Quali sono i virologi più affidabili secondo gli italiani? Da un anno a questa parte ne abbiamo conosciuto volti, nomi e capacità comunicativa. Perché no, anche persuasiva. E secondo un recente studio nato da un’idea di ABG PR (agenzia specializzata in attività di ufficio stampa e digital PR) e realizzato a dicembre 2020 dall’istituto di ricerca AstraRicerche, in collaborazione con Volocom (società specializzata nell’ambito dell’editoria digitale e del monitoraggio dei media), la reputazione dei soggetti che a vario titolo si sono espressi riguardo la pandemia, da un punto di vista medico-scientifico, è tutta una questione di comunicazione.
La ricerca quantitativa svolta presso un campione di italiani tra i 18 e i 70 anni ha preso in considerazione 6 soggetti che hanno influenzato l’opinione pubblica con le loro dichiarazioni: Roberto Burioni, Ilaria Capua, Andrea Crisanti, Massimo Galli, Antonella Viola e Alberto Zangrillo.
Tre sono i virologi che hanno una notorietà nettamente superiore agli altri: Galli, Zangrillo e Burioni. Solo un intervistato su dieci dice di non conoscere Zangrillo e poco più di uno su sei ammette di non conoscere Galli e Burioni; inoltre la maggior parte degli intervistati ritiene di conoscerli bene (sotto questo punto di vista prevale Galli con il 22%, seguito da Zangrillo – 19% e da Burioni con il 18%). Due virologi ottengono un risultato intermedio, Crisanti e Capua.
Più di un soggetto su quattro non li conosce e solo il 13% li conosce bene. Un solo soggetto, Antonella Viola, è nettamente ‘staccata’ dagli altri: più della metà degli intervistati non la conosce e solo il 6% la conosce bene.
La notorietà è direttamente proporzionale a quanto i “virologi” siano stati presenti sui media a marzo (coefficiente di rilevanza del mese: 13.3) e ad aprile (9.3) cioè nei mesi di inizio della pandemia, di lockdown ‘totale’ per la popolazione italiana e di conseguente altissima attenzione alle informazioni mediatiche e a quanto siano stati presenti nel periodo successivo al mese di agosto e in particolare a settembre (coefficiente 10.9), ottobre (coefficiente 13.6: il mese con il valore massimo nell’anno) e novembre (11.3).
Da notare, quindi, l’andamento con due picchi. A partire da uno scarso impatto della presenza mediatica sulla notorietà a febbraio (5.7) si è saliti fortemente (marzo-aprile) per poi scendere (prima moderatamente a maggio e giugno e poi fortemente a luglio ed agosto) e poi risalire a livelli massimi (settembre-novembre) e infine scendere nuovamente (dicembre).
Pare chiaro che nei periodi di lockdown (marzo-aprile) e di nuove restrizioni (settembre-novembre) l’impatto mediatico è stato massimo, mentre in quelli di maggior libertà per i cittadini (luglio, agosto, dicembre) l’impatto è crollato. Molto rilevante è la differenza di impatto tra i vari “mezzi”. L’impatto massimo è registrato sul web (coefficiente 18.8), un impatto rilevante (ma molto minore) è riscontrato sulla stampa (7.4).
Impatti non rilevanti (coefficienti tra 1.1 e 1.9) per tutti gli altri mezzi: TV, Radio, Social Media. Dallo studio emerge chiaramente quanto la notorietà dei “virologi più affidabili” sia influenzata dal loro stile di comunicazione, più che dai contenuti e che una comunicazione “aggressiva” non porta a un maggiore o migliore ricordo del soggetto.
Infatti l’analisi relativa al singolo “virologo” mostra che – rispetto a un punteggio base fissato in 100 – Crisanti ottiene molto di più (166: è più ricordato rispetto a quanto la sua visibilità suggerirebbe), Galli un valore più che positivo (121), Burioni è appena sopra la media (107), mentre Capua (77) e Viola (53) sono nettamente sottoperformanti rispetto alla visibilità che hanno avuto. Soprattutto Zangrillo, il più polarizzante e dai toni forti (come lo definiscono gli intervistati) ottiene solo 64 punti.
I profili con una maggiore trustability (capacità ad ottenere fiducia) sono quelli di Massimo Galli e Andrea Crisanti. I due professionisti con il profilo più controverso sono invece Roberto Burioni e Alberto Zangrillo che risultano più degli altri, quest’ultimo in particolare, aggressivi, polemici, presuntuosi, e non sempre coerenti. Zangrillo inoltre risulta essere quello maggiormente in contrasto con i colleghi (30,9%).
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