Nel dibattito sulla transizione ecologica dell’auto, le luci della ribalta sono spesso puntate sull’elettrificazione. Ma dietro le quinte, una rivoluzione ben più silenziosa è già in atto: quella guidata dall’intelligenza artificiale. Perché oggi l’auto sostenibile non è solo elettrica, è software-defined, intelligente e profondamente connessa. E la sostenibilità non si misura più solo in grammi di CO₂: si misura anche in efficienza predittiva, riduzione degli sprechi e ottimizzazione dei comportamenti.
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I moderni veicoli producono in tempo reale milioni di dati: stili di guida, consumi, stress meccanico, pattern di traffico. È qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale, capace di trasformare questa mole di informazioni in suggerimenti, strategie e decisioni operative. Uno dei primi casi concreti è quello della manutenzione predittiva, oggi utilizzata da brand come Mercedes-Benz, BMW e Volvo, che impiegano algoritmi di machine learning per anticipare eventuali guasti o usura di componenti, riducendo interventi non necessari e allungando la vita del veicolo.
La sostenibilità comincia prima che l’auto tocchi l’asfalto. La trasformazione digitale delle fabbriche, accelerata grazie a soluzioni di AI, IoT e robotica collaborativa, ha permesso a diversi brand di ridurre drasticamente l’impatto ambientale dei processi produttivi. Stellantis, ad esempio, ha annunciato nel 2024 l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale nei suoi impianti europei per ottimizzare i flussi di produzione, ridurre scarti e consumi energetici, con un piano Net Zero al 2038.
Simile l’approccio di Volvo, che nel suo stabilimento di Torslanda (Svezia) ha integrato algoritmi predittivi per la gestione energetica e il controllo qualità automatizzato, con una conseguente riduzione del 24% nel consumo energetico annuo per auto prodotta.
Nel contesto della mobilità urbana e dell’efficienza reale su strada, l’AI diventa un alleato strategico. Sistemi di eco-driving assistito, integrati nelle centraline elettroniche dei veicoli elettrici e ibridi, aiutano i conducenti a ottimizzare l’uso della batteria o del carburante, regolando frenata rigenerativa, accelerazioni e velocità media in base al traffico in tempo reale.
Toyota, con il suo sistema Predictive Efficient Drive, è stata tra le prime a introdurre algoritmi capaci di apprendere dalle abitudini dell’utente e dai percorsi effettuati, per suggerire in tempo reale lo stile di guida più efficiente. Hyundai ha recentemente integrato modelli AI nella gamma Ioniq per ottimizzare la gestione energetica interna (HVAC, infotainment, ricarica intelligente), riducendo le perdite di energia fino al 10%.
Oggi, parlare di sostenibilità nel settore auto significa anche parlare di ecosistemi. La mobilità come servizio (MaaS), le flotte elettriche condivise, i sistemi V2X (vehicle-to-everything) e l’integrazione con le smart city diventano fattori chiave. Free2Move (Stellantis), soluzioni sviluppate da Bosch Mobility e ZF Group puntano su piattaforme digitali che ottimizzano non solo l’uso dei veicoli, ma anche la gestione delle risorse urbane.
In questo scenario, l’AI gioca un ruolo decisivo: predice la domanda, regola la distribuzione delle flotte, integra dati ambientali per proporre percorsi a basso impatto. In altre parole, trasforma la mobilità da individuale a collettiva, ottimizzando ogni spostamento come se fosse parte di un grande sistema nervoso digitale.
L’intelligenza artificiale non è più una suggestione futuristica, ma una componente concreta e decisiva nel percorso verso un’auto (e un mondo) più sostenibile. Se l’elettrificazione è il motore del cambiamento, è il software intelligente a guidarlo. Oggi, la sostenibilità dell’automotive non si misura solo nei chilometri a zero emissioni, ma nella capacità di un veicolo — e del suo ecosistema — di adattarsi, imparare e migliorare. In questo senso, l’AI è la vera leva per una mobilità consapevole, responsabile e ad alte prestazioni. E siamo solo all’inizio.
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