GDPR: Google e Facebook rischiano $ 9,3 miliardi di multa nel primo giorno di applicazione

Google, Facebook, Instagram e WhatsApp rischiano $ 9,3 miliardi di multa nel primo giorno di applicazione del GDPR.
I giganti del web sono stati denunciati per presunte infrazioni al GDPR a poche ore dall’entrata in vigore del General Data Protection regulation che è diventato applicabile il 25 maggio. Queste denunce potrebbero comportare multe fino a 9,3 miliardi di dollari in totale.

GDPR: rischio multa da 9,3 miliardi per Google e Facebook a poche ore dall’entrata in vigore

GDPR: Google e Facebook rischiano $ 9.3 miliardi di multa nel primo giorno di applicazione

Il gruppo a difesa della privacy Noyb.eu, con sede in Austria, ha affermato che le quattro società stanno costringendo le persone ad adottare un approccio “prendi o lascia” per quanto riguarda la privacy – in sostanza chiedendo agli utenti di accettare i termini di servizio oppure di abbandonare il servizio. Si tratterebbe quindi di un consenso forzato.

Le infrazioni al GDPR contestate a Google e Facebook

Il gruppo Noyb è guidato dall’attivista austriaco per la privacy dei dati Max Schrems, che ha paragonato la scelta imposta dai social al “processo elettorale della Corea del Nord”.
Il punto è questo: i servizi online dei giganti come Google, Facebook, Instagram e Whatsapp “costringono” gli utenti, secondo Noyb.eu, a spuntare la casella del consenso al trattamento dei dati sotto la “minaccia” che il servizio non potrà più essere utilizzato se l’utente non acconsente. In pratica o accetti i nostri termini di privacy o non puoi più utilizzare Facebook, Instagram ecc.

Noyb denuncia Google, Facebook, Instagram e Whatsapp per infrazioni al GDPR

Noyb ha chiesto alle autorità di Francia, Belgio, Germania e Austria di multare le aziende fino al massimo il 4% delle loro fatturato annuale, come previsto dalle regole del GDPR, la multa richiesta quindi potrebbe essere fino a 4,88 miliardi di dollari di multa per la società madre di Googke, Alphabet e 1,63 miliardi di dollari per Facebook e i suoi servizi Instagram e WhatsApp. Questo ovviamente solo nel caso in cui le autorità europee accolgano la richiesta di Noyb decidendo di multare le compagnie per la cifra massima prevista dal GDPR.

Il GDPR, abbreviazione per regolamento generale sulla protezione dei dati, è concepito per offrire ai cittadini dell’Unione europea un maggiore controllo sul modo in cui le loro informazioni vengono utilizzate. È entrato in vigore il 25 maggio dopo un periodo di transizione di due anni, e il suo effetto è stato immediato. I cittadini europei, ad esempio, sono stati bloccati dall’accedere a diversi servizi e notiziari statunitensi come primo risultato del GDPR.

GDPR: primo giorno di applicazione, prima denuncia

Google ha dichiarato che ha adottato misure significative per garantire la conformità prima della nuova legge.

“Pensiamo alla privacy e la sicurezza nei nostri prodotti sin dalle primissime fasi e ci impegniamo a rispettare il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE”, ha detto in una nota un portavoce di Google, che ha anche preso nota del suo post sul GDPR.

Facebook, proprietaria di Instagram e WhatsApp, ha dichiarato che l’azienda ha lavorato per rispondere appieno ai requisiti di GDPR.

“Negli ultimi 18 mesi, abbiamo adottato misure per aggiornare i nostri prodotti, le nostre politiche e i nostri processi per fornire agli utenti una trasparenza e un controllo significativo dei dati su tutti i servizi che forniamo nell’UE”, ha dichiarato Erin Egan, chief privacy officer di Facebook.
Evidentemente queste assicurazioni non sono bastate a Noyb che ha deciso di denunciare Google e Facebook a poche ore dall’entrata on vigore del GDPR.

 

 

 


GDPR: Google e Facebook rischiano $ 9,3 miliardi di multa nel primo giorno di applicazione - Ultima modifica: 2018-05-26T06:41:46+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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