Marta Ghiglioni : blockchain, la catena di blocchi che crea fiducia

Marta Ghiglioni è la responsabile della parte scientifica e tecnica di Susa progetto che prende il nome dalla città nella quale è stato trovato il codice di Amurabi, il primo scritto della legge. Susa è una startup innovativa, che permette di trasformare la legge scritta in codice. Creata da Anne Connely (cofounder e Business Development Manager del progetto, responsabile della parte strutturale) e appunto Marta Ghiglioni, come responsabile della parte scientifica e tecnica.

*di Fabia Timaco 

Sicurezza è assenza di preoccupazione. Eppure, ognuno di noi percepisce questo sentimento in modo intimo e diverso. C’è chi a casa possiede la porta blindata e si sente più sicuro. C’è chi al lavoro inserisce una password per accedere all’area riservata ed è meno preoccupato. C’è chi a scuola si fida ancora del compagno di banco, per fortuna. Essere certi di un dato, di una previsione, di una responsabilità.

L’idea di Susa, il progetto di  Marta Ghiglioni

È l’idea della catena Blockchain: sicura perché di tutti. La piattaforma si basa su un database distribuito, ciascuno possiede un’informazione e ogni dispositivo può controllare se un nuovo trasferimento avviene con successo. Le persone, in modo collettivo, riconoscono l’altro e ciò genera tranquillità tra le parti. Oggi si riflette sulle conseguenze dell’anonimato e sulle innovazioni per le grandi imprese, ricche di sovrastrutture. Proprio qui s’inserisce un progetto pilota declinato sul tema del diritto, con la sua visione di semplicità, accessibilità e velocità. Si chiama Susa ed è il risultato dell’intera rete costituita dai sogni, dalle domande e dalle curiosità nate quando Marta Ghiglioni, consulente privacy, prende l’aereo per volare in Silicon Valley e partecipare, grazie alla borsa di studio di Singularity University, al Global Solution Program presso il Nasa’s Ames Research Center. Le aspettative sono state rispettate: corsi di personal development, workshop e talks. Incontri con speaker d’ispirazione quali Marc Goodman, Global Strategist, Brad Templetonm Developer of and Commentator on self-driving cars e Pia Mancini, Democracy Activist, la quale ha sviluppato insieme al suo team di lavoro DemocracyOS, la piattaforma e applicazione web open source che funziona attraverso la crittografia e permette di fare da ponte fra gli abitanti e i loro rappresentanti, rendendo più semplice il coinvolgimento rispetto la realtà cittadina.

Il viaggio di Marta Ghiglioni

Il viaggio oltre oceano è continuato con un programma aggiuntivo del percorso estivo, chiamato Launchpad, in cui i gruppi di lavoro formati precedentemente su diversi temi riguardanti le tecnologie esponenziali hanno potuto approfondire la loro idea di partenza, con l’appoggio del team di Singularity University.

“Così come 4.000 anni fa si è passati da legge orale a legge scritta per dare più certezza, oggi abbiamo bisogno di andare oltre. Qualche mese fa, cominciavamo a ragionare sugli accordi tra due persone. Cosa succederebbe se a scriverli non è più il linguaggio naturale, ma un software?”.

Susa prende il nome dalla città nella quale è stato trovato il codice di Amurabi, il primo scritto della legge. È una startup innovativa, che permette di trasformare la legge scritta in codice. Creata da Anne Connely (cofounder e Business Development Manager del progetto, responsabile della parte strutturale) e Marta Ghiglioni, responsabile della parte scientifica e tecnica.

Siamo nell’era dell’Internet delle Cose, degli oggetti iper connessi e delle molteplici possibilità di capovolgere gli schemi. Grazie a un software articolato che gestisce le operazioni dietro le quinte, si utilizza blockchain per verificare gli avvenimenti a cui sono vincolate le transazioni. Tutto ciò si appoggia su un’interfaccia costituta da un linguaggio naturale. Simboli e segni che consentono la comprensione del messaggio come comunicazione, tra mittente e ricevente. Il progetto, già vincitore lo scorso settembre del bando “Hero X Prize, Blockchain for Social Good”, ha permesso di proseguire le sue attività di approfondimento, fare simulazioni partendo dai contratti online sul tema dell’esecuzione dell’eredità. Un sistema, dunque, che si propone di essere più democratico e vicino a ciascun utente, addetto ai lavori o no che sia, per sviluppare la parte burocratica molto più rapidamente. Susa, inizialmente pensato per gli Stati Uniti, con un terreno più fertile da cui partire perché più predisposto, non vuole rinunciare ad altri Paesi, dove per esempio è necessario creare un nuovo modello di confronto e relazione non solo nelle piattaforme online, implementato dalla tecnologia, ma ben più importante tra le persone.

Blocchi di fiducia

Controlliamo sempre se abbiamo chiuso la portiera della macchina. Controlliamo se abbiamo eseguito il logout da un social network. Controlliamo se il nostro zaino è ancora accanto alla sedia. E speriamo di ritrovare tutto nell’ordine in cui avevamo lasciato. Ci fidiamo di qualcosa o di qualcuno. È indispensabile. Nella vita reale, nella vita digitale. Conoscere la quotidianità e agire lì, coinvolgendo ognuno di noi attivamente. Blocchi di fiducia che generano sapere. Ridefinire un concetto astratto in qualcosa di concreto. Semplice, oggi più che mai.

 

*Fabia Timaco: Storyteller, diplomata alla Scuola Holden. Senza filtri va dritta al cuore delle cose. Frequenta il corso di Laurea in Comunicazione e Società presso l’Università Cattolica di Milano. A giugno 2015 La Repubblica l’ha inserita nella lista dei 20 ventenni italiani che cambieranno il mondo. Unisce narrazione e innovazione nel diario in cui racconta Fable, la mano stampata in 3D che avrà grazie a OBM Initiative. Ideatrice de “Il primo volo”, un progetto educativo dedicato alla crescita del rapporto genitori-figli e TEDx Speaker. I suoi consigli? Cambiare spesso punto di vista, mettersi nelle scarpe degli altri, comprendersi.


Marta Ghiglioni : blockchain, la catena di blocchi che crea fiducia - Ultima modifica: 2017-08-03T11:59:57+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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