Un hard disk fatto da un singolo atomo

IBM Research ha annunciato di essere stata in grado di gestire con successo la memorizzazione dei dati su un singolo atomo.

L’elettronica diventa sempre più veloce, sempre più piccola, e (si spera) sempre più affidabile col passare del tempo, ma la marcia verso la miniaturizzazione dei componenti a porta ad un’unica destinazione, ovvero al livello atomico. La IBM Research – apparentemente – è già giunta a questa misura infinitesimale e la società ha annunciato di essere stata in grado di gestire con successo la memorizzazione dei dati su un singolo atomo, ed si tratta di un risultato che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui i dispositivi di archiviazione verranno sviluppati in futuro.

In un articolo pubblicato su Nature, il team di ricercatori – che include proprio gli scienziati IBM – rivela il modo in cui siano riusciti ad inserire i dati su un singolo atomo. Si inizia con l’elemento olmio, che il gruppo ha scelto per il suo potente campo magnetico creato da “numerosi elettroni spaiati”. Gli elettroni di olmio e la loro vicinanza al nucleo danno ad ogni atomo una maggiore stabilità rispetto a quella solita e consentono così di poter essere utilizzati per la memorizzare di un singolo bit di dati.
Un bit, in questo caso, rappresenta la differenza tra l’orientamento del campo magnetico di un singolo atomo di olmio, ed è stato dimostrato che possa essere leggibile sia come uno zero oppure come un uno. Il gruppo di ricerca ha utilizzato due metodi per leggere questi dati, ed entrambi hanno dimostrato di essere in grado di leggere singoli bit di dati al di fuori di ogni singolo atomo, ma c’è di più, riescono anche a “riscrivere” i dati ruotando gli atomi in senso opposto e quindi li “congelano” in posizione.

IBM Research sostiene che i moderni hard disk utilizzino circa 100.000 atomi per memorizzare un singolo bit, e in questo modo, riducendo tutto alle dimensioni di un solo atomo si possa ottenere un risultato enorme. Ovviamente, questo tipo di ricerca non ha a che fare con i prodotti per consumer, almeno in tempi brevi, e probabilmente occorreranno anni prima di vedere quali dispositivi, eventualmente, potranno fare un uso effettivo di questa nuova tecnologia di memorizzazione radicalmente densa.


Un hard disk fatto da un singolo atomo - Ultima modifica: 2017-03-10T10:00:09+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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