Intervistato da Sky News, il magnate inglese Sir Martin Sorrell, uomo d’affari britannico e fondatore di WPP plc, il più grande gruppo pubblicitario e di pubbliche relazioni al mondo, afferma che il coronavirus “accelererà la rivoluzione digitale”. Riferendosi ai consumatori e alle imprese che fanno sempre più affidamento sulla tecnologia sulla scia della pandemia.
“La trasformazione digitale avverrà con maggiore velocità in quanto la maggior parte delle imprese sarà costretta a innovare solamente per portare a termine una normale giornata di lavoro”.
Ha affermato quanto le abitudini dei consumatori cambieranno a causa della crisi, ma a differenza di molti altri, si dice scettico sul fatto che l’idea dello smart working sarebbe “radicata” nella cultura del lavoro. Per queste ragioni, ha caldeggiato il Ceo di S4 Capital, è meglio tagliare eventuali costi superflui per effettuare questo importante passaggio all’online. Sul lungo termine, quindi, si assisterà all’accelerazione di tendenze già esistenti. I consumatori padroneggeranno meglio la tecnologia, i media e le imprese velocizzeranno la conversione al digitale, cambieranno le abitudini dei consumatori.
Il manager e fondatore del Gruppo WPP, ha previsto che i servizi legati al marketing godranno di una ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno, a fronte però di un duro colpo nel breve termine.
“Penso che il secondo trimestre sarà terribile, il terzo sarà leggermente meglio ma vedremo un netto recupero negli ultimi mesi del 2020. Questa è una recessione a forma di V“, ha dichiarato Sorrell il quale, riconoscendo comunque che l’emergenza resta una crisi globale senza precedenti, ha aggiunto che “i marchi fanno bene a prepararsi alla crisi”.
Un esempio agli occhi di tutti e che vale la pena citare per corroborare il pensiero di Martin Sorrell è la crisi del mercato auto a cui ad esempio Tesla sta resistendo senza patemi. Il suo modello di business ha continuato a immatricolare e consegnare vetture. Questo apre una riflessione per l’intero settore su come il digitale e la disintermediazione possano rimettere in discussione le modalità di relazione e acquisto dei clienti. Una rivoluzione digitale post coronavirus effettivamente attendibile.
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