Lotta al coronavirus: le invenzioni dell’IIT di Genova

Uno dei centri di ricerca più avanzato d’Italia si è messo al lavoro per trovare soluzioni efficaci contro il coronavirus: l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia con sede a Genova, ha infatti prodotto e ideato vari progetti che non solo sono utili per fermare l’avanzata del virus, ma guardano già al futuro. Nei mesi a venire, durante i quali la popolazione della Penisola dovrà inevitabilmente convivere con il Covid-19, è probabile che verrà usato uno degli oggetti che seguono, creati nei laboratori dell’IIT della città ligure.

I Feel You, il braccialetto anti-contagio dell’IIT

I Feel you : il braccialetto dell’IIT contro il coronavirus

Fra i primi prodotti realizzati dall’ente di Genova, ecco il braccialetto intelligente da indossare per monitorare la distanza di sicurezza tra persone e la temperatura corporea. Si chiama iFeel-You e ricorda gli smartband come Fitbit usati dagli appassionati di fitness. Grazie alla capacità di leggere il movimento del corpo e all’emissione di un segnale radio, l’oggetto è in grado di controllare la sua distanza da un altro braccialetto; quando due braccialetti si trovano in prossimità, vibrano emettendo un segnale di allerta e facilitando il rispetto della distanza di sicurezza. Inoltre il prodotto, che si collega via Bluetooth, può memorizzare l’identificativo del braccialetto vicino, dando così la possibilità di ricostruire, se necessario, i contatti con una persona risultata positiva al coronavirus.

Potrebbe essere utilizzato nelle spiagge e in altri luoghi pubblici, ma non è l’unica invenzione dell’IIT riguardo il distanziamento sociale. All’aeroporto di Genova è già stato testato il programma “Social distancing” capace di utilizzare le telecamere di sorveglianza per generare una mappa dell’ambiente sfruttando l’intelligenza artificiale e circoscrivere un raggio intorno a tutte le persone presenti, segnalando quando sono troppo vicine.

Intelligenza artificiale e robot per superare la pandemia

L’A.I. è stata usata dall’Istituto anche per creare il software open source Ai-Thermometer. Questa invenzione applica una tecnologia che prende il nome di openpose e che permette alla
termocamera, mediante algoritmi di intelligenza artificiale, di “capire” il posizionamento del corpo
delle persone e misurare la temperatura di uno o più soggetti contemporaneamente nel punto più
idoneo, la fronte. Inoltre, ecco LHF-Connect, un robot di telepresenza guidato tramite un software sviluppato da un team di ricerca dell’IIT in collaborazione con l’Università di Pisa. Gli automi sono dotati di intelligenza artificiale che ne aiuta la navigazione, ma vengono supervisionati a
distanza da una persona che impartisce gli ordini. Al momento il robot viene utilizzato per l’assistenza remota da parte di ricercatori o di operatori sanitari, ma il progetto prevede di istruire dei volontari che offriranno alcune ore per guidare a distanza i robot nei reparti Covid-19. In questo modo i pazienti saranno meno soli e i medici potranno fare diagnosi con rischi minori, dato che i robot hanno uno schermo centrale che consente la trasmissione di immagini in diretta.

Simulazioni molecolari e medicine riadattate

Fra le preziose iniziative dell’IIT si segnalano anche la progettazione di mascherine riutilizzabili e facilmente disinfettabili, basate sulla riconversione di maschere subacquee full face; l’analisi di una serie di target molecolari del virus con l’obiettivo di eseguire in tempi brevi il “drug repositioning” di alcuni farmaci; e la creazione di componenti stampati in 3D per respiratori quali sdoppiatori, maschere e flussimetri. Le misure per contrastare il diffondersi del Coronavirus passano da uno dei fiori all’occhiello della ricerca italiana.


Lotta al coronavirus: le invenzioni dell’IIT di Genova - Ultima modifica: 2020-05-23T10:57:26+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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