In fondo il pc è l’evoluzione naturale della macchina da scrivere e l’antenata dei moderni computer è nata in Italia, tra molti misteri.
Tutti gli indizi portano in Italia e, più precisamente, a Fivizzano (in provincia di Massa Carrara) dove “Una preziosa stamperia” funzionava nei primissimi anni del 18esimo secolo. Qui nel 1802 è nata la prima macchina al mondo che stampava con una tecnologia moderna.
L’invenzione è attribuita al Conte Agostino Fantoni (nipote del poeta Giovanni Fantoni Labindo) che – aiutato dall’ingegnere amico Pellegrino Turri – voleva permettere di scrivere la sorella Carolina, diventata cieca ancora giovane.
Altri attribuiscono la scoperta proprio a Turri, inventore della carta carbone, che si dice fosse l’amante della contessa. Sta di fatto che, questa macchina, stampava le lettere con la carta carbone ottenendo risultati nitidi.
Di quel primo congegno di legno e ferro non è rimasto nulla, solo le lettere di Carolina Fantoni, conservate all’Archivio di Stato di Reggio Emilia. La macchina fu distrutta, ritenuta inutile, dagli eredi di Pellegrino Turri. Bisogna poi aspettare quasi cinquant’anni, il 1846, per vedere il primo brevetto registrato da parte di un altro italiano, Giuseppe Ravizza, al quale viene comunemente attribuita l’invenzione.
È curioso sapere che anche il “Cembalo scrivano” (nella foto) di Ravizza nacque per dare ai non vendenti la possibilità di scrivere semplicemente.
Cecilia Cantadore
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