La design economy in Italia è un settore strategico con un grande futuro davanti a sé. Basta guardare al numero di imprese attive nel design: sono ben 29 mila, meno delle 34mila francesi, ma più delle 23mila tedesche, delle 21mila inglesi, delle 5mila spagnole. Siamo al secondo posto anche per peso del fatturato del design sul totale dell’economia. Il settore genera 4,4 miliardi, pari allo 0,3% del Pil.
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Inoltre in Europa, quasi un addetto nel design su cinque (17,4%) è italiano; in numeri assoluti si tratta di 47.274 occupati nel settore sui 272.268 dell’UE. Se osserviamo il valore aggiunto per addetto negli anni 2013-14, la sola Spagna (+23,8%, che parte però da livelli molto più bassi dell’Italia) evidenzia performance migliori (+7,8%), mentre sono negative sia la media dei risultati dell’Unione europea (-1,0%) che i dati di Regno Unito (-5,2%), Germania (-11,7%) e Francia (-13,7%).
Si tratta di risultati in evidente crescita soprattutto negli ultimi cinque anni: +5,4% per occupazione e +12,3% per fatturato, come sottolinea il rapporto “Design Economy” realizzato da Fondazione Symbola. La ricerca indica con il termine “design” diversi settori produttivi legati alla creatività e alle eccellenze internazionali del made in Italy: oltre all’arredamento, anche la moda, il food e l’automotive. E i dati si riferiscono esclusivamente alle imprese che operano nei servizi di progettazione. Per l’intera Europa si stimano 179mila aziende attive nel 2015 e una ricchezza generata di circa 26 miliardi di euro. Un sistema fatto anche di tante Pmi in cui per vocazione si sperimenta una ricerca non codificata di qualità, bellezza, sostenibilità.
Le nostre performance vanno oltre il fatturato e la specializzazione: l’Italia è uno dei leader anche nei brevetti. Il Registered Community Design, lo strumento comunitario di registrazione dei progetti e disegni in ambito industriale, vede il nostro Paese secondo dopo la Germania. Nel complesso, sulle 32 categorie aggregate previste nella classificazione, in 22 casi ci collochiamo tra le prime tre nazioni per numero assoluto di brevetti conseguiti. Siamo primi in quattro settori: cibo, articoli di ornamento, strumenti musicali, loghi.
Il sistema del design italiano ha risposto alla crisi mettendo in campo specializzazione e creatività. Nello stivale si contano 89 istituti di formazione specifica e le regioni più attive nella formazione di designer sono Lombardia, Lazio e Piemonte.
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