L’AI creerà nuovi posti di lavoro, ma servono competenze

L’intelligenza artificiale (AI) non sarà una minaccia per l’occupazione nel corso dei prossimi decenni, ma offrirà nuovi posti di lavoro e possibilità.

Steven Mnuchin (nella foto), Segretario del Tesoro del governo statunitense prevede che l’intelligenza artificiale (AI) non sarà una minaccia per l’occupazione Americana nel corso dei prossimi decenni, ma che offrirà invece nuovi posti di lavoro e possibilità.

Da sempre l’istruzione è stata la chiave per migliorare l’adattabilità e l’occupabilità delle persone. Prendete in considerazione la domanda attuale di lavoratori con competenze specifiche anche all’interno di quelle fabbriche che sono state automatizzate nei processi di produzione. Per coloro che non avessero competenze tecnologiche di base, sarà ancora più necessaria una formazione per poter competere in un mondo del lavoro che non fa che cambiare. Per le aziende la riconversione dei lavoratori con capacità più elevate si traduce con il far fronte ad una possibile carenza di manodopera umana.

Un approccio positivo, che si concentra sul miglioramento delle competenze dei lavoratori, è produttivo se si pensa all’incursione dell’AI nello scenario del lavoro. Diventa quindi indispensabile di accrescere la collaborazione uomo-macchina. Come ha osservato il Wall Street Journal “L’automazione di parti di un lavoro spesso coincide con l’aumentare della produttività e della qualità dei lavoratori, che integrerebbero le competenze a quelle delle macchine e dei computer, consentendo loro di concentrarsi su quegli aspetti del lavoro che richiedono una maggiore attenzione”.

I luoghi di lavoro che sono AI-driven evolveranno, ma senza tagliare fuori gli umani, che rimarranno comunque indispensabili per la gestione dei sistemi. In un report della McKinsey Global Institute si legge: “Gli esseri umani saranno ancora necessari nel mondo del lavoro. I guadagni di produttività totale arriveranno solo se le persone lavoreranno al fianco delle macchine, il che si tradurrà con una modifica sostanziale dei posti di lavoro che richiederanno un nuovo livello di cooperazione tra i lavoratori e la tecnologia”.

La necessità di lavoratori umani, dalla fabbrica agli uffici, è certamente una buona notizia rispetto alle previsioni cupe che minacciano un abbassamento della qualità dei lavori. L’apprendimento automatico potrebbe persino arrivare a Wall Street con le sue piattaforme di trading guidate da CPU. Nella vendita al dettaglio, Amazon sta spingendo la tecnologia per sostituire i cassieri umani con il modello Amazon Go.

Per gli esseri umani, essere il più produttivi possibile nella collaborazione con le macchine, richiederà competenze tecnologiche avanzate che probabilmente superano le capacità attuali. Il divario di competenze dovrà quindi essere ridotto, a fronte di un accrescimento delle competenze di ogni livello.

Colmare questi divari di competenze così disparate, colmando anche il divario tra università e lavoro, riconverte milioni di lavoratori in attività completamente nuove, che talvolta risultano scoraggianti. Gli approcci tradizionali alla formazione sono i costi di quest’ultima. E data l’entità del problema, un nuovo approccio è non solo necessario, ma indispensabile.

Anche se non è stato ancora ampiamente adottato, l’apprendimento adattivo è a basso costo. L’approccio si adatta dinamicamente alle esigenze di apprendimento di ogni persona, ad esempio, qualcuno potrebbe essere in grado di apprendere una determinata materia velocemente, ma un’altra potrebbe riscontrare più difficoltà. Un metodo come questo viene ritenuto valido e attendibili dalle aziende più rispettate e dalle organizzazioni che si occupano di apprendimento, tra cui la Hitachi Data Systems, il New England Journal of Medicine e il National Safety Council.

I corsi di adaptive e-learning e le esperienze in aula mettono insieme il meglio delle due metodologie, in particolare, grazie alla facilità di fruizione e all’efficienza del computer-based learning. Questo tipo di formazione sarà indispensabile dato il gran numero di previsioni che anticipano che l’automazione stia per prendere piede in modo sempre più impattante e considerando che la crescita dell’AI rivoluzionerà i posti di lavoro e l’occupazione globale.

Non è chiaro quali siano i lavori sui quali l’impatto si farà sentire prima, ma dotare studenti e lavoratori di strumenti per i nuovi posti di lavoro sarà l’unico modo per proteggere e far progredire la forza lavoro. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale sarà ancora più indispensabile utilizzare gli strumenti più recenti per garantire che gli esseri umani siano pronti a lavorare con le macchine.


L’AI creerà nuovi posti di lavoro, ma servono competenze - Ultima modifica: 2017-04-20T10:53:09+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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