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Il dominio dei video brevi e dei reels

I video della durata di cinque minuti o più che hanno fatto la fortuna di YouTube stanno scomparendo dal web. La diffusione di TikTok e delle storie su Instagram, infatti, ha portato al successo le clip più brevi, che solitamente durano un minuto o addirittura meno. Secondo gli esperti di marketing, i consumatori sono ormai orientati esclusivamente verso i video brevi, un’evoluzione dovuta all’utilizzo degli smartphone e alla crescita esponenziale dei social media, in particolare tra i più giovani. Il cambiamento non ha colto di sorpresa il colosso YouTube, ma la nota piattaforma potrebbe modificare le proprie funzionalità a breve per adattarsi alla novità.

Video brevi e il cambiamento di YouTube

Un articolo del quotidiano Financial Times ha analizzato i dati della nuova era dei video brevi sul web. Il fatto che il colosso YouTube abbia deciso di incentivare e promuovere la visione degli shorts, la sua versione delle clip brevi da vedere in verticale, è la prova che il futuro dell’intrattenimento sia in quella direzione. Shorts ha accumulato più di due miliardi di utenti dal suo lancio nel 2021, ma ha allontanato il pubblico dai tradizionali video più lunghi sulla piattaforma, secondo diverse persone che hanno familiarità con le cifre. Nelle recenti riunioni strategiche di YouTube si è discusso del rischio che i filmati di lunga durata, che producono maggiori entrate per l’azienda, si stiano estinguendo come formato. Il personale ha espresso preoccupazione per i dati interni dell’azienda, secondo i quali i creatori di contenuti stanno realizzando meno video di lunga durata, a causa della mancanza di interesse da parte dei consumatori e delle commissioni da parte dei marchi che privilegiano i contenuti brevi per l’inserimento dei prodotti.

Video brevi per tutti

Altre aziende di social media, tra cui Meta proprietaria di Instagram ed X ex Twitter, stanno promuovendo i contenuti cosiddetti short-form in modo esponenziale. Il Financial Times ha affermato che, a causa della minaccia di TikTok, i social stanno spingendo i corti ai loro miliardi di utenti, anche a scapito delle entrate pubblicitarie. Eppure, i video più lunghi offrono maggiori opportunità di pubblicità e hanno un tasso di clic più elevato sulle inserzioni pubblicitarie. YouTube ha cercato di conquistare nuovi creatori con meccanismi di pagamento più remunerativi di quelli di TikTok e offrendo strumenti di editing all’interno della piattaforma. Tuttavia molti influencer e creatori di contenuti scelgono di apparire per minore tempo, anche perché “non hanno quella grande e necessaria personalità che dura 30 minuti”, ha dichiarato Fumi Desalu-Vold, che ha quasi 650mila abbonati su YouTube.

Da dove arriva il successo degli shorts

I video brevi sono più facili da consumare durante le pause della giornata o in momenti di attesa. Sono anche semplici da creare: le app di condivisione offrono strumenti di creazione intuitivi e accessibili. Chiunque può creare contenuti brevi senza necessariamente avere competenze avanzate di editing video. Questo favorisce la partecipazione di un vasto pubblico; inoltre, i video brevi sono progettati per essere condivisi e diventare virali in pochissimo tempo. Per questo molte piattaforme incoraggiano l’interazione e il coinvolgimento degli utenti attraverso like, commenti e condivisioni, il che rende la fruizione dei contenuti più coinvolgente. Insomma, i video brevi stanno dominando il panorama online a causa della loro adattabilità alle esigenze di un pubblico moderno con una minore soglia di attenzione. Tuttavia, ciò non significa che i video più lunghi non abbiano più un posto nella fruizione di contenuti online; piuttosto, è necessario adattarsi alle mutevoli preferenze del pubblico e fornire una varietà di formati per soddisfare le esigenze di tutti gli spettatori.


Il dominio dei video brevi e dei reels - Ultima modifica: 2023-10-15T11:22:49+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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