Intelligenza Artificiale: i 7 punti chiave del report della Casa Bianca

A ridosso di una nuova era presidenziale alla Casa Bianca, da Washington D.C. è stato rilasciato il report in materia Intelligenza Artificiale, alla luce del potenziale applicativo di questa tecnologia così dirompente.
L’ultimo report è stato preceduto, lo scorso maggio, da un documento composto da una sessantina di pagine di ricerche intitolato “Prepararsi al futuro dell’Intelligenza Artificiale”. In sostanza, all’interno dello studio sono stati illustrati i progetti governativi per l’adeguamento ai progressi dell’Intelligenza Artificiale, ma sono anche stati illustrati quei provvedimenti per fornire consulenza tecnica e politica su temi legati alla AI e per monitorare lo sviluppo delle tecnologie ad essa collegate in tutta l’industria, la comunità di ricerca e il governo federale. Nell’ambito di divulgazione del progetto sono stati tenuti 5 workshop pubblici ed è stato aperto uno sportello al quale sottoporre qualsiasi tipo di richiesta di informazioni, al fine di permettere a ogni settore dell’industria di poter beneficiare delle nuove opportunità che l’AI offre. Una lista di 23 punti chiave, riassunti in 7 aree tematiche, che diventano una guida concisa per chiunque sia interessato alla AI.

1. L’AI dovrà essere utilizzata per il bene pubblico
L’AI ha già iniziato a fornire dividendi significativi in settori pubblici come l’assistenza sanitaria, i trasporti, la giustizia e l’economia.
Uno degli esempi più concreti è l’applicazione nella gestione del traffico, che riduce i tempi e le emissioni superflue di anidride carbonica, almeno del 25%. In ambito giudiziario l’AI potrebbe rivelarsi utile per la gestione della criminalità, attraverso la videosorveglianza, i sistemi relativi a cauzioni e condanne, ma anche per la divulgazione di informazioni relative a crimini in funzione della pubblica sicurezza, come identikit, tracciamenti di inseguimenti e così via.
Sia le industrie private che quelle pubbliche devono investire nella ricerca, al fine di adeguare il proprio business ai benefici della AI. C’è inoltre a progetto la creazione di un database open-source di training AI, così che chiunque possa avere accesso alle tecnologie necessarie per procedere all’adeguamento delle proprie infrastrutture.

2. Il Governo dovrà adottare l’AI.
L’AI tende a rendere i processi veloci ed efficienti e ogni Agenzia Federale dovrà adottarla. Il DARPA, avvalendosene, ha già realizzato un sistema educativo in grado di creare un tutor digitale per il reclutamento in Marina.
Il Governo ha annunciato inoltre che sosterrà finanziariamente i progetti di ricerca in materia AI. Il settore privato rimarrà senza dubbio il cuore pulsante dell’AI, ma lo Stato si impegnerà a sostenere quelle ricerche di base, solitamente prive di finanziamenti, che sono a lungo termine e nelle quali i privati non ripongono alcun interesse.

3. Le auto a guida autonoma e i velivoli senza pilota richiederanno una regolamentazione ufficiale.
Una forma di regolamentazione è indispensabile e lo è per due motivi: proteggere i cittadini e garantire correttezza nella competitività economica.
Nel caso specifico dei veicoli a guida automatica, come le auto a guida autonoma e i droni, è evidente l’impellenza di una legislazione. Gli standard di sicurezza esistenti non sono adeguati e c’è bisogno di revisioni significative, in particolar modo, nell’organizzazione del sistema della gestione del traffico affinché la si possa rendere automatica e avanzata.
La creazione di una legislazione pertinente comporterà l’impiego di professionisti con esperienza, capaci di dare forma alle nuove leggi. Il governo dovrà impegnarsi a sviluppare delle forze lavoro federali a seconda delle diverse prospettive, in modo da garantire una correttezza super partes.

4. Nessun bambino rimarrà indietro.
Il Presidente Obama ha dedicato un discorso rivolto all’imprescindibilità di emancipazione tecnologica delle generazioni future. Gli studenti americani – a partire dalle scuole dell’infanzia fino ad arrivare alle scuole superiori – impareranno l’informatica e avranno la possibilità di disporre di equipaggiamenti tecnologici adeguati.
In ambito di formazione, gli Stati Uniti dovranno impegnarsi a formare una nuova forza lavoro composta da ricercatori specializzati che includeranno scienziati informatici, statisti, programmatori di software e di database e archivisti.
Ma non si tratta soltanto di insegnare che cosa sia l’AI, ma di divulgare il concetto di sicurezza che deve essere propedeutico all’apprendimento dell’AI stessa. A tale scopo, sia le scuole che le università avranno bisogno di insegnare l’etica delle tecnologie, le materie collegate alla sicurezza e alla tutela della privacy come parte integrante della formazione dei curriculum che lavoreranno con l’AI, il machine learning, l’informatica e la scienza dei dati.

5. L’AI dovrà essere impiegata per aiutare, e non soppiantare, i lavoratori umani.
La minaccia che l’AI faccia venir meno una serie di posti di lavoro e figure professionali è sempre più concreta come eventualità. L’automatizzazione dei processi mette a rischio quelle figure professionali che svolgono incarichi semplici, e che possono venire meccanizzati. Non vengono, indicate soluzioni al problema e nemmeno ipotizzati scenari alternativi. L’urgenza ora è rappresentata dallo studio del problema e la ricerca di soluzioni.
L’AI rende al meglio quando lavora assieme ai lavoratori, nel momento in cui li rimpiazza totalmente insorgono problemi. In ambito clinico, ad esempio, sono stati svolti degli studi su delle cellule linfatiche di pazienti oncologici: la percentuale di errore riscontrata nei sistemi di diagnostica che si basano sull’Intelligenza Artificiale era assestata al 7.5%, a differenza del tasso di errore riscontrato nei patologi umani che registravano un 3.5%. Attraverso l’impiego combinato delle tecnologie AI con la supervisione umana si è passati allo 0.5%.

6. Eliminare gli errori dai dati, oppure non utilizzarli affatto.
L’utilizzo dei dati deve andare di pari passo con correttezza, giustizia e affidabilità. Gli assistenti artificiali ricevono un training in laboratorio per poi essere immersi nel mondo aperto, composto da infinite variabili, e quel cambiamento di ambiente operativo deve essere tenuto in considerazione e programmato.
Prendete, ad esempio, il sistema della gestione giudiziaria dei crimini, all’interno del quale il machine learning può contribuire efficacemente al disbrigo dei casi più semplici.
La preoccupazione più grande in tema di Big Data consiste nella mancanza stessa di dati e la mancanza di dati qualitativi. Nel momento in cui i dati sono incompleti oppure affetti da bias, l’AI non è in grado di assolvere il compito adeguatamente.

7. Pensare alla sicurezza, pensare globalmente
Una delle constatazioni più significative emerse nel documento, ha una stretta relazione con le riserve che il governo federale ha nei confronti dell’AI a lungo termine e l’impatto che non dovrà essere rivoluzionario con conseguenze sulle politiche attuali.
Si suppone di consentire il segreto commerciale, purché questo non comporti segretezza. L’accrescimento della segretezza dello sviluppo delle nuove tecnologie non deve portare all’impossibilità di monitorare i progressi e assicurare standard etici adeguati.
Il monitoraggio non dovrà avvenire a livello nazionale, ma su scala mondiale, l’idea punta infatti ad una strategia di governo strettamente collegata ad un impegno internazionalmente condiviso. Monitorare il Giappone, la Corea, la Germania, la Polonia, il Regno Unito e l’Italia dovrebbe avvenire secondo un sistema di partnership reciproca. Verranno elargiti fondi a quegli investimenti finanziari che puntano a sostenere eticamente lo sviluppo dell’AI e il training della stessa, secondo degli standard di responsabilità.

Nel complesso, il report ha un tono ed un’impostazione positivi e il futuro sembra essere chiaramente delineato. Gli Stati Uniti e la Casa Bianca abbracciano con entusiasmo l’avvento dell’AI, seppur con le dovute riserve e precauzioni.


Intelligenza Artificiale: i 7 punti chiave del report della Casa Bianca - Ultima modifica: 2016-11-07T14:00:56+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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