Google+ 2015, un nuovo approccio per gli stessi obiettivi

Web&Love

di Salvatore Russo*

Introducing the new Google+”, con questo post il 17 Novembre 2015 Eddie Kessler, Director of Streams, annunciava al mondo la nuova versione di Google+. Epilogo di un processo evolutivo in atto da circa due anni che ha modificato radicalmente la filosofia alla base della piattaforma social, pur mantenendo invariati gli obiettivi: dare maggiore significato ai dati degli utenti presenti nell’eco-sistema Google.

La nuova versione permette di tornare alla precedente tramite il link posto in basso a sinistra nel menu principale. È quindi una sorta di “demo” da far valutare agli utenti per poi ricevere feedback utilissimi per il rilascio della versione definitiva. Hai mai visto una cosa simile nella storia dei social network?

Una piattaforma, due filosofie
Lo scorso luglio Bradley Horowitz, VP Photos and Streams, annunciava ciò che era ormai evidente da tempo: l’idea di utilizzare Google+ come “hub” di tutti i servizi è stata definitivamente abbandonata, la nuova filosofia è riassunta egregiamente in questa frase: everything in its right place.

Questo cambiamento ha una data di nascita, 24 Aprile 2014, quando Vic Gundotra, il più grande sostenitore, se non l’ideatore, del concetto di Google+ come “Social Layer” annunciava le sue dimissioni.
Google ha capito che accentrare tutto in un solo posto non funziona. Non è che non funziona in generale, non fa per Google. Quindi inizia, finalmente, il processo che porta ad una soluzione ottimale: rendere i servizi indipendenti, ma comunicanti. Un percorso lungo, difficoltoso, che passa attraverso decisioni importanti come il distacco di Hangouts, Photos e YouTube fino ad arrivare alla nuova release.

Google+, parola d’ordine: semplificare
Per molti Google+ era una sorta di servizio per power-user, non così semplice da padroneggiare. Per tanti di noi che hanno imparato ad usarlo, questo si è trasformato in un enorme vantaggio competitivo. Per quelli che non ne hanno capito i meccanismi ne ha scoraggiato l’uso della piattaforma.

Osservando la nuova versione di Google+ è palese la volontà di semplificare l’interfaccia e rendere più intuitivo l’accesso alle funzioni. La cosa più evidente è la stretta correlazione tra la versione desktop e mobile. Questo permetterà di semplificare la fruizione multi-device da parte degli utenti, inoltre è un modo molto intelligente di contenere i costi in fase di sviluppo e aggiornamento. Perché Facebook non lo fa? Perché Facebook usa la sua piattaforma per monetizzare ed ogni cambiamento sulla versione mobile o desktop ha enormi impatti economici.
Un’altra importante semplificazione riguarda le cerchie: ora puoi seguire chi vuoi senza preoccuparti in quale cerchia aggiungerlo. Analizzando i dati è evidente come la maggioranza degli utenti ha travisato proprio il significato delle cerchie ed ha pubblicato in maniera errata i propri post, causando pessimi risultati in termini di engagement. Le cerchie sono un ottimo strumento per modulare i post da visualizzare nello stream e suddividere l’ascolto e la comunicazione con gli utenti in base a criteri specifici, ma è adatto solo per power-user, non certo per chi vuol semplicemente seguire qualcuno, come avviene su Facebook, Twitter o Instagram.

Sondaggi e Eventi

I sondaggi al momento sono presenti solo nella versione mobile (strano), è stato il primo “regalo” (ormai più di un anno fa) del team di Luke Wroblewski , conquistando da subito il cuore degli utenti ed è facile capirlo: rappresenta l’unico prodotto “fast content” della piattaforma. Poco impegno, tanta resa in termini di engagement. Gli Eventi sono i grandi assenti della nuova versione, mi riservo di dire la mia in merito solo a layout definitivo, ma ad ogni modo mi meraviglierei moltissimo se venisse dismesso.

Raccolte e Community
Tutto nella nuova versione di Google+ ruota attorno alle raccolte e community. Diventa quindi fondamentale il contenuto e la capacità di conversare con gli utenti su argomenti specifici.

Perché Google ha bisogno di Google+?

Perché semplificare la piattaforma? Non è meglio coccolare gli utenti evoluti e lasciare gli utonti sugli altri social network? Certo la risposta è per aumentare il numero di interazioni sulla piattaforma, ma se poi non si eroga pubblicità, a cosa serve? Google offre già strumenti di marketing per sfruttare i dati raccolti e ottimizzare così le campagne pubblicitarie. Google+ serve a dare maggiore significato ai dati, aggiungere informazioni alle identità digitali che usano i servizi Google, in modo da produrre annunci pubblicitari più rilevanti e pertinenti alle esigenze dei consumatori.
Ecco perché Google sta cambiando Google+

*Si occupa di Digital Marketing Stategy,Consulenza Aziendale e Formazione dal 1998. Ha partecipato alla progettazione, sviluppo e gestione di importanti portali e piattaforme di e-commerce italiani. Dal 2011 si occupa della direzione marketing di 6sicuro di cui è anche l’ideatore del blog, coordinatore generale e il principale punto di riferimento dell’intera squadra di blogger e giornalisti. Docente e relatore Google+ per importanti brand ed eventi, è autore del libro “Scopri Google Plus e conquista il web“.


Google+ 2015, un nuovo approccio per gli stessi obiettivi - Ultima modifica: 2015-12-12T09:11:26+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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