Buono, pulito, giusto. Sono le tre regole di Slow Food per un cibo migliore, ma non solo. Sono anche le tre regole da seguire secondo Massimo Banzi (fondatore di Arduino) per una tecnologia e un design migliore. Buono: ovvero la tecnologia deve essere d’aiuto alle persone e alle imprese, deve essere di buona qualità. Pulito (nel design): deve esserci tutto quello che serve e non più di quello che serve. L’Italia ha un primato nel design (così come nel fashion) ma stiamo rapidamente regredendo, “in Italia pensiamo soprattutto a disegnare tavoli e porta frutta” (dice sempre Banzi), ma il design è molto di più.
Design significa risolvere un problema, disegnare una soluzione e bisogna farlo in modo pulito, che poi è anche il modo migliore di risolver e un problema: soluzioni complicate spesso portano nuovi problemi. Giusto: anche la tecnologia deve essere giusta, “fair”, direbbero gli anglosassoni, quindi rispettosa delle persone, del denaro, di chi la realizza. Queste tre semplici regole, coniate da quanto di più italiano esista, un’associazione per la tutela del buon cibo, hanno una valenza mondiale e multisettoriale, non è male.
Ma noi italiani in molte cose siamo bravi, come nella moda, spesso portata come esempio massimo di Made in Italy di successo mondiale. Il fashion non è poi così lontano dal digitale. Certamente può insegnare una cosa: la continua innovazione. La moda cambia schemi e prodotti ogni stagione, spesso li accompagna a cambiamenti produttivi. Se tutte le aziende che operano nel mondo della tecnologia capissero che l’innovazione non è un momento ma un processo, non è una cosa che si fa una volta e basta, ma è una continua ricerca, allora l’Italia potrebbe risalire nelle classifiche che ci vedono sempre tra gli ultimi.
Sapete perché le copertine di Digitalic sono così belle? Perché sono una piattaforma di Open Innovation, non vengono semplicemente realizzate, ma c’è una collaborazione trasversale tra diverse aziende che insieme studiano il modo per raggiungere il risultato immaginato, che di solito nessuno ha mai realizzato prima. Si collabora, ci si confronta, si modifica, si migliora, si adattano processi e a volte anche i macchinari, si prova, si sbaglia e spesso si scoprono cose nuove che ognuno mette poi a frutto nella propria attività quotidiana.
Questo mese trovate l’effetto “metallo liquido” con un foil blu, la morbidezza del flock che addirittura è profumato all’essenza di gelsomino (sfregate e avvicinate al naso se non ci credete), il tutto su una carta perlucente. L’innovazione dovrebbe essere così, in ogni settore, una piattaforma comune per la crescita continua. In questo numero trovate molti esempi di “Haute Tecnologie” di soluzioni e aziende che sono riuscite a fare questo salto.
Francesco Marino
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