Smart Working : l’Italia è ultima in Europa preceduta da Grecia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia ed Ungheria. Appena il 7% dei lavoratori ha accesso allo smart working, anche solo occasionale, appena 1% i telelavoratori.
Allo Smart Working è dedicato, infatti, uno studio di Eurofound e dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro (Ilo): Working anytime, anywhere: The effects on the world of work, che mette a confronto i Paesi dell’Unione Europea con altri in cui lo smart working è già molto diffuso, tra i quali gli Stati Uniti e il Giappone.
Le percentuali di diffusione dello smart working affidato alle nuove tecnologie variano moltissimo, vanno dal 2% al 40% dei lavoratori dipendenti. Nella UE la media è intorno al 17%, con l’Italia fanalino di coda sia rispetto ai dipendenti che scelgono di lavorare da casa sia rispetto a quelli che fanno grande uso delle nuove tecnologie e quindi lavorano in mobilità. Italia è ultima con valori intorno al 7% per lo smart working di cui il 5% smartworkers occasionali e meno dell’1% telelavoratori.
L’Italia è preceduta da Grecia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Portogallo e Germania.
In testa invece Danimarca (intorno al 37%), Svezia, Paesi Bassi, Regno Unito, Lussemburgo e Francia. In Europa, guardando al 17% di lavoratori a distanza, per il 10% si tratta di un’attività occasionale, che si alterna a quella tradizionale in ufficio. Solo il 3% lavora da casa.
Nel resto del mondo ci sono situazioni molto diverse: in Giappone viene incoraggiato il lavoro a distanza per ridurre gli spazi negli uffici. Nelle grandi città brasiliane si considera il telelavoro per risparmiare tempi di spostamento lunghissimi. Negli Stati Uniti la percentuale di smart working è arrivata al 37%. Anche la partecipazione di uomini e donne è differente. Ci sono Paesi con percentuali di genere molto simili come la Germania e l’Ungheria.
Altri come il Regno Unito, la Francia o la Svezia dove invece il telelavoro è molto più diffuso tra gli uomini che tra le donne. L’indagine cerca anche di rispondere alla domanda se lo smart working sia un bene o un male per i lavoratori. I dati sono pochi, però per esempio negli Stati Uniti è stato accertato che il 78% delle ore di lavoro in più tra il 2007 e il 2014 sono da attribuire al lavoro svolto da casa. Gli smart worker lavorano anche molto durante il weekend, in Giappone circa il 30% lavora 6 o 7 giorni a settimana. Però poi c’è il lato positivo: in Francia l’84% dei telelavoratori ha dichiarato di avere maggiore libertà nella gestione del proprio orario e l’88% nota un miglioramento nel bilanciamento tra vita privata e professionale
Nel momento in cui il mondo saluta Papa Francesco, riflettiamo sulla sua visione della tecnologia…
La startup svedese IntuiCell ha sviluppato Luna, un robot quadrupede che non si affida a…
Gli Stati Uniti lanciano un piano nazionale per introdurre l'IA nelle scuole. Opportunità, rischi e…
Dexelance e Meridiani puntano sull’intelligenza artificiale per aggiornare il processo tra idea progettuale e visualizzazione…
BlueIT ha inaugurato il suo Innovation Hub nel cuore della Campagna Cremasca. La sede è…
Lo Zenbook A14 è il nuovo ultraleggero firmato ASUS: design in Ceraluminum™, prestazioni AI con…
Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135
Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011