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I trend tecnologici del 2015 secondo Avnet

Avnet ha individuato le aree da guardare con forte interesse nel 2015: la Sicurezza, l’Infrastruttura convergente, il Software Defined Data Center, il Web-scale IT e l’Internet delle Cose.
L’hacking si diffonde ogni giorno sempre più e la sicurezza continua a essere il trend più importante del mercato IT. Cresce l’approccio BYOD/A (bring your own device/app) e il focus si sposterà ancora di più sulla sicurezza all’interno dei firewall piuttosto che attorno al perimetro di difesa IT.
”I distributori possono dare un importante contributo abilitando i partner a intraprendere un approccio più olistico al data center, considerando le esigenze derivanti da BYOD e IOT. Questi servizi a valore aggiunto includono non solo il training tecnologico ma anche le attività relative alle competenze di vendita.
Il canale ha bisogno di questo genere di supporto per rispondere alle esigenze dei data center in rapida evoluzione, dove la sicurezza e l’efficienza della rete sono di primaria importanza” ha spiegato Andrea Massari, country manager di Avnet TS Italia.
L’attuale ritmo dei cambiamenti nel data center è elevatissimo e questo è il motivo per cui il l’Hyper-Converged Infrastructure e il Software Defined Data Center (SDDC) sono elementi chiave nel settore IT, verso architetture sempre più scalabili. La convergenza tra le tecnologie del data center e le tecnologie di networking sta provocando un mutamento significativo nel mercato.
“Siamo di fronte a un cambiamento radicale nella progettazione e nell’implementazione dell’infrastruttura dei data center e, anche se ne stiamo parlando da tempo, nel 2015 il canale dovrà velocemente adottare nuovi prodotti e soluzioni in linea con queste nuove esigenze”, precisa Massari. 
Secondo Gartner: “Il Web-scale IT è un modello di computing di classe globale che offre le funzionalità dei grandi cloud service provider all’interno dell’ambiente IT aziendale”. Nel 2015 più aziende adotteranno il cloud computing per creare e fornire sistemi IT estremamente scalabili, che possono, ad esempio, ridurre il downtime quando un sito deve sopportare periodi di sovraccarico come nei picchi di shopping del ‘Black Friday’, senza dover sopportare sovra-costi. In ultima analisi, il data center software defined assicurerà questa flessibilità. “Comunque le aziende non sposteranno totalmente la propria operatività su questo modello da un giorno all’altro.
Anzi, solo quelle più grandi potranno permettersi di muovere verso questa direzione” afferma Massari. “Per quelle più vicine al modello SMB del mercato italiano, prevediamo una maggiore enfasi sulle capacità di scalare verso l’alto e verso il basso, ‘on-demand’, l’ampiezza di banda all’interno delle proprie infrastrutture IT, in un modello ibrido”. 
L’attenzione verso queste capacità diviene sempre più forte, specialmente dove i CFO sono impegnati a lavorare per un cambiamento dell’IT da un modello CAPEX verso un modello OPEX, con l’obiettivo di migliorare i bilanci e spostare l’IT verso un modello a costi variabili.
Nel 2015 il canale dovrà iniziare a identificare il suo approccio al trend dell’Internet of Things, che modificherà radicalmente i requisiti delle reti di computer e dei data center. Cosa significa tutto ciò per un data center che oggi ha 30.000 clienti ma ne avrà milioni nel futuro? “Sicurezza e software per gestire quelle grandezze oggi non sono disponibili. Ci sono opportunità per gli ISV (Independent Software Vendor) per creare prodotti ottimali; per i distributori di abilitare il canale e per i nostri partner di offrire robuste soluzioni per la connettività, i data center e la gestione delle reti, per la sicurezza e per i data analytics, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di un nuovo mondo connesso” conclude Massari.

Cecilia Cantadore


I trend tecnologici del 2015 secondo Avnet - Ultima modifica: 2015-01-29T08:00:35+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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