La legge italiana ora richiede che i film vengano proiettati al cinema prima che si diffondano in streaming.
Il ministro della Cultura e del Turismo italiano, Alberto Bonisoli, ha recentemente firmato un decreto legge. Richiede che tutti i film italiani vengano proiettati nelle sale cinematografiche prima che raggiungano Netflix, Prime Video e altri fornitori di streaming. Qualcuno l’ha definito il decreto “anti-Netflix” poiché effettivamente l’arrivo di Netflix ha cambiato le regole del gioco. Nei mesi scorsi abbiamo assistito ai primi esperimenti di film usciti contemporaneamente nelle sale e sulla piattaforma di streaming.
Inoltre, la nuova legge formalizza un ritardo di 105 giorni tra le versioni cinematografiche e in streaming. Questo ritardo può essere ridotto a ”solo” 60 giorni se un film viene mostrato in meno di 80 cinema o ha meno di 50.000 spettatori nelle prime tre settimane.
Bonisoli non si è dimostrato timido nello spiegare le ragioni di questa scelta. Vuole “proteggere le sale cinematografiche”, che, sostiene, “hanno bisogno di film che possano garantire un reddito”. Figure dell’industria italiana dei media, come Carlo Fontana di Agis, hanno affermato che i servizi di streaming rappresentano “concorrenza sleale”.
L’Italia si unisce alla Francia nel tentativo di proteggere le catene cinematografiche da internet. La Francia non è l’unico paese particolarmente diffidente nei confronti dei servizi di streaming.
Questo nuovo approccio non è necessariamente tanto duro quanto la legge francese in merito, che richiede un’attesa di tre anni tra una prima in sala e la disponibilità sui servizi di streaming. Anche se la legge francese non richiede un necessario debutto in sala, come per l’Italia. Tuttavia, l’obiettivo è in definitiva lo stesso: salvaguardare un approccio tradizionale al cinema (e le aziende che dipendono da questo).
Se la cosa possa funzionare o no è un’altra questione. Il buffer obbligatorio dell’Italia potrebbe impedire ai film di produzione nazionale di andare direttamente su Amazon o Netflix, ma non convincerà necessariamente il pubblico a visitare di più i cinema: il pubblico potrebbero solo aspettare fino a quando non potranno guardare una produzione cinematografica a casa senza costi aggiuntivi.
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