I progetti Facebook: digiteremo col cervello e la pelle ascolterà

Svelati nuovi progetti moonshot di Facebook: un’interfaccia che dal cervello arriva al computer e l’assorbimento del linguaggio da parte della pelle

Svelati nuovi progetti Facebook: un’interfaccia che dal cervello arriva al computer e l’assorbimento del linguaggio da parte della pelle.

I progetti Facebook più futuristici

Il CEO Mark Zuckerberg ha presentato il Building 8 (che si chiama così per via delle 8 lettere che compongono il nome Facebook) alla conferenza per gli sviluppatori tenutasi l’anno scorso. In quell’occasione aveva rivelato di aver reclutato Regina Dugan (nella foto) dell’Advanced Technology and Projects (ATAP) di Google per guidare l’impresa, come parte integrante di un progetto strategico decennale di Facebook. Fanno parte del team numerosi veterani di aziende come Apple, Motorola, Google e altri colossi tecnologici.

Sembra impossibile, ma non lo è per Facebook

Da quel momento, Facebook ha fornito alcune indicazioni e indizi sui progetti del Building 8, focalizzandosi sulla sua mission: concentrarsi su tutto quello che sembra impossibile realizzare, dall’hardware per la realtà virtuale e aumentata, all’intelligenza artificiale, dalla connettività ad altri ambiti dirompenti.

Parte della segretezza che aleggia sui progetti è venuta meno proprio ieri, quando il gruppo ha deciso di rivelare due progetti: uno è un’interfaccia che dal cervello arriva al computer, mentre l’altro prevede l’assorbimento del linguaggio da parte della pelle, per mezzo delle vibrazioni percepite.

“Se farò bene il mio lavoro, dovremmo riuscire a fornire quegli strumenti che la gente non sapeva nemmeno di poter richiedere” ha commentato la Dugan “C’è il rischio di fallire, ovviamente. Ma è proprio questo il prezzo che si paga per poter godere del privilegio di lavorare a qualcosa di nuovo.”

Con i sui nuovi progetti Facebook ha già le mani un po’ dappertutto, dagli handset per la realtà virtuale ai droni destinati a coprire la terra di segnali Wi-Fi. E il futuro di Facebook sembra dipenda da questi ambiziosi progetti che potrebbero aprire nuove opportunità di business.

Dal cervello alla tecnologia

Nella Valley, il progetto che collega il “cervello al computer” di Building 8, punta a inviare i pensieri alla tecnologia. Ma ora è tutto in mano alla Dugan e a Mark Chevillet, a capo della tecnologia dell’iniziativa, per rendere attuabili i test svolti fino ad ora. I progetti Facebook di Building 8 hanno una deadline fissata a due anni e sono portati avanti in collaborazione con 17 università.
Così, prima che scada il periodo di due anni, Building 8 spera di sviluppare un sistema che permetta di “scrivere” 100 parole al minuto su un computer, solo pensando a ciò che si voglia dire. Si tratterebbe quindi di un sistema cinque volte più veloce rispetto a quello che le persone sanno digitare su smartphone o computer.

La tecnologia di Building 8 lavora utilizzando dei sensori che vanno a far leva sul centro del linguaggio del cervello, ovvero la parte che è attiva quando pensiamo di aver qualcosa da dire, quando formiamo le parole e le prepariamo per parlare. La tecnologia porterebbe questi segnali ad un computer, allo stesso modo dei sistemi che riportano il parlato sotto forma di testo, ma – ovviamente – con il coinvolgimento dell’attività neurale.

Zuckerberg è entusiasta dei nuovi progetti Facebok

La sfida per Facebook sta nel fatto che molti dei progetti brain-to-computer si basino su micro-elettrodi impiantati nel cervello. Dalla loro i progetti Facebook hanno il fatto che stanno lavorando solo su forme di tecnologia “non invasive” che consentono quindi il trasferimento dei segnali attraverso dei sensori wearable.
Le università e i ricercatori hanno sviluppato interfacce brain-computer da decenni, con l’obiettivo di aiutare le vittime di ictus, persone con ALS e paraplegici con lesioni del midollo spinale a riacquistare la comunicazione di base o alcune competenze motorie. Tuttavia, anche i ricercatori si preoccupano delle potenziali implicazioni etiche di questo tipo di lavoro. Alcuni temono che un governo possa usarlo per controllare i pensieri o per manipolarli in fase di interrogatorio. C’è anche la paura che i dati possano cadere nelle mani sbagliate.

La tecnologia del famigerato Building 8 di Facebook

La tecnologia del Building 8 sta agendo con quella parte del cervello dove il discorso è già formato. Dugan paragona il sistema con la condivisione di foto, dove tra un’ampia scelta di immagini disponibili se ne scelgono solo alcune per la condivisione.
Perché parlare direttamente dal cervello? Facebook dice che il cervello possa elaborare un terabyte di dati ogni secondo, che equivale allo streaming di 40 film ad alta definizione. La velocità del pensiero è molto più veloce del parlato. In altre parole, quello che conta è la velocità e migliorando i sistemi di headset per realtà virtuale e aumentata verranno migliorate drasticamente le prestazioni.

La realtà aumentata di Facebook

Facebook ha già scommesso ampiamente sulla realtà aumentata.Il social network ha rilasciato Spaces, una piattaforma che consente agli sviluppatori di creare grafiche digitali da sovrapporre alle immagini reali. Per il progetto brain-to-computer, Facebook è in partnership con un team che comprende più di 60 ingegneri e scienziati che provengono dalle università più prestigiose.

Ascoltare le parole per mezzo della pelle

Ma le sfide di Facebook vanno oltre alla trasmissione del pensiero e puntano anche al decifrare e “ascoltare” le vibrazioni delle parole per mezzo della pelle.
Il concetto è simile al braille, in cui minuscoli dentini rappresentano lettere e altri elementi del linguaggio. Ma invece di far toccare con mano quei segni, le frequenze verrebbero percepite per mezzo di diversi pattern posizionati sull’avambraccio o per mezzo di un manicotto indossato sul polso. Ogni modello rappresenta una parola diversa, e il progetto porta con sé la speranza che i sordi posano comunicare ancor più rapidamente.

Per provare questo metodo, la società ha sviluppato dei test in cui vengono insegnate nove parole “vocabolario”, come sfera, cono, nero e blu e a ciascuna parola viene assegnata una diversa vibrazione. La persona collegata con il sistema potrebbe così decifrare parole e frasi, come la “sfera blu”, sulla base delle vibrazioni.
Il progetto non è in fase avanzata quanto il sistema di interfaccia intuitiva brain-computer e non ha né obiettivi né deadline, da quanto riportato dalla Dugan.


I progetti Facebook: digiteremo col cervello e la pelle ascolterà - Ultima modifica: 2017-04-22T11:35:45+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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