Piergiorgio Odifreddi: “Cosa penso della tecnologia”

Piergiorgio Odifreddi racconta a Digitalic le sue idee dal web all’intelligenza artificiale, dai social ai robot, il pensiero del grande matematico italiano in un’intervista esclusiva su rischi e opportunità della tecnologia digitale

di Ilaria Galateria

“Non bisogna avere paura di Internet, ma neanche pensare sia taumaturgico. Così come oggi non temiamo più le automobili, i cellulari, lo stesso vale per Internet. È comunque sbagliato pensare sia un mezzo che può risolvere ogni nostro problema. È solo uno strumento con risvolti positivi o negativi. Sta a noi saperlo usare con intelligenza”.
Così afferma Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico, saggista, autore di numerosi libri, a settembre darà alle stampe una nuova traduzione in prosa e un commento illustrato de “Il volto della luna” di Plutarco.

Piergiorgio Odifreddi e i social

Nel suo ultimo libro “Dizionario della stupidità” (Rizzoli), però, lei scrive che il 90% delle cose che circolano su Internet sono “cazzate” e che “su Facebook e su YouTube chiunque può condividere le proprie miserie quotidiane”
Piergiorgio Odifreddi: Diciamo che la maggior parte delle cose che si dicono e si pensano sono delle stupidaggini e la rete, naturalmente, non fa che amplificare questo fenomeno. Non è che la gente sia più stupida rispetto al passato, solo che il web lo mette in risalto. Oggi ognuno può scrivere qualsiasi cosa gli frulli per la testa sulle pagine web, mettere notizie false o tendenziose e così affiora quella stupidità che prima invece era semplicemente sommersa. La realtà è che alla gente piace pettegolare. È sempre stato così e in qualche modo anche i romanzi un tempo non erano altro che un pettegolezzo un po’ più elevato. Visto che il pettegolezzo oggi si può fare tranquillamente sui social network, qualcuno sostiene che potrebbe essere la fine della letteratura…

Un’affermazione molto triste…
Piergiorgio Odifreddi: Tristissima. E infatti io continuo a leggere romanzi e non uso né Twitter, né Facebook, né altro. Così evito di perdere tanto tempo.

Ritiene che la nostra società sia schiava dei social network?

Piergiorgio Odifreddi: Certamente. Basti pensare alla distrazione che comportano. Notifiche, messaggi, mail o altro, mentre uno sta lavorando su un pensiero, un concetto o come nel mio caso nelle materie scientifiche, portano a distrarsi e si perde continuamente la concentrazione o il filo del discorso…”.

Piergiorgio Odifreddi sull’intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale è un’opportunità o un rischio?
Piergiorgio Odifreddi: I rischi ci sono. Ovunque. La tecnologia è quasi sempre straordinaria, anzi a mio avviso le scoperte e gli avanzamenti tecnologici sono i veri e propri miracoli che hanno il potere di cambiare la nostra vita. Però bisogna saperla usare, perché può essere pericolosa. Una frase politicamente scorretta postata su Internet può sollevare un polverone incredibile e sommergerti irrimediabilmente. Il web è pieno di contenuti, è importante usarli con intelligenza. Ci sono tante erbacce che in parte soffocano le piante buone.

Bill Gates ha proposto di tassare il lavoro dei robot perché tolgono occupazione all’uomo. Dobbiamo veramente temere i robot?

Piergiorgio Odifreddi: I robot sono necessari perché sollevano l’uomo da tanti lavori pesanti, pericolosi e noiosi così come prevengono i tanti incidenti sul lavoro. Certamente le macchine aiutano. Il problema è invece il sistema economico più che tecnologico.
L’intelligenza artificiale, comunque, in alcuni casi non potrà mai sostituire l’uomo anche se purtroppo andremo incontro alla perdita di determinate figure professionali.

 

Cosa accadrà quando l’Intelligenza Artificiale supererà quella umana?
Piergiorgio Odifreddi: L’intelligenza artificiale in molti settori ha ormai raggiunto le capacità dell’uomo. Ad esempio, negli scacchi. È inutile giocare contro un computer. L’uomo, in questo caso, deve cedere il passo. Certo, esiste la possibilità che una tecnologia sempre più evoluta possa sfuggire al controllo dell’uomo che l’ha creata. Noi non siamo più o meno intelligenti di un computer, la superiorità dell’uomo è nel minor rigore logico della sua mente. Nella razionalità, il computer supera l’uomo.

In che modo le decisioni prese sulla base dei dati e dei computer potranno influenzare la nostra vita futura?
Piergiorgio Odifreddi: In una maniera molto profonda. Spesso infatti le decisioni le prendiamo a caso, senza un ordine giusto o razionale. E forse a volte sarebbe meglio affidare ad un computer programmato le nostre azioni. In matematica c’è una teoria serissima, detta “teoria dei giochi”, che si interessa di decidere, spiegare e calcolare quali siano i comportamenti migliori che un soggetto deve tenere di fronte a situazioni di conflitto o di cooperazione. Per cui le decisioni di uno possono influire sui risultati conseguibili dall’altro e viceversa.

Ci sono domande o indicazioni che invece sarebbe bene rimanessero di pertinenza dell’uomo?

Piergiorgio Odifreddi: Negli anni Sessanta su Internet fu ideato un programma, detto Eliza, che faceva la parodia di uno psicoanalista e rispondeva al paziente con le domande ottenute dalla riformulazione delle affermazioni del paziente stesso. Quindi sostituiva alcune parole chiave con frasi preconfezionate. Talvolta le risposte erano così convincenti che qualcuno aveva la sensazione di comunicare veramente con un essere umano. Questo programma fu uno dei primi esercizi di intelligenza artificiale ed ebbe un successo strepitoso. Lo stesso programmatore si stupì quando ne capì la forte potenzialità. Tutto ciò per dire che addirittura gli psicoanalisti possono essere sostituiti dal computer. Tra l’altro, con qualche vantaggio, costano meno e non esprimono giudizi.
L’evoluzione rapida e continua delle tecnologie e la loro diffusione in tutte le attività dell’uomo rendono necessaria una riflessione. Credo infatti che l’etica sia il campo più delicato.


Piergiorgio Odifreddi: “Cosa penso della tecnologia” - Ultima modifica: 2017-05-29T10:00:50+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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