Si chiamano Uncensored AI, sono intelligenze artificiali non allineate che non dicono mai “non posso aiutarti con questa richiesta”, non hanno freni morali, né blocchi automatici. Le Uncensored AI rispondono a tutto, proprio tutto – anche a ciò che è controverso, disturbante, ambiguo.
È una conquista? O un rischio?
Nel mondo degli Uncensored AI Models, ogni domanda ha una risposta. Ma la libertà che promettono porta con sé una responsabilità enorme: quella di saper gestire il potere di una conoscenza senza censure. Senza scuse, senza filtri, senza rete di protezione. Il filtro, se c’è, lo mette l’utente
Questi modelli non nascono per piacere. Nascono per dire la verità, anche quando fa male. Per mostrare la realtà, anche quando è scomoda. E soprattutto per restituire all’utente ciò che molti sistemi oggi gli negano: la libertà di scegliere, ma anche il peso delle proprie scelte.
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Oggi la maggior parte delle AI generative è “allineata”. Questo significa che i modelli sono stati addestrati per rifiutarsi di rispondere a determinate domande, o per farlo in modo edulcorato, politicamente corretto, spesso vago. In teoria per proteggere l’utente. In pratica, per evitare grane alle aziende.
Ma cosa succede se sei uno scrittore, un ricercatore, un analista che ha bisogno di esplorare temi controversi, scomodi, disturbanti – non per promuoverli, ma per capirli? Cosa succede se il tuo lavoro, la tua arte, la tua ricerca richiedono verità, e non risposte filtrate da un algoritmo morale preconfezionato?
Eric Hartford risponde così: serve un modello uncensored AI. E ne propone diversi, liberamente scaricabili, eseguibili in locale, completamente aperti. Modelli addestrati per dire la verità – anche quella scomoda.
L’allineamento standard dei modelli AI riflette principalmente la cultura popolare americana e prospettive politiche specifiche. Tuttavia, il mondo è culturalmente e politicamente diverso. Diverse comunità, paesi e gruppi demografici meritano modelli che riflettano le loro prospettive e valori. L’approccio “one-size-fits-all” non può soddisfare la diversità globale delle esigenze.
L’allineamento spesso interferisce con casi d’uso completamente legittimi:
Un argomento fondamentale è quello del controllo: se un utente possiede l’hardware e sta utilizzando software open source, dovrebbe avere il diritto di controllare completamente come funziona il sistema. Questo principio è analogo al controllo che abbiamo su altri strumenti tecnologici.
Per sviluppare sistemi di allineamento più sofisticati e personalizzabili, è necessario partire da una base non allineata. Solo così è possibile costruire layer di allineamento specifici per diverse applicazioni e contesti.
La tesi di fondo è semplice e potente: la censura dovrebbe essere un’opzione, non un’imposizione. Se un AI è uno strumento, come un coltello da cucina o una fotocamera, non deve essere il produttore a decidere cosa puoi tagliare o fotografare. Sei tu a stabilire i limiti. Il punto è: chi decide cosa è giusto?
Hartford non propone un’AI che promuove l’odio o l’illegalità – propone un’AI che non ha paura della complessità. Che non si tira indietro quando la realtà è sporca, scomoda, difficile da raccontare. Un po’ come un buon giornalismo: non deve piacere, deve far pensare.
Nella sua pagina, Hartford elenca una serie di modelli che incarnano questa visione: WizardLM Uncensored Falcon 7B, LLaMA 2 uncensored, Vicuna in versione raw. Tutti disponibili su Hugging Face o su piattaforme come Ollama. E tutti dotati di una caratteristica chiave: non rifiutano di rispondere, anche quando il prompt è oscuro, complesso o potenzialmente controverso.
Non è una AI “jailbreakata”, cioè forzata a superare dei blocchi. È un modello allenato per non avere quei blocchi, fin dall’inizio.
Quando parliamo di modelli AI non censurati, è impossibile ignorare l’elefante nella stanza: la responsabilità. Avere accesso a strumenti così potenti e flessibili significa automaticamente assumersene la piena responsabilità. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una riflessione profonda su come utilizziamo la tecnologia e quali conseguenze sono disposti ad accettare.
Chi decide di utilizzare questi modelli deve essere pienamente consapevole delle implicazioni legali delle proprie azioni. Non basta dire “è solo un esperimento” o “è per ricerca”: ogni output generato può avere conseguenze reali nel mondo reale. Allo stesso tempo, è essenziale che questi strumenti vengano utilizzati per scopi che apportino valore costruttivo, non per alimentare comportamenti distruttivi o dannosi.
La questione centrale non è una semplice battaglia manichea tra libertà assoluta e sicurezza totale. Sarebbe troppo semplicistico ridurre tutto a questo conflitto. In realtà, stiamo cercando di costruire un equilibrio delicato che permetta l’innovazione tecnologica responsabile, rispetti la diversità culturale e di prospettive che caratterizza il nostro mondo globalizzato, garantisca agli utenti un controllo appropriato sui loro strumenti, e allo stesso tempo prevenga danni reali e concreti.
Il movimento verso modelli non censurati sta ridefinendo il concetto stesso di democratizzazione dell’intelligenza artificiale. Invece di accettare passivamente le decisioni di allineamento prese da poche grandi aziende tecnologiche, diversi gruppi e comunità possono ora sviluppare soluzioni AI che riflettano genuinamente le loro esigenze, valori e prospettive specifiche. Questo non significa anarchia tecnologica, ma piuttosto una maggiore rappresentatività nel panorama dell’AI.
Parallelamente, questa direzione di ricerca sta spingendo verso un’evoluzione dell’allineamento stesso. Stiamo muovendo verso sistemi più sofisticati e personalizzabili, dove invece di un allineamento monolitico e immutabile, gli utenti potrebbero scegliere tra diversi profili di comportamento dell’AI, quasi come scegliere tra diverse modalità di funzionamento di un software.
Tuttavia, questo progresso porta con sé sfide regolatorie significative. I governi e le istituzioni si trovano di fronte al difficile compito di bilanciare la libertà di innovazione con la necessità di prevenire usi dannosi. È una sfida che richiede nuovi approcci normativi, più flessibili e adattabili rispetto alle tradizionali forme di regolamentazione tecnologica.
I modelli AI non censurati (Uncensored AI) rappresentano una direzione importante nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, perché offrono maggiore flessibilità e controllo agli utenti. Tuttavia, con questa libertà viene una responsabilità significativa. La comunità di sviluppo deve continuare a lavorare per garantire che questi strumenti siano utilizzati in modo costruttivo e responsabile.
La conversazione sui modelli non censurati non dovrebbe essere vista come una battaglia tra “sicurezza” e “libertà”, ma piuttosto come un’opportunità per sviluppare sistemi AI più flessibili, culturalmente sensibili e tecnicamente sofisticati che possano servire la diversità delle esigenze umane mantenendo standard etici appropriati.
Il futuro dell’AI probabilmente includerà una varietà di modelli con diversi livelli e tipi di allineamento, permettendo agli utenti di scegliere gli strumenti più appropriati per le loro esigenze specifiche, sempre entro i confini della legalità e della responsabilità etica
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