Francesca Fedeli: “Coltivare l’innovazione dal basso”

Storyteller

di Fabia Timaco*

Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo sono i  co-fondatori di Fightthestroke.org, un’Associazione di Promozione Sociale che supporta la causa dei giovani sopravvissuti all’ictus, come il loro piccolo Mario.

Le nostre strade si sono incrociate un anno fa. Io parlavo di associazioni, giochi e soluzioni; lei di innovazioni e neuroni. Il comune filo rosso? L’azione.

Per puro caso vidi il video dell’intervento di Francesca e di suo marito Roberto al Ted Global 2013 a Edimburgo e ne rimasi colpita. Da immagini scientifiche complesse ad azioni concrete semplici, in sei minuti.

Dopo la nascita di Mario, cinque anni fa, la loro attenzione si è focalizzata dallo stroke (l’ictus) ad altro. Forse, non avevano (e parlo al plurale) programmato nulla di tutto questo. Come genitori si sono ritrovati nel vulcano delle emozioni, del timore, del dire “E adesso?”. Cosa avevano compreso? Cosa volevano trasmettere? Cosa avrebbero ideato negli anni seguenti?

Ora ricominciamo a coltivare le nostre passioni.

“Solo quando abbiamo scoperto il piacere di vivere con Mario e lo abbiamo coinvolto in tutte le cose belle che ci piacevano – i viaggi, la musica, i libri, gli amici – lui ha cominciato a guarire. Passo dopo passo.” (Lotta e Sorridi, ed. Sperling & Kupfer).

Ma procediamo con ordine. Francesca Fedeli: mamma e imprenditrice sociale. T-shirt, jeans, sneakers.  Un percorso formativo in Agraria presso l’Università di Bologna.

Un percorso lavorativo sul concreto come Junior Product Manager in industrie e in aziende agroalimentari come Barilla e Nestlé. I suoi compiti sono sviluppare ricerche di mercato, individuare cosa piace ai consumatori, far parte di un team. Insomma, imparare un approccio di cultura della marca e ciò che realmente si può fare per soddisfare i bisogni dell’essere umano.

“È stata una palestra per imparare il marketing, un percorso ricco di soddisfazione e scoperta” aggiunge Francesca. Successivamente è arrivato il mondo dell’astratto. Se prima l’assaggio del prodotto era un’azione quotidiana e naturale, da quel momento non più. O meglio il risultato si può vedere, ma dopo. Dal lavoro in gruppo al lavoro da sola, nel dipartimento Marketing Corporate di American Express.

“È stata un’esperienza di completamento rispetto al marketing del prodotto dedicato alle aziende e ai consumatori, con lo sviluppo di programmi in Corporate Social Responsability e Public Affairs. Approdando, nel 2010, a Ing Direct con il compito di trovare nuove strategie per acquisire clienti online” racconta.

In sostanza, un metodo trasversale e multidisciplinare.

La dedizione verso i progetti, la caparbietà nel poter lavorare in situazioni differenti le hanno permesso di farne tesoro, di utilizzare e prendere cosa era necessario in quel momento per la costruzione di un’associazione quale è Fight The Stroke, nata nell’aprile 2014 a supporto dei giovani sopravvissuti di ictus. Perché un incidente alla nascita non dovrebbe dettare il futuro di questi bambini. La diagnosi precoce e nuove tecniche riabilitative basate sul concetto dei neuroni specchio e sull’applicazione della tecnologia alla medicina, rappresentano solo alcune delle battaglie portate avanti dall’Associazione, che continua a far conoscere la propria storia attraverso eventi di risonanza mondiale.

Non c’era un vademecum da seguire. Il bagaglio di conoscenze, concreto e astratto, ha costruito tutta la realtà che c’è ora. Ha cambiato la stessa lavoratrice Francesca, anche mamma. Ha avuto modo di fornire più punti di vista in grado di definire le infinite opportunità in termini di ricerca personale e globale partendo dal basso: il consumatore. Di darne la struttura e la forma stessa.

Francesca, insieme a suo marito, è riuscita a raccogliere persone con professioni differenti ad un unico tavolo. Tramite workshop e testimonianze durante il primo Tedmed live Fight The Stroke 2014, ripetuto con successo lo scorso dicembre a Milano. Genitori, medici, fisioterapisti. Ciascuno donando la propria esperienza all’altro, con l’intento comune di ricercare soluzioni innovative per la riabilitazione motoria.

Come prima Fellow di Ashoka Italia (dal 2015), Francesca è sostenuta da una rete internazionale tra cui l’International Alliance for Pediatric Stroke e il Board of Fighters e, dopo aver partecipato all’Eisenhower fellowship negli Stati Uniti nel 2014, ha potuto constatare che la conoscenza riguardo un problema sociale quale è l’ictus perinatale è più grande di quanto si pensi.

Perciò si porterà a compimento il concept iniziale – ad oggi in sviluppo – in Mirrorable, una videopiattaforma interattiva che permette di utilizzare il meccanismo dei neuroni a specchio per la riabilitazione dei bambini in un luogo domestico. In questo modo l’innovazione entrerà direttamente a far parte delle attività quotidiane e ludiche consentendo ai genitori di essere attivi partecipanti nei progressi del figlio, tutto sarà più semplice e meno faticoso. Essa diventerà sostenibile, con un alto livello di eccellenza. Anche nel campo del rapporto medico – persona paziente attraverso la creazione di un’alleanza terapeutica: per i genitori, che vivono la diagnosi in momenti differenti; per i medici, per scoprire che l’online, per esempio, è un luogo assai frequentato dalle mamme. All’interno del gruppo Facebook di supporto aderiscono 500 genitori da tutta Italia. Si condividono idee, riflessioni, domande.

“Le mamme sono le prime persone che farebbero di tutto per trovare soluzioni originali; sono un potenziale ricco, ma ancora inesplorato” conclude Francesca.

Insieme è meglio che soli, soprattutto se quel dialogo e quel conforto non l’avevi trovato quando ne avevi bisogno. E poi hai studiato, approfondito, risposto. Eventi, conferenze, workshop.

Oggi cosa possiamo donare della nostra esperienza innovativa ideata dal basso? Come possiamo raccontarla? Cosa ci ha portato alla ricerca, al modello di associazione di promozione sociale che abbiamo pensato fin dal principio?” ci siamo domandati durante la nostra partecipazione al Ted Summit, lo scorso giugno.

Coltivare significa proprio questo: predisporre il terreno per inserire il primo seme.

Un’idea, pensata per Mario prima, per altri bimbi dopo.

Coltivare come un’imprenditrice sociale quando si dedica a qualcosa, un’innovazione riabilitativa; coltivare come una mamma quando si prende cura di qualcuno, il proprio figlio.

Nutrire un sentimento che darà i suoi frutti. 

*Fabia Timaco: 

Storyteller, diplomata alla Scuola Holden. Senza fi ltri va dritta al cuore delle cose. Frequenta il corso di Laurea in Comunicazione e Società presso l’Università Cattolica di Milano. A giugno 2015 La Repubblica l’ha inserita nella lista dei 20 ventenni italiani che cambieranno il mondo. Unisce narrazione e innovazione nel diario in cui racconta Fable, la mano stampata in 3D che avrà grazie a OBM Initiative. Ideatrice de “Il primo volo”, un progetto educativo dedicato alla crescita del rapporto genitori-figli e TEDx Speaker. I suoi consigli? Cambiare spesso punto di vista, mettersi nelle scarpe degli altri, comprendersi.


Francesca Fedeli: “Coltivare l’innovazione dal basso” - Ultima modifica: 2016-10-09T17:49:52+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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