Il Rapporto SIAE 2023 offre una panoramica completa e aggiornata sullo stato dello spettacolo e dell’intrattenimento in Italia, in un periodo post-pandemico caratterizzato da un forte rilancio. “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi è il film più visto e batte Barbie (2°) e Oppenheimer (3°). Henry Styles domina nei concerti seguirto da Bruce Springsteen e i Cold Play.
Ecco i punti salienti che emergono dalla 88esima edizione di questo documento fondamentale.
Indice dei contenuti
Dopo un biennio difficile, il 2022 aveva segnato l’inizio della ripresa per il settore dello spettacolo dal vivo. Il 2023 conferma questa tendenza positiva, con oltre 35 milioni di eventi e una crescita del 14% rispetto al 2022. Questo dato testimonia la rinnovata vitalità del settore, con una spesa complessiva che ha raggiunto cifre record: 4,2 miliardi di euro, un aumento del 37% rispetto all’anno precedente.
La pandemia e il ritorno del pubblico
Secondo Matteo Fedeli, Direttore Generale della SIAE, la pandemia non ha portato a un trasferimento definitivo del pubblico verso il digitale, come si temeva. Nel 2023, le persone sono tornate in massa ai luoghi di spettacolo tradizionali, portando a un totale di quasi 265 milioni di spettatori, un incremento del 30% rispetto al 2022.
Il Cinema ha visto una significativa ripresa, con poco meno di 26 milioni di proiezioni e un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. La partecipazione del pubblico è aumentata del 55%, raggiungendo i 74,1 milioni di spettatori. Anche il Calcio ha contribuito alla crescita generale, con oltre 9 milioni di spettatori (un incremento del 46% rispetto al 2022).
Nonostante i numeri positivi, il Rapporto SIAE evidenzia una disparità tra Nord e Sud Italia. La Lombardia si conferma il centro nevralgico dello spettacolo in Italia, concentrando il 56,6% degli spettatori. Il Sud, pur mostrando segnali positivi, come la crescita del 16% dell’Abruzzo e del 27,5% della Basilicata, rimane indietro rispetto al Nord e al Centro in termini di offerta e partecipazione.
Nel 2023, il teatro di prosa ha visto un recupero totale rispetto ai livelli pre-pandemici, con oltre 90 mila spettacoli e più di 15 milioni di spettatori. La spesa complessiva per questo settore ha superato i 250 milioni di euro. Anche la lirica ha continuato il suo percorso di crescita, con quasi 3 mila spettacoli e oltre 21 milioni di spettatori.
Rapporto Siae l’andamento dei settori
I dati indicano una netta ripresa del settore dopo i recenti anni difficili, incoraggiando prospettive positive per il futuro. Nel 2023, l’Osservatorio dello Spettacolo ha registrato poco meno di 2,6 milioni di proiezioni, con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente. Anche l’affluenza è cresciuta significativamente, con 74,1 milioni di spettatori (+55,4% rispetto al 2022), rappresentando il 51% del pubblico totale dello spettacolo in Italia. Tuttavia, la presenza in sala è ancora inferiore ai livelli del 2019, con un calo del 29%.
Con l’aumento del pubblico, anche gli incassi sono cresciuti in maniera più che proporzionale, grazie all’inflazione sui costi dei biglietti. La spesa media per biglietto ha superato per la prima volta la soglia dei 7 euro. Gli incassi totali dalle sale italiane hanno raggiunto 530,5 milioni di euro, un incremento del 59% rispetto all’anno precedente.
Il Cinema ha ripreso vigore anche durante la stagione estiva, tradizionalmente più debole, grazie a pellicole americane attesissime come “Barbie” e “Oppenheimer”. La misura di sostegno “Cinema Revolution”, promossa dal Ministero della Cultura, ha permesso di offrire biglietti a 3,50 euro per i film italiani ed europei. Questo ha portato a un aumento del 117% degli spettatori a luglio 2023 rispetto allo stesso mese del 2022, e incrementi del 102% ad agosto e dell’84% a settembre 2023. Di conseguenza, nei mesi estivi si è registrata un’affluenza media superiore rispetto a gennaio e dicembre, i mesi tipicamente più attivi per le sale cinematografiche.
Nonostante i numeri positivi, persiste il divario tra Nord e Sud del Paese sia in termini di offerta che di partecipazione. Lombardia e Lazio concentrano quasi un terzo dell’offerta complessiva, rispettivamente con il 17,9% e il 13,5% del totale.
I concerti di musica pop, rock e leggera continuano a crescere anche nel 2023, superando quota 36 mila eventi (+16% sul 2022). Rispetto ai livelli pre-pandemici, il numero di spettacoli è praticamente raddoppiato (+98% sul 2019). Non essendoci più, nel 2023, l’effetto connesso alla riprogrammazione degli spettacoli annullati causa pandemia, è prevedibile che questi numeri possano essere tecnicamente replicabili anche in futuro. Per il momento, i primi dati del 2024 confermano questa tendenza. Inoltre, il numero degli organizzatori di spettacoli pop, rock e leggera è aumentato del 59% rispetto al 2022.
A livello territoriale, permane un forte accentramento nelle regioni settentrionali e centrali del Paese, soprattutto in quelle con maggiore capacità di accoglienza (arene, grandi stadi) e infrastrutture di collegamento, come Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, ma anche Lazio e Toscana. Questo è un fattore fondamentale per l’organizzazione di grandi eventi, in particolare di artisti internazionali. Non sorprende, quindi, che gli eventi più partecipati nel 2023 si siano tenuti in poche, grandi location, come la RCF Arena di Reggio Emilia, l’Ippodromo e lo Stadio Meazza di Milano, l’Autodromo di Monza e il Circo Massimo di Roma. Tuttavia, le regioni più “attrezzate” hanno cresciuto a un tasso inferiore rispetto a diverse regioni del Sud come Basilicata (+55%), Sicilia (+45%), Calabria (+38%), Puglia (+34%), Liguria (+28%), Marche (+26%) e Valle d’Aosta (+23%).
Nel 2023, il settore dei concerti ha realizzato 23,7 milioni di spettatori (+13,6% sul 2022), quasi raddoppiando i risultati del 2019 (+88%). La Lombardia si conferma la principale tappa italiana per i grandi eventi internazionali e molti altri concerti con molta affluenza. Con 5,7 milioni di spettatori (+20% rispetto all’anno precedente), la regione rappresenta quasi un quarto della domanda nazionale; seguono Lazio ed Emilia-Romagna, che insieme fanno appena la metà dei volumi.
La predominanza dei generi Pop, Rock e Leggera nel comparto della musica dal vivo è evidente guardando ai volumi di incassi, che nel 2023 sono stati 894 milioni di euro, pari al 92% dei ricavi complessivi dei concerti. Questo risultato è dovuto non solo all’aumento del pubblico, ma anche all’incremento dei prezzi dei biglietti. La spesa media individuale ha raggiunto circa 37,7 euro (+16,8% rispetto all’anno precedente), il livello più alto del settore, pari a circa il doppio di quella per il Jazz e oltre il doppio di quella per la Classica, e tra le più alte in tutti i comparti.
Il Calcio rappresenta l’83,2% degli eventi sportivi fruiti nel Paese. Nel 2023, l’offerta di eventi calcistici ha superato i 63 mila spettacoli, più di uno ogni mille abitanti, segnalando una ripresa del settore. Tuttavia, i numeri non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemia del 2019, quando gli eventi superavano i 100 mila.
Analizzando la distribuzione degli spettacoli sul territorio, le differenze regionali mostrano una delle disuguaglianze più marcate del Paese: oltre il 40% degli eventi calcistici si concentra in sole due regioni nordoccidentali, Lombardia e Piemonte, con più di 25 mila eventi. Nel centro Italia, la Toscana emerge come la regione con il più alto numero di spettacoli calcistici, pari a oltre 17 mila (4,8 ogni mille abitanti), contribuendo quasi al 30% dell’offerta nazionale. Al Sud e nelle Isole si concentra meno dell’8% degli eventi calcistici italiani.
Il calcio si afferma come uno dei generi di spettacolo più popolari in Italia, al terzo posto per attrattività di pubblico nel 2023, dopo il cinema e le discoteche. Nel 2023, il pubblico degli spettacoli calcistici ha superato i dati del 2019, con oltre 28,7 milioni di partecipanti (+20%), crescendo di oltre il 45% rispetto al 2022, un incremento tra i più elevati rilevati dall’Osservatorio SIAE. Quasi un italiano su due ha assistito a una partita di calcio almeno una volta nel 2023, con un tasso di partecipazione territoriale di circa 486 spettatori ogni mille abitanti. Questo mette in luce una base di pubblico solida e appassionata. La distribuzione del pubblico è meno sbilanciata rispetto all’offerta: Lombardia e Piemonte restano le regioni più attrattive, con oltre 9 milioni di spettatori, poco meno di un terzo della domanda nazionale. Il Lazio si conferma un punto di riferimento per il calcio italiano, attirando 3,7 milioni di spettatori con appena 720 spettacoli. Al Sud, la Campania emerge con quasi 2 milioni e mezzo di spettatori, anche grazie allo scudetto del Napoli. Nel resto del Mezzogiorno e nelle Isole, la partecipazione rimane tra le più alte per lo spettacolo calcistico.
Nel 2023, il calcio ha rappresentato il 76,1% della spesa complessiva per eventi sportivi in Italia. volume di affari oltre i 611 milioni di euro, secondo solo al settore dei concerti di musica pop, rock e leggera. La cifra supera significativamente la soglia dei 450 milioni di euro del 2019, andando a confermare ulteriormente la buona salute complessiva del settore. È in aumento anche il costo associato alla partecipazione all’evento.
In media, ogni partita costa a uno spettatore 21,3 euro, +10% sull’anno precedente. Lo stesso valore supera però ampiamente i 30 euro in Lombardia e Piemonte e resta superiore anche in Lazio e Campania.
Nel 2023 si sono registrati un totale di oltre 78 mila eventi, in crescita a doppia cifra sull’anno precedente (+17%) ma anche sul 2019 (+9,8%). L’offerta, in termini di numero di esposizioni e giornate di apertura, appare estremamente concentrata in pochissime regioni d’Italia e, spesso, nella città capoluogo: basti pensare che, sul totale nazionale, uno spettacolo su due (52%), è nei comuni capoluogo di regione. Solo in Lombardia si contano oltre 14,8 eventi, il 18,7% del totale registrato nel Paese; segue il Piemonte, con quasi 10,6 spettacoli, pari al 13,4%. Terza regione per consistenza di offerta è il Lazio, che con circa 9,2 mila spettacoli copre il 11,7% della quota nazionale.
Il pubblico delle mostre in Italia nel 2023, con 16,5 milioni di spettatori, segna un +35,8% sull’anno precedente e registrando una performance migliore persino del 2019 (+6,9%).
Tra i fattori a sostegno della crescita del pubblico ritroviamo senz’altro la ricchezza e la diversità delle esposizioni offerte da un settore in piena ripresa, la fine dello stato d’emergenza e la crescita dei flussi turistici internazionali. I grandi nomi dell’arte continuano a regnare incontrastati nelle classifiche: in Italia, la mostra di Van Gogh al Palazzo Bonaparte di Roma, realizzata in occasione dei 170 anni dalla nascita dell’artista, è stata la mostra più gettonata (oltre 327 mila ingressi). Si tratterebbe della quarta esposizione più visitata al mondo nel 2023. Forte di un’offerta solida, la Lombardia registra 4,5 milioni di spettatori (27,4% della quota nazionale), di cui oltre 3,5 milioni solo a Milano; segue il Lazio, con 2,7 milioni di accessi (pari al 16,3% del valore nazionale).
Per il 2023, gli incassi crescono del 52% sull’anno precedente, superando quota 153 milioni di euro e ben oltre le cifre realizzate prima della pandemia (+19% sul 2019). Oltre alla crescita del pubblico, fattore determinante di questo risultato è stato certamente il generale aumento dei prezzi: la spesa media individuale sale a 9,3 euro, +11,4% sull’anno precedente dopo oltre cinque anni di sostanziale invariabilità del dato. Prima per offerta e per pubblico, la Lombardia incassa oltre 57 milioni di euro, pari al 37,3% del totale della spesa nazionale. Secondo il Lazio, che con 23 milioni di incassi raccoglie il 15% del totale realizzato nel Paese. Insieme, le due regioni rappresentano poco più della metà del totale degli introiti diretti generati dalle Mostre in Italia nel 2023.
Negli ultimi anni i parchi divertimento in Italia hanno vissuto notevoli variazioni nel numero di spettacoli offerti, con una dinamica chiaramente influenzata dalla pandemia. Nel biennio pandemico 2020-2021 si stima che, solo in Italia, siano stati persi oltre 250 milioni di euro di fatturato e decine di migliaia di posti di lavoro. Già nel 2022 i dati dell’Osservatorio SIAE avevano rilevato una forte inversione di tendenza e con il 2023 si è andati persino oltre: con oltre 21,3 mila spettacoli (+14% rispetto all’anno precedente) è l’anno più prolifico di sempre per i parchi da divertimento italiani, con livelli di offerta superiori al periodo pre-pandemico di oltre il 20%.
A livello di pubblico, anche se di poco, si sono superati gli ingressi del 2019 (19,6 milioni vs 19,15). Il Veneto e l’Emilia-Romagna restano le regioni più attrattive del Paese, come già rilevato nel 2022, raccogliendo il 41% della domanda nazionale.
A livello di spesa nel 2019 la spesa totale ammontava a circa 266 milioni di euro, per poi passare ad appena 100 milioni nel 2020 e poi una costante risalita che nel 2023 ha segnato il picco di 346,5 milioni di euro. Oltre alla domanda, in completa ripresa rispetto ai livelli pre-pandemia, al risultato ha contribuito un adeguamento dei prezzi che si riflette nella spesa media individuale arrivata a 17,64 euro per partecipante; rispetto al 2019, si tratta di un incremento di circa il 30%, il più alto registrato tra tutti i settori oggetto di questo annuario. Anche per la spesa, come per il pubblico, al primo gradino del podio si conferma il Veneto, in cui il sistema dei parchi divertimento genera un volume d’affari di oltre 135 milioni di euro, quasi il 40% del valore nazionale. Al secondo posto l’Emilia-Romagna che, con quasi 58 milioni di euro, ha mantenuto l’ottimo risultato dell’anno precedente. Insieme si dividono oltre la metà della spesa nazionale del settore. Da segnalare la significativa crescita del Lazio rispetto al 2022 (+30,3%).
Il sistema fieristico italiano si dichiara ripartito e in salute, grazie anche alla crescita di eventi nazionali e internazionali. Tuttavia si rileva una contrazione di oltre il 10% nel numero di giorni di apertura rispetto al periodo precedente (2,3 mila rispetto ai 2,7 mila nel 2022). La concentrazione degli eventi sul territorio nazionale riflette non solo il tessuto imprenditoriale e manifatturiero particolarmente fitto di quelle aree. Le regioni con il più
alto numero di giornate di apertura restano, infatti, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto, che insieme
rappresentano una quota del 60% sul totale del Paese. Tuttavia, tra queste, solo la Lombardia, con 500 spettacoli
nel 2023, è l’unica regione a segnare una crescita sull’anno precedente (+11%), arrivando a rappresentare
oltre il 20% dell’offerta nazionale.
Nonostante gli eventi in calo, nel 2023 il pubblico delle fiere (oltre 10,4 milioni di persone) è quasi tornato ai livelli del 2019, quando il numero di partecipanti si è attestato a poco meno di 11 milioni. E’ in aumento quindi l’affluenza media per evento che, con oltre 4,3mila partecipanti registrati per ogni evento, registra un’impennata del +30% sul 2022, e un +24% sul 2019. A livello territoriale, Lombardia ed Emilia-Romagna si confermano i centri nevralgici del sistema fieristico nazionale, con gli eventi più importanti e attrattivi del Paese. Con un tasso di crescita del +35% sul 2022, inoltre, la Lombardia presenta il più consistente incremento di pubblico sull’anno precedente. Rilevante anche l’afflusso in Veneto, che rappresenta oltre il 10% del dato nazionale. Da segnalare che la Campania ha duplicato il pubblico delle manifestazioni fieristiche in un solo anno. Con un volume d’affari di oltre 80 milioni di euro, il 2023 realizza il miglior risultato per il settore, segnando una crescita del 49% rispetto all’anno precedente, e leggermente superiore anche al 2018, un anno d’oro per il comparto fieristico. In valori assoluti, la Lombardia primeggia con oltre un quarto della spesa nazionale, per circa 21,3 milioni di euro, seguita da Emilia-Romagna e Veneto rispettivamente con poco più di 12 e 11 milioni di euro.
Il Rapporto SIAE 2023 rivela una ripresa robusta e diffusa del settore dello spettacolo in Italia. Il ritorno del pubblico nei luoghi di spettacolo tradizionali, l’aumento degli eventi e la crescita della spesa indicano un futuro promettente per l’industria culturale e creativa italiana. Tuttavia, permangono sfide significative, come la necessità di ridurre le disparità regionali e di adattarsi alle nuove tecnologie emergenti, incluse l’intelligenza artificiale e il metaverso.
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