Tutti i dati del Digital Transformation Index 2018 redatto da Futurum Research che ha analizzato più di 1.000 aziende in Nord America ed Europa Occidentale con più di 50 dipendenti. Ecco cosa è emerso.
L’obiettivo di Futurum Research era quello di capire l’approccio alla digital transformation e indagare sulla capacità delle imprese di rimanere competitive. Tra i temi presi in esame, nella ricerca c’è anche quello dell’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro e delle priorità di investimento. Ecco in sintesi i risultati del report.
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Digital Transformation aziende molto decise: il76,6% delle aziende descrive la propria relazione con la tecnologia come nella media o superiore alla media. Il 23,4% ammette un’adozione lenta o un ritardo. Il 70% delle imprese giudica il proprio Ceo competente in fatto di nuove tecnologie, mentre il 30% esprime preoccupazioni su questo aspetto.
I reparti IT, Customer Care e Marketing generalmente sono quelli che meglio sanno adattarsi al cambiamento tecnologico. Viceversa, le risorse umane, il settore legale e manifatturiero risultano essere più lenti nel rispondere. Solo il 50,4% delle aziende ha espresso un giudizio positivo sulla disruption tecnologica, sulla trasformazione digitale dirompente. Il 24,4% ritiene invece che sia una seria “minaccia” alla sopravvivenza dell’organizzazione.
In riferimento ai tre anni precedenti al semestre preso in esame, emerge che il 50,4% delle aziende ha riscontrato un impatto positivo sul business grazie alle nuove tecnologie, la digital transformation ha significato qualcosa di positivo. Il 30,7% denuncia invece un peggioramento, il 18,9% non ha notato cambiamenti significativi. Il 64,5% delle aziende è ottimista riguardo la propria capacità nei prossimi tre anni di adattarsi all’evoluzione tecnologica, mentre il 35,4% è preoccupato di non riuscirci.
Il 67,8% delle aziende riporta di aver avuto un impatto neutrale o positivo in quanto a creazione di posti di lavoro, il 37,3% ha ottenuto un incremento significativo. C’è anche chi ha subito conseguenze negative: il 31,3%, di cui il 15,7% definisce la trasformazione digitale un “killer”. Solo il 34,4% ha inserito in organico un Chief Digital Transformation Officer, anche se il 41,4% ha creato un team dedicato alla digital transformation aziendale.
Budget inadeguati e una cultura aziendale difficile da cambiare sono i due ostacoli più comuni alla digital transformation. Circa il 20% dei dipartimenti aziendali sembrano incapaci di adattarsi al cambiamento. Solo nel 10,9% dei casi, inoltre, le iniziative di trasformazione sono state guidate dai dipendenti.
A proposito di investimenti, invece, la ricerca ha esaminato in quali settori le aziende desiderano investire nei prossimi 12-18 mesi. Il 75,2% ha indicato i Big Data come area tecnologica prioritaria di investimento. Al secondo posto (72,9%) c’è il cloud, al terzo il mobile commerce (71,9%) che risulta già essere comunque un mercato maturo per la maggior parte dei business. Il 61,8% ha indicato l’Agile Collaboration, seguita dal Cognitive Computing con 60,8%. L’IoT è stato citato dal 57,4% dei rispondenti, la robotica e l’automazione dal 56,9%. Tra le categorie indicate nella survey, quelle che hanno avuto meno riscontro sono l’Intelligenza Artificiale e i Bot (55,5%), VR/AR (51,3%) e stampa 3D (47,5%).
Bisogna sottolineare che nove su dieci di queste tecnologie sono state considerate molto importanti da più della metà dei rispondenti. Solo una non è arrivata al 50%: il 3D printing, ancora considerato “una nicchia”.
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