By Diliff - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37943530
Vilnius è la capitale europea della sharing economy che non è più solo un trend tecnologico o una moda passeggera: sta diventando il tessuto connettivo di città sempre più intelligenti, sostenibili e a misura d’uomo.
La capitale della Lituania ha conquistato il primo posto in Europa e il secondo a livello globale nel Sharing Economy Index 2025 pubblicato dal Consumer Choice Centre, un risultato che ha sorpreso molti osservatori internazionali ma che riflette una strategia di sviluppo urbano lungimirante e profondamente radicata nella cultura locale.
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Il report del Consumer Choice Centre ha analizzato 65 grandi città in tutto il mondo, valutando la loro apertura e supporto verso servizi di economia condivisa: dal ride-hailing al car sharing, dagli affitti brevi agli e-scooter, fino al peer-to-peer lending. Vilnius ha ottenuto punteggi eccellenti in tutte queste categorie, dimostrando non solo varietà nell’offerta ma anche facilità d’accesso e barriere regolamentari minime.
Mangirdas Šapranauskas, responsabile del Dipartimento per gli Investimenti Esteri e lo Sviluppo dei Talenti presso Go Vilnius,
“Vilnius è un luogo dove il passaparola muove ancora i mercati”, spiega Mangirdas Šapranauskas, responsabile del Dipartimento per gli Investimenti Esteri e lo Sviluppo dei Talenti presso Go Vilnius, l’agenzia ufficiale per il turismo e lo sviluppo economico della città. “La maggior parte delle persone è pronta a provare un nuovo servizio di ride-sharing o delivery perché ha amici, colleghi o familiari che già lo utilizzano. C’è un livello di fiducia a Vilnius che le città più grandi a volte perdono.”
Con circa 600.000 abitanti, Vilnius rappresenta il caso studio perfetto di come le dimensioni di una città possano diventare un vantaggio competitivo nell’era digitale. In un ecosistema così raccolto, dove le persone sono strettamente connesse e le aziende sono altamente visibili nella vita quotidiana, il feedback viaggia rapidamente tra utenti e imprese.
Questo meccanismo virtuoso permette alle company di adattare le loro offerte e rispondere alle esigenze degli utenti in tempo reale. La natura personale di queste interazioni favorisce un coinvolgimento continuo e un fine-tuning costante, mantenendo i servizi sempre allineati con ciò che i residenti vogliono e usano di più.
Non si tratta solo di dimensioni, ma di densità relazionale: in una città dove le reti sociali e professionali si sovrappongono frequentemente, la soglia di adozione per nuove tecnologie e servizi si abbassa drasticamente. La fiducia si costruisce più velocemente, il word-of-mouth diventa un canale di marketing organico potentissimo, e le startup possono testare e iterare i loro prodotti con una velocità impensabile nelle metropoli più grandi e frammentate.
Uno dei settori dove l’impatto della sharing economy è più evidente a Vilnius è quello della mobilità. Svajūnas Aliukonis, General Manager di Bolt Drive (servizio di car sharing) in Lituania, conferma che la città si sta sviluppando a un ritmo che poche capitali europee riescono a eguagliare.
“Vilnius sta diventando una città dove non è necessario possedere un’auto per vivere comodamente, cosa che non era affatto scontata dieci anni fa”, racconta Aliukonis. “Il cambiamento è graduale e non direi che le persone stanno rinunciando alle loro auto per fare una dichiarazione ideologica: lo fanno perché avere un’auto condivisa o uno scooter proprio dietro l’angolo spesso ha più senso per uno spostamento specifico.”
Questa evoluzione riflette un cambio di paradigma nel concetto stesso di proprietà e mobilità urbana. L’auto privata, simbolo di libertà e status per generazioni, sta lasciando spazio a un approccio più fluido e pragmatico, dove il valore non sta nel possedere un mezzo ma nell’avere accesso immediato a diverse opzioni di trasporto a seconda delle necessità del momento.
Il risultato? Strade meno congestionate, minori emissioni, maggiore flessibilità per i cittadini e un ambiente urbano più vivibile. La sharing economy a Vilnius non è un’imposizione dall’alto ma una risposta organica alle esigenze reali delle persone.
Il successo di Vilnius nella sharing economy non è frutto del caso ma di scelte politiche precise e lungimiranti. La città beneficia di una combinazione di barriere regolamentari basse e un approccio pragmatico alle policy, condizioni che permettono alle aziende dell’economia condivisa di lanciarsi rapidamente e crescere in modo sostenibile nel mercato locale.
Gustas Germanavicius, fondatore e CEO di InRento, piattaforma di crowdfunding immobiliare con sede a Vilnius, sottolinea come “la Lituania sia uno dei paesi europei più avanzati in termini di regolamentazione del crowdfunding e del suo quadro legale di supporto, incluse le leggi fiscali e sui mutui. Qui il crowdfunding è ben compreso dalla persona media, riflettendo una forte mentalità comunitaria, una posizione governativa di supporto e un’apertura degli investitori, creando un ambiente estremamente favorevole per le soluzioni di sharing economy.”
Questo framework normativo non solo attrae investimenti e talenti internazionali, ma crea anche un terreno fertile per l’imprenditorialità locale. Le startup non devono affrontare labirinti burocratici interminabili o normative obsolete pensate per modelli di business tradizionali: possono sperimentare, innovare e scalare con una velocità che sarebbe impensabile in molte altre capitali europee.
La forza di Vilnius nella sharing economy non risiede in un singolo settore di eccellenza, ma nell’ampiezza e nella profondità della sua offerta. La città ospita una varietà impressionante di piattaforme e servizi condivisi:
Mobilità condivisa: car sharing, bike sharing, e-scooter e servizi di ride-hailing coprono capillarmente tutta l’area urbana, offrendo alternative concrete all’auto privata per ogni tipo di spostamento.
Alloggi e spazi: dalle piattaforme di short-term rental alle soluzioni di co-living e co-working, Vilnius offre flessibilità abitativa e lavorativa che risponde alle esigenze di residenti, nomadi digitali e professionisti internazionali.
Finanza alternativa: il peer-to-peer lending e il crowdfunding immobiliare rappresentano alternative mature e regolamentate ai canali finanziari tradizionali, democratizzando l’accesso al credito e agli investimenti.
Questa diversificazione rende l’ecosistema della sharing economy di Vilnius resiliente e adattabile, capace di rispondere a diverse esigenze e di evolversi insieme ai cambiamenti del mercato e della società.
Nonostante l’eccellente posizionamento, il report del Consumer Choice Centre identifica anche alcune aree di miglioramento per Vilnius: l’ultra-fast delivery e il flat-sharing sono settori dove la città può ancora crescere e innovare.
Questi elementi, tuttavia, rappresentano più opportunità che limiti. In un mercato maturo e ben regolamentato come quello lituano, l’arrivo di nuovi player in questi segmenti potrebbe avvenire rapidamente, completando un ecosistema già straordinariamente ricco.
La vera sfida per Vilnius sarà mantenere l’equilibrio delicato tra crescita e sostenibilità, tra innovazione e tutela dei lavoratori, tra competitività e qualità della vita. La sharing economy, se ben gestita, può essere un motore di trasformazione positiva; se lasciata senza controllo, rischia di creare nuove forme di precarietà e disuguaglianza.
Il caso Vilnius offre lezioni preziose per altre città europee che vogliono abbracciare la sharing economy senza sacrificare la coesione sociale e la qualità della vita urbana:
Dimensione umana: una scala urbana compatta favorisce la fiducia, accelera l’adozione di nuovi servizi e permette feedback rapidi tra utenti e provider.
Regolamentazione intelligente: leggi chiare, aggiornate e business-friendly riducono le barriere all’ingresso senza compromettere la tutela dei consumatori e dei lavoratori.
Cultura comunitaria: una mentalità basata sulla condivisione e sulla collaborazione è il substrato culturale essenziale perché la sharing economy possa davvero radicarsi e prosperare.
Pragmatismo: le persone adottano servizi condivisi non per ideologia ma perché rispondono meglio alle loro esigenze concrete. Le politiche devono seguire questo approccio bottom-up.
Mentre molte metropoli europee lottano con traffico insostenibile, costi abitativi proibitivi e frammentazione sociale, Vilnius dimostra che esiste un’alternativa: città più piccole, più connesse, più agili possono diventare laboratori di innovazione sociale ed economica, modelli da studiare e replicare su scala più ampia.
La capitale lituana sta costruendo un nuovo modello di città, dove la proprietà lascia spazio all’accesso, dove la competizione coesiste con la collaborazione, dove la tecnologia è al servizio delle persone e non viceversa. In un’epoca di crisi climatica, urbanizzazione accelerata e trasformazione digitale, il modello Vilnius suggerisce che le città del futuro non saranno necessariamente le più grandi o le più ricche, ma quelle capaci di creare ecosistemi di fiducia, innovazione e condivisione. Per l’Italia e per le altre nazioni europee, Vilnius rappresenta un benchmark importante: non si tratta di copiare pedissequamente le soluzioni lituane, ma di imparare dai principi che le hanno rese possibili. Regolamentazione intelligente, sostegno all’imprenditorialità, investimento nella coesione sociale, pragmatismo nelle politiche urbane.
La sharing economy non è solo una questione di app e piattaforme digitali: è una nuova grammatica delle relazioni sociali ed economiche nelle città contemporanee. E Vilnius sta scrivendo un capitolo fondamentale di questa storia ancora in evoluzione.
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