Google mette in evidenza i contenuti data journalism

Google sta collaborando con alcuni editori per facilitare la visualizzazione dei contenuti giornalistici di data journalism nei risultati di ricerca, come annunciato sul blog aziendale qui. È uno dei passi che la Google News Initiative sta intraprendendo per rendere il data journalism più visibile, data la rapida crescita di questo settore tra i media. Molte redazioni dispongono di giornalisti di dati e infografiche e questa funzione mira a individuare i risultati più utili dalle pagine contenenti tabelle di dati.

Google e il data Journalism

“Il data journalism assume molte forme e non è sempre chiaro dal titolo che ci siano dati potenzialmente utili all’interno di un documento o una storia”, ha scritto Simon Rogers di Google News Lab nel post del blog. “Non è sempre facile per Google Search rilevare e comprendere tabelle di dati per far emergere i risultati più rilevanti.”

Le organizzazioni che si occupano di notizie hanno la possibilità di aggiungere ulteriori dati strutturati per far sapere a Google quali parti della loro pagina che offron dati siano più pertinenti nei risultati di ricerca. Aggiungendo questi dati strutturati all’HTML esistente della loro pagina, saranno in grado di controllare come le tabelle saranno presentate ai lettori durante la ricerca. Uno dei primi siti ad aderire all’iniziativa è ProPublica, che ha testato la funzionalità con i suoi database interattivi come il Nonprofit Explorer.

Google funziona data journalism

La funzione sul data journalism è attualmente in fase pilota, pertanto i risultati della ricerca potrebbero non generare ancora frequentemente set di dati. Gli sviluppatori possono esaminare come rendere più visibili i loro set di dati qui.


Google mette in evidenza i contenuti data journalism - Ultima modifica: 2018-08-02T07:14:47+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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