I robot elimineranno il 6% dei posti di lavoro entro il 2021 negli USA

Tassisti, camionisti e addetti ai customer service: sono loro a rischiare i posti di lavoro, guardando al 2021. A dirlo è un recente studio condotto dalla Forrester.

I robot sostituiranno gli esseri umani nello svolgimento di alcune mansioni specifiche e alcuni posti di lavoro ne risentiranno. Rappresentano una parte dei sistemi di AI (Artificial Intelligence) capaci di comprendere il comportamento umano e prendere decisioni al nostro posto. Le tecnologie attuali in questo campo includono assistenti virtuali quali Alexa, Cortana, Siri e Google Now, ma lo stesso avviene anche per le chatbot e i sistemi robotici automatizzati. Allo stato attuale svolgono mansioni semplici, ma immaginate cosa potrebbe succedere di pari passo con la rapidità dello sviluppo tecnologico, in un lasso di tempo di circa 5 anni. I robot potrebbero trovare applicazione in scenari e ambienti più complessi e magari verrebbe persino incentivata l’adozione di massa di dispositivi dotati di AI, in particolare da parte di quelle società che mirano a ridurre i costi.

“Entro il 2021 assisteremo all’inizio dell’adozione dirompente di soluzioni basate su tecnologia cognitiva AI. Il risultato porterà ad uno spostamento dell’occupazione e l’impatto maggiore vedrà coinvolti i trasporti, la logistica, i servizi clienti e quelli per i consumatori” racconta Brian Hopkins nel rapporto Forrester.

Sembra che l’insurrezione dei robot stia diventando qualcosa di inevitabile, i concierge AI hanno già accesso a calendari, account di posta elettronica, possono consultare la cronologia dei browser, degli acquisti e la visione dei media per creare una panoramica dettagliata sulle abitudini di ogni singolo individuo. Attraverso questa forma di apprendimento, gli agenti virtuali sono in grado di offrire un’assistenza altamente personalizzata che potrebbe essere di grande aiuto ad attività commerciali e banche per fornire un’assistenza sempre più accurata.

In ambito trasporti, Uber, Google e Tesla stanno lavorando veicoli a guida autonoma, tecnologia che inizia a farsi largo nell’industria dei mezzi pesanti su ruote, per ridurre gli alti costi legati agli autisti in carne e ossa. Ma ci sono già state delle manifestazioni violente di protesta da parte dei tassisti a seguito dell’arrivo di Uber. Immaginate come potrebbero reagire una volta che lo stesso Uber eliminerà il fattore umano dalle proprie flotte.

Si rimane facilmente sbalorditi da queste innovazioni, ma cosa succederà a quel 6% di posti di lavoro direttamente coinvolti dalla rivoluzione tecnologica imminente? Probabilmente si verranno a creare nuovi lavori per la supervisione e la manutenzione di questi sistemi automatizzati, ma verranno richieste una formazione e una preparazione specifica, probabilmente competenze universitarie specializzate.

Andy Stern, presidente della Service Employees International Union – organizzazione non a scopo di lucro – che tutela e rappresenta più di 2 milioni di lavoratori americani, ha commentato così lo studio “Il 6% rappresenta una percentuale enorme se si tiene conto che si tratta di un dato relativo ad un’economia che non sta creando posizioni full time e in regola. La possibilità di trovare facilmente occasioni di lavoro è in forte decrescita. Ci ritroveremo a far fronte a persone con voglia di lavorare, ma in estrema difficoltà nel trovare posti di lavoro che richiedano le loro competenze o la loro manualità. E non si tratta semplicemente di una questione aperta per chi ha una mansione umile o un lavoro non specializzato, accade anche in posti di lavoro più ricchi, come le banche, il retail e la salute, anche lì la richiesta di personale è in diminuzione”.

La mancanza di lavoro porta al degrado e a tensioni sociali e forse non si sta tenendo conto adeguatamente dei rischi che potrebbero avere la meglio sull’ipotesi di prosperità e benessere che accompagna le presentazioni di ogni sistema di AI. Il compito di arginare gli effetti negativi di una trasformazione digitale incontrollata è nelle mani della classe dirigente e delle istituzioni, i quali dovrebbero favorire la creazione di nuove opportunità occupazionali, perché a fronte di un livello medio di istruzione sempre più alto, chi non ha determinati skill, o possibilità, dovrà competere duramente per ottenere un lavoro continuativo e stabile, in uno scenario con sempre meno posti di lavoro a disposizione.


I robot elimineranno il 6% dei posti di lavoro entro il 2021 negli USA - Ultima modifica: 2016-09-15T07:59:29+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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