5 aspetti del mondo professionale che il cloud ha trasformato

Il cloud ha cambiato in modo radicale il modo in lavoriamo, liberandoci da alcuni limiti che il lavoro aveva sempre avuto. Sono 5 gli aspetti fondamentali

Vi ricordate quando avevamo librerie piene di cartelle ordinate, ben catalogate, colme di carta difficilmente trasportabile?
Quando gli uffici erano non solo “contenitori” di persone ma anche di montagne di documenti e quando, partendo per una vacanza, bisognava selezionare accuratamente cosa portarsi dietro: quali libri? Quali CD?
Poi è arrivato il cloud.

di Emanuela Zaccone, social TV enterpreneur, Social media strategist & analist

Usare una rete di server remoti anche per conservare dati si è tradotto in una serie di vantaggi che hanno mutato – e stanno continuando a farlo – il nostro modo di lavorare, facendoci viaggiare leggeri. Il cloud, insomma, ci ha “liberato”. Dalla necessità di scegliere cosa conservare, ma anche di selezionare cosa portare nei nostri spostamenti. Il remote working non sarebbe stato possibile senza il cloud. Cosa è cambiato sul lavoro?
Che ruolo ha avuto la nuvola nell’agevolare la mobilità?

Ci sono almeno 5 aspetti che hanno completamente mutato il panorama lavorativo con il cloud:

1. La riduzione dei documenti cartacei: che si tratti di fogli amministrativi, pratiche da archiviare o contratti, il cloud ne ha cambiato l’esistenza e il modo di conservarli. Il che significa anche non correre il rischio di “perdere” i documenti stessi.

2. Accesso e sincronizzazione: conservare dei file in cloud permette a tutti di avere sempre accesso ad essi. Non solo, significa anche disporre delle versioni più recenti dei file stessi, grazie all’immediata sincronizzazione. A proposito, quando è l’ultima volta che avete usato una rubrica cartacea per tenere traccia di tutti i vostri contatti?

3. Versioning: gran parte dei servizi cloud per la condivisione di file consentono di visualizzare la storia delle modifiche apportate a un documento e ripristinare una versione precedente in caso di necessità. L’esatto opposto della carta gettata nel cestino e persa per sempre.

4. Collaborazione: se avete mai avuto la necessità, in passato, di modificare un documento a più mani, sapete bene che è un lavoro simile a quello degli amanuensi nel medioevo. Nulla a che vedere con la semplicità di condividere, modificare e commentare un file – anche in tempo reale – con i colleghi.

5. Aggiornamento degli strumenti: usare servizi in cloud significa non dover ricorrere a costose (perché spesso personalizzate) installazioni in locale che diventano obsolete dopo un certo periodo di tempo, costringendovi dunque a sostenere nuovi costi.

C’è poi un sesto punto, che è il più importante perché li racchiude tutti: il cloud ci ha liberati anche dall’obbligo di una sede fisica. Se tutto è sempre accessibile perché indipendente dal computer da cui lavoro, allora basta una connessione Internet per poter lavorare. A patto, naturalmente, di aver strutturato flussi e modalità di lavoro in maniera efficace. D’altra parte, numerosi detrattori opporranno a queste ragione due punti forti: la presunta vulnerabilità del cloud
e la mancata separazione tra vita e lavoro. La prima fa capo a un tema di sicurezza: è vero, il cloud è potenzialmente esposto a diversi pericoli (basti pensare ai vari casi di furto di foto) ma teniamo conto che i protocolli di sicurezza migliorano costantemente. La mancata separazione tra vita privata e professionale – come faccio a “staccare” se di fatto il lavoro può raggiungermi ovunque? – è in verità un falso problema. La tecnologia può solo abilitare una certa organizzazione lavorativa ma certamente non obbliga nessuno a connettersi costantemente, quello è un limite che riguarda ciascuno e il patto stabilito con colleghi e datori di lavoro.
Secondo la Global Cloud Computing Scorecard di Business Software Alliance, l’Italia sarebbe all’ottavo posto tra i paesi “cloud ready”, due posizioni più sopra rispetto al 2013 e tra i migliori anche in termini di sicurezza, insieme a Francia, Giappone, Regno Unito e stati Uniti. Non solo, il nostro Paese è tra quelli che hanno maggiormente migliorato le policy in materia di cloud computing. L’impegno, insomma, è concreto. C’è un tema, infatti, di abbattimento dei costi che non deve essere trascurato e che riveste un ruolo decisamente rilevante per le aziende. Il cloud ha cambiato il nostro modo di lavorare e di vivere. Fate un esperimento: smettete di leggere e pensate quante delle cose che usate quotidianamente funzionano grazie al cloud.
Ci rinuncereste?
Scommetto di no.
Cloud 5 trasformazioni


5 aspetti del mondo professionale che il cloud ha trasformato - Ultima modifica: 2017-06-10T10:22:06+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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