato nella vita di tutti i giorni e lo sviluppo di tale settore nei prossimi 10 anni sarà senza dubbio impressionante.

Komatsu e gli escavatori connessi
Il Giappone è stato tra i primi paesi ad avviare il processo di connessione degli oggetti fisici alla rete con successo. Un noto case study è quello di Komatsu, azienda che ha preso il nome dall’omonima cittadina nella prefettura di Ishikawa, fondata nel 1921 e diventata leader nel settore di macchinari per spostamento terra ed escavatori. È considerata una delle prime realtà ad aver sviluppato e applicato soluzioni IoT in prodotti industriali. Komatsu già 15 anni fa attrezzò gli escavatori con il sistema di posizionamento satellitare gps. L’idea nacque dal fatto che in quel periodo, in Giappone, furono registrati diversi casi di furto di macchine operatrici lasciate incustodite nei cantieri. Le macchine rubate venivano utilizzate successivamente dai ladri per sradicare e rapinare sportelli bancomat. Fu così che qualcuno a Komatsu ebbe la brillante idea di inserire il gps all’interno dei mezzi, per monitorarne la posizione. È nato così il Komtrax (Komatsu machine tracking system), un meccanismo grazie al quale i sensori ottengono informazioni sull’operatività della macchina, la posizione, il consumo di carburante e permette di disabilitare i motori a distanza, se necessario, anche quando le chiavi sono correttamente inserite.
Di lì a breve ci si accorse non solo che il sistema sviluppato fungeva da deterrente per i furti (che diminuirono non solo in Giappone ma anche in altri paesi nei quali Komatsu aveva commercializzato il dispositivo di sicurezza, come in Australia ed in Nuova Zelanda), ma allo stesso tempo un’enorme quantità di dati relativi alle performance delle macchine potevano essere registrati e inviati ad un centro di gestione, per poi essere analizzati e resi utili per i miglioramenti e le manutenzioni dei macchinari.

Inupathy, il collare che esprime emozioni a quattro zampe
Connettività e monitoraggio dei dati sono oggi i due aspetti fondamentali dell’IoT, ma a differenza di quindici anni fa i costi di sviluppo per avviare tali tecnologie sono relativamente contenuti ed è ciò che rende possibile a numerose startup di lanciarsi in questo mercato e cercare di essere competitive anche tra le grandi corporation.
Recentemente numerose startup giapponesi hanno rivolto lo sguardo al mondo IoT, una delle piu promettenti e interessanti è Inupathy, che ha sviluppato il primo visualizzatore di emozioni al mondo per gli amici a quattro zampe. Si tratta di un semplice collare per cani che trasmette le emozioni dell’animale con luci colorate. Monitorando il battito cardiaco e applicando un algoritmo all’analisi dei dati, il collare trasmette una luce rossa quando il cane è rilassato, bianca quando è concentrato e un arcobaleno quando è felice. I dati vengono immagazzinati nel cloud e possono essere visualizzati sull’apposita applicazione, così che anche quando si è al lavoro o in viaggio si può osservare gli stati d’animo dell’amico peloso a distanza. Un dispositivo che, come puntualizza il Ceo Joji Yamaguchi, è destinato a cambiare radicalmente il rapporto tra uomo e cane.
In Giappone il mercato per prodotti per animali domestici è enorme ed in continua crescita. Solo nel 2014 il valore generato dalle vendite di tali prodotti è stato di circa 14.5 milioni di dollari con una crescita del 1.5% rispetto l’anno precedente. Una delle ragioni per la crescita di tale mercato deriva dalla combinazione di un bassissimo tasso di natalità e un’alta aspettativa di vita (intorno ai 83,7 anni), fattori che conferiscono ai giapponesi più tempo e soldi da investire in animali domestici. Per startup come Inupathy, infatti, il futuro non può essere che roseo.

**Manuel Maiorelli: Nato in un piccolo paese dell’Emilia scopre l’Oriente attraverso la lettura dei grandi viaggiatori del passato. Cercando di seguirne i passi si laurea in Lingue e Culture dell’Asia. Dopo tante avventure nel continente asiatico e attirato dall’intreccio armonioso tra tecnologia, modernità e tradizione si ferma nella punta più estrema d’Oriente: il Giappone.


IoT: il Giappone è già connesso - Ultima modifica: 2017-01-03T11:11:57+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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