Facebook testa il pulsante downvote ma non è un “non mi piace”

Facebook sta testando downvote , un bottone di voto negativo. Il nuovo pulsante che permetterà agli utenti di nascondere i commenti sgraditi e fornire un feedback negativo su di essi. Tuttavia, il social network ha negato che la nuova funzionalità sia un vero pulsante di “non mi piace”, seppur richiesto da molti utenti di Facebook.

Il pulsante downvote è stato testato da un esiguo numero di utenti statunitensi.

L’azienda ha inoltre annunciato una serie di altre misure volte a migliorare la community su Facebook.

Il social network ha confermato di aver effettuato tale test.
“Stiamo esplorando una funzionalità che consenta alle persone di fornirci un feedback sui commenti sui post delle pagine pubbliche. La cosa è al momento disponibile solo per un piccolo gruppo di persone negli Stati Uniti“, ha dichiarato l’azienda in una nota.

Quando viene cliccato il pulsante di downvote di Facebook, il commento selezionato viene nascosto e gli utenti possono quindi decidere se contrassegnare un post come “offensivo”, “fuorviante” o “off-topic”.
Tuttavia, ciò non influisce sulla visibilità del post agli altri utenti e non influisce sulla sua posizione nel newsfeed.


 

Il pulsante downvote per delegare la responsabilità

Martin Garner, analista tecnico di CCS Insight, ha affermato che il pulsante sembra essere parte della continua resistenza di Facebook a etichettare se stessa come editore.

“È diventato molto chiaro che Mark Zuckerberg non vuole che Facebook abbia la responsabilità di identificare ciò che è offensivo o fuorviante, e cosa non lo è, perché ciò lo farebbe diventare un editore piuttosto che una piattaforma”, ha affermato Garner, e “non vuole farlo perché porta il business in una direzione diversa, quindi si sta appoggiando alla community per farlo.”

Venerdì, l’azienda ha anche annunciato che raddoppierà il numero di ingegneri che impiega a Londra per sviluppare soluzioni ai problemi che Facebook sta affrontando.

Facebook ha rifiutato di condividere i dettagli relativi all’effettivo numero di ingegneri aggiuntivi che stava assumendo, ma ha detto che la mossa è stata un investimento finalizzato a “rimuovere i contenuti cattivi dalla piattaforma”.

“Che si tratti di truffe, bullismo, molestie o fake news, collaboreranno con esperti per comprendere il problema, identificare il pattern e creare una soluzione”, ha affermato Chris Cox di Facebook.

Downvote Un sostegno per le cause apolitiche

L’azienda ha anche annunciato l’istituzione di un fondo da $10 milioni che distribuirà ad alcune comunità nel tentativo di affrontare il fenomeno della “polarizzazione” della politica.

“Comunità non politiche come chiese, gruppi sportivi, gruppi di genitori, dog walker: questi sono il naturale antidoto alla polarizzazione”, ha affermato Cox.

“Una delle cose migliori che possiamo fare è aiutare le persone a incontrare altre persone che non sono come loro: i gruppi sono più efficaci quando portano insieme le persone offline e rappresentano un’opportunità per le persone di legarsi a qualcosa che condividono”.

I gruppi su Facebook potranno richiedere una fetta del fondo. Cinque comunità leader riceveranno $1 milione per promuovere le loro cause.

Fino a 100 gruppi aggiuntivi riceveranno fino a $50.000.

“Stiamo cercando idee di grande impatto che uniscano le persone”, ha affermato Cox.


Facebook testa il pulsante downvote ma non è un “non mi piace” - Ultima modifica: 2018-02-13T16:30:28+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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