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Twitter, il fondatore Jack Dorsey verrà licenziato come Steve Jobs da Apple?

Jack Dorsey licenziato da Twitter, il fondatore e capo carismatico del social rischia seriamente di essere allontanato dalla sua creatura.

Nonostante sia uno dei siti più usati, e chiacchierati, del mondo, Twitter non naviga in buone acque. Il fondatore Jack Dorsey è a rischio licenziamento data l’insoddisfazione dei maggiori azionisti che da tempo si lamentano delle difficoltà del social network di ricavare introiti. Per via dei suoi metodi eccentrici e inusuali, Dorsey non è visto di buon occhio dai finanziatori che hanno deciso di investire nel sito dei cinguettii. Fra comportamenti definiti strani e un metodo di fare business diverso dalla tradizione, il Ceo di Twitter ora rischia di essere rimosso dal suo incarico, nell’azienda che lui stesso ha creato.

Jack Dorsey lanciò di Twitter nel 2006

All’inizio degli anni Duemila l’americano Jack Dorsey ebbe l’idea per un sito di microblogging dove gli utenti avrebbero potuto scrivere status di massimo 140 caratteri. Una corsa al ribasso che ha fatto la fortuna di Twitter, diventato in questi anni uno dei social network più usati al mondo. Insieme agli sviluppatori Noah Glass, Biz Stone ed Evan Williams, Dorsey lanciò ufficialmente Twitter nel 2006.

Il sito è diventato sempre più famoso ed è oggi usato da personalità politiche e vip, da Donald Trump a Barack Obama fino a Lady Gaga e Cristiano Ronaldo. Un successo planetario che ha portato molto interesse e attenzioni sulla creazione di Dorsey, tanto che di recente il fondo finanziario Elliott (proprietario anche della squadra del Milan in Italia) ha deciso di investire in questa azienda simbolo del web. Il loro primo desiderio? Licenziare Jack Dorsey.

I comportamenti eccentrici di Jack Dorsey

Giornate di lavoro accorciate, passeggiate mattutine di due ore, lezioni di yoga e di recente la decisione di andare a vivere per sei mesi in Africa: queste sono solo alcune delle idee messe in atto da Dorsey negli ultimi anni mentre era a capo di Twitter. Comportamenti illuminati secondo alcuni, ma non apprezzati dai big della finanza come Elliott che hanno una visione del lavoro ben diversa e incentrata sui guadagni.

Questi ultimi fra l’altro non sono mai stati il primo interesse di Dorsey: infatti Twitter fatica a restare in attivo e i suoi spazi per promozioni e pubblicità sono molto meno invadenti di quelli di Facebook e altri portali concorrenti della Silicon Valley. Oltre a un minimo interesse nella vendita degli spazi pubblicitari, Twitter si è fatto notare anche per la grande libertà concessa agli utenti: i “ban” sono rari, tanto che questo ha portato più di una critica a Dorsey, colpevole secondo alcuni di dare troppo spazio ad idee estremiste nel proprio social network.

Le decisioni di Elliott e il futuro di Dorsey

Nonostante il fondo Elliott detenga solo il quattro per cento delle azioni di Twitter, il loro potere decisionale è molto ampio. Fra le accuse rivolte all’attuale Ceo ci sono la mancanza di lungimiranza, evidenziata dalla decisione di chiudere il portale di video Vine, un antenato di TikTok che avrebbe fatto guadagnare utenti e denaro a Twitter. Intanto però molti dei dipendenti dell’azienda sostengono il loro capo, tornato di recente nel ruolo di Ceo dopo alcuni anni nell’ombra per dedicarsi ad altri progetti.

Fra i quali il lancio di Square, una piattaforma dedicato ai pagamenti online e al controllo delle finanze personali che ha concentrato tutte le attenzioni di Dorsey. Le ultime notizie però parlano di un accordo fra le due parti, con Elliott che ha deciso di dare un altro po’ di fiducia a Dorsey.

Quest’ultimo si è detto pronto a impegnarsi maggiormente nella gestione di Twitter, ma bisognerà vedere se sarà lui ad adattarsi alle leggi della finanza oppure se riuscirà a mantenere un social network atipico basato sulle sue originali idee.

 


Twitter, il fondatore Jack Dorsey verrà licenziato come Steve Jobs da Apple? - Ultima modifica: 2020-03-16T10:10:39+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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